Si è svolto questo pomeriggio, lunedì 31 maggio, in modalità online, il terzo incontro del percorso formativo organizzato dalla Consulta della Legalità della Camera di Commercio di Verona in collaborazione con Avviso Pubblico.
La Consulta della legalità, costituitasi lo scorso anno alla fine del mese di ottobre e partecipata da tutte le categorie economiche della provincia di Verona, è un progetto promosso dalla Camera di Commercio di Verona in collaborazione con Avviso Pubblico che si pone come obiettivo quello di formare gli imprenditori per prevenire e contrastare le infiltrazioni mafiose sul territorio veronese.
A questa terza giornata formativa, dal titolo “Il riciclaggio di capitali illeciti: quale prevenzione e contrasto?”, hanno partecipato oltre 70 partecipanti, tra cui rappresentanti del mondo economico e imprenditoriale, delle Forze dell’Ordine, sindacalisti, amministratori locali e giornalisti.
Ad introdurre i lavori della giornata il Vice segretario generale della Camera di Commercio, Riccardo Borghero, che ha ricordato ai partecipanti e ai relatori come la Camera di Commercio, che coordina la Consulta della legalità, ha predisposto assieme ad Avviso Pubblico, una sezione informativa sul sito della Camera di commercio – disponibile a questo link www.vr.camcom.it/it/content/consulta-della-legalità – all’interno della quale è possibile consultare materiale aggiornato e documenti utili sul tema delle infiltrazioni mafiose nell’economia legale.
“Il riciclaggio rappresenta una seria minaccia per l’economia sana – ha dichiarato Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico in apertura del seminario, in qualità di moderatore dell’incontro – Un riciclaggio di cui nel nostro territorio abbiamo traccia leggendo il numero dei beni confiscati, delle operazioni finanziarie sospette e delle interdittive antimafia, come ci racconteranno gli illustri relatori della giornata attraverso i loro interventi”.
“Nei territori del Nord le organizzazioni mafiose si infiltrano in maniera meno imponente rispetto al meridione – ha affermato Roberto Terzo, Magistrato della Direzione investigativa Antimafia di Venezia – è un’infiltrazione meno appariscente perché passa attraverso un’offerta di servizi che in momenti di crisi finanziaria, come quelli che spesso siamo costretti a vivere, sono molto richiesti. Le mafie, che hanno dei capitali ingentissimi, si presentano o offrendo liquidità, concedendo prestiti o finanziamenti, o offrendo servizi, come per esempio la riscossione del credito. Queste sono le due forme di penetrazione maggiore”. “Ma, sia che le aziende ricevano soldi sia che accettino i servizi offerti, questo rappresenta l’anticamera della morte dell’imprenditore che nel giro di poco tempo diventerà a sua volta o complice del gruppo criminale o vittima di usura, perdendo definitivamente il controllo della sua azienda – ha concluso Terzo – Per questo sarebbe urgente un intervento normativo che ci consenta di mettere sotto controllo tutte quelle situazioni di crisi irreversibili che sono foriere di infiltrazioni mafiose perché la vera prevenzione la si fa garantendo che chiunque operi nell’economia sia un interlocutore verificabile e trasparente. Dobbiamo rivedere le norme che decidono la veridicità dei bilanci, dobbiamo evitare i prestanomi, dobbiamo inserire degli obblighi per i commercialisti”.
A seguire Luca Gibertoni della Banca d’Italia, Unità di informazione finanziaria per l’Italia (UIF), nel suo intervento si è concentrato sul ruolo della UIF e delle operazioni finanziarie sospette: “La UIF riceve le segnalazioni di operazioni sospette (SOS) dai soggetti obbligati, ne effettua l’analisi finanziaria per comprendere, sulla base di elementi acquisiti, il contesto all’origine della SOS e, su tali basi, ne valuta la rilevanza ai fini della trasmissione agli organi investigativi, ovvero alla Direzione Investigativa Antimafia o al Nucleo Speciale di Polizia valutaria della GDF”.
“Negli ultimi quattro anni il Veneto ha trasmesso in media circa l’8% delle SOS nazionali – ha continuato Gibertoni – I settori più sensibili all’infiltrazione mafiosa sono caratterizzati da: basso tasso di innovazioni, elevata operatività in contanti e alta intensità di personale. Ne sono un esempio i settori: immobiliare, edile, raccolta e smaltimento rifiuti, giochi e scommesse, ricettivo, servizi alle imprese, ecc… L’impresa infiltrata si mimetizza nell’economia legale e questo rende difficile caratterizzare le imprese come ‘mafiose’ perché spesso operano esattamente come imprese sane, anche dal punto di vista dei flussi segnaletici. È necessario, quindi, svolgere analisi complessive, mettendo a sistema i diversi indicatori di anomalia riscontrati”.
Vittorio Francavilla, Comandante Guardia di Finanza Verona, ha poi approfondito il fondamentale ruolo della Guardia di Finanza nel sistema di prevenzione e contrasto del riciclaggio: “Il reato di riciclaggio è un fenomeno ontologicamente criminale di particolare insidiosità poiché si insinua nei circuiti dell’economia legale tanto in profondità da minacciarne le fondamenta stesse. Uno dei principali obiettivi della GdF è scoprire e portare alla luce le molteplici forme con cui viene inquinato o condizionato il libero esercizio delle attività economiche”.
“Le segnalazioni di operazioni sospette sono un patrimonio informativo costantemente valorizzato dalla Gdf, attraverso moduli di lavoro sempre più performanti – ha aggiunto Francavilla – ma i professionisti giuridico contabili (notai, avvocati, commercialisti), al pari di altri soggetti con obblighi normativi di collaborazione, hanno un ruolo importantissimo nel sistema antiriciclaggio. Dobbiamo, quindi, far acquisire a tutti la consapevolezza che bisogna alzare il livello di guardia”.
In chiusura Cristiano Bonardi, Vice Direttore Confiditer Confcommercio Verona, ha spiegato come Confiditer, cooperativa di garanzia collettiva fidi, il braccio operativo per i crediti del sistema Verona-Mantova, ha una serie di alert che vengono posti nei confronti degli operatori economici, sostanzialmente legati agli indicatori di anomalia connessi al cliente, al tipo di operazione o agli investimenti che fa e ai mezzi di pagamento. Questi indicatori vengono utilizzati come consulenza nei confronti della clientela per prevenire il fenomeno del riciclaggio. Lo scorso anno sono stati erogati alle imprese sociali più di 13 milioni di finanziamenti, questo per far capire alla clientela che è possibile cercare strade e risposte alternative, sostenendo e difendendo l’economia sana”.
