“Presenze mafiose e corruzione. Buone pratiche di prevenzione e contrasto”: il resoconto del seminario di Rovigo

DSC_0164Si è svolto lunedì 30 marzo, a Rovigo, dalle ore 9,00 alle ore 16,00, presso la sede della provincia, il seminario di formazione del progetto “Conoscere le mafie, costruire la legalità”, avente una durata biennale e articolato nell’organizzazione di sette seminari di formazione a carattere provinciale, promosso dalla Regione del Veneto, Anci Veneto e Avviso Pubblico, che si propone di fornire conoscenze e strumenti alle municipalità venete per prevenire e contrastare mafie e corruzione.

Il seminario, intitolato “Presenze mafiose e corruzione. Buone pratiche di prevenzione e contrasto” era rivolto ad amministratori locali, funzionari e operatori degli enti locali, forze dell’ordine, nonché a rappresentanti di associazioni di categoria, di organizzazioni sociali ed altri soggetti che svolgono attività sui temi della prevenzione e del contrasto al crimine organizzato e della promozione della cultura della legalità.

Dopo i saluti istituzionali della Sindaca di Casalserugo, Elisa Venturini, Vicepresidente di Anci Veneto, la quale ha sottolineato che “questi incontri formativi che Avviso Pubblico promuove insieme ad Anci Veneto e alla Regione del Veneto sono molto importanti perché oltre a far crescere e diffondere la sensibilità su certi temi permettono di conoscere quali sono gli strumenti indispensabili che gli amministratori possono utilizzare per prevenire e contrastare le organizzazioni criminali”, sono intervenuti: Gianni Belloni, Direttore Osservatorio Ambiente e Legalità del Comune di Venezia, Giuliano Palagi, avvocato, già Direttore generale della Provincia di Pisa e Luca Bertoni, Presidente Ordine degli Ingegneri di Lodi.

DSC_0067Gianni Belloni, nell’analizzare come le organizzazioni criminali siano un fenomeno interno e ben radicato anche nella Regione del Veneto, ha affermato: “Spesso sono gli stessi liberi professionisti e le aziende a chiedere e a scegliere le mafie come partner. Qui in Veneto ci troviamo di fronte ad un network, composto da imprenditori, politici, istituti economici, che operano nel controllo del business a pari grado e questo network riesce a mettere in circolo ingenti quantità di denaro in nero di diversa provenienza. Questo contesto sociale aiuta la presenza e l’insediamento della criminalità organizzata perché per avere il controllo del territorio loro prendono contatti con tutti questi soggetti”.

Il moderatore del dibattito Claudio Piron, membro del Comitato Direttivo di Avviso Pubblico, ha aggiunto: “Gli affari sospetti diventano un business enorme e lo dimostrano i dati: dal 2010 al 2011 il numero di operazioni finanziarie sospette in Veneto sono aumentate del 9,6% e nel primo semestre 2013, il Veneto è stato la quinta regione italiana per numero di operazioni finanziarie sospette”.

A seguire Giuliano Palagi, ha continuato: “Corruzione e mafie più o meno organizzate sono purtroppo presenti e distribuite in tutte le Regioni d’Italia e gli enti locali rappresentano la prima linea per combattere questi fenomeni. Gli enti locali hanno infatti a disposizione una cassetta degli attrezzi per prevenire la corruzione che devono utilizzare. E’ necessario promuovere una vera e propria ‘Educazione alla Legalità’: formazione e prevenzione possono costituire un concreto ed efficace strumento per contrastare le mafie”.

DSC_0181Il dibattito della mattina è stato concluso da Luca Bertoni, il quale ha raccontato ai presenti la buona pratica amministrativa messa in campo dal Comune di Merlino: “A Merlino, piccolo comune lombardo al centro di grossi sviluppi infrastrutturali, abbiamo pensato a come proteggerci da questi interessi e nel 2010 abbiamo firmato un Protocollo della Legalità che mira a trovare dei meccanismi trasparenti in particolare nella gestione degli appalti. Questo protocollo nasce all’interno del Piano regolatore del Comune di Merlino come osservazione d’ufficio ad un piano già adottato. Non ci sono obblighi e le regole valgono per tutti. Sottoscrivendolo l’imprenditore privato decide di collaborare con la pubblica amministrazione e questo fa sì che tutto avvenga in maniera trasparente quando si decide a chi assegnare l’appalto pubblico. L’obbligo che si assume l’imprenditore è quello di comunicare i propri dati al Comune il quale a sua volta si impegna di comunicare alla prefettura l’elenco delle imprese appaltanti, la quale a sua volta verifica e controlla il soggetto, e alla cittadinanza gli operatori che hanno aderito al presente protocollo”.

Nel pomeriggio, i partecipanti si sono divisi in tre laboratori: il primo, condotto da Gianni Belloni, che si è focalizzato sull’esperienza dell’Osservatorio “Ambiente e legalità di Venezia”; il secondo tavolo di lavoro sul tema del piano triennale anticorruzione è stato condotto dal Dott. Giuliano Palagi e sono stati presi in esame alcuni casi di studio; il terzo tavolo, condotto da Luca Bertoni, ha puntato l’attenzione sugli appalti spiegando ai partecipanti le buone pratiche contro l’infiltrazione mafiosa che il Comune di Merlino ha messo in campo per contrastare la criminalità organizzata.

primo gruppoIl seminario si è concluso con una seduta plenaria condotta da Francesco Vignola, Formatore e Coordinatore del Dipartimento Formazione di Avviso Pubblico.

Quello che è emerso dagli ultimi interventi dei partecipanti è l’importanza di continuare a svolgere seminari di questo tipo sia per gli interventi di relatori qualificati che rendono questa iniziativa una opportunità da cogliere sia per gli studi di caso e le buone pratiche amministrative che permettono di poterle replicare anche in altri territori.

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