Venticinque anni dopo ancora non si deve tacere, in nome di un popolo che vuole risorgere, e sta risorgendo, dalla tirannia della camorra. Nel Natale 1991 gli otto parroci della Forania di Casal di Principe, guidati da don Peppe Diana, firmarono un forte documento “Per amore del mio popolo” che venne distribuito in tutte le chiese il 25 dicembre. Un grido che squarciò paura e silenzi. Quest’anno viene ripubblicato e verrà consegnato nello stesso giorno ma in tutta la Diocesi di Aversa e in tutt’Italia grazie all’impegno di tanti giovani dell’Agesci, di Libera, dei gruppi parrocchiali, delle tante associazioni che distribuiranno il documento fuori le chiese ma anche nelle piazze e nei luoghi di incontro e di ritrovo.
Un’iniziativa della Diocesi, del Comitato don Peppe Diana, dell’Agesci (don Peppe era capo scout) e di Libera. Lo stesso forte e ancora attualissimo testo, accompagnato dalle riflessioni del vescovo Angelo Spinillo, di don Luigi Ciotti, dei responsabili nazionali dell’Agesci e del Comitato che in questi anni ha unito tanti giovani che hanno raccolto il testimone del parroco ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994.
Non è una semplice commemorazione ma un esortazione a tutti noi ad aprire gli occhi, a cercare di capire il territorio campano e ad agire per lasciarlo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato.
In questi venticinque anni Per amore del mio popolo ha girato l’Italia, e non solo, è stato punto di riferimento per tanti “resistenti” nel loro impegno quotidiano.
Il 24 Dicembre non dovrà essere una scadenza, ma un appuntamento che ci proietti ai giorni successivi, che ci accompagni verso la primavera, al 21 marzo, Giornata della Memoria e dell’Impegno. Il Documento non dovrà essere distribuito, ma consegnato, affidarlo e chi lo riceverà dovrà assumersi la responsabilità di far vivere nel quotidiano ogni singola parola. Andare oltre il 24 e continuare a consegnare il Documento anche dopo. A chiunque ed ovunque si ritiene importante e significativo. Tutto questo lo faremo solo ” Per Amore del nostro popolo”.