I Ragazzi di Via D’Amelio raccontano i “Cinque passi verso una comunità” su #Contagiamocidicultura

Qual è il senso di una comunità e come si costruisce un’alternativa credibile alle organizzazioni criminali? Il tentativo di rispondere a queste e ad altre molte domande è contenuto nel pamphlet “Cinque passi verso una comunità”, pubblicato dal gruppo I Ragazzi di Via D’Amelio, Associazione Antimafia e di Promozione della Legalità. Insieme a loro, questa settimana su #Contagiamocidicultura proveremo a scoprire quali passi sono necessari per edificare quel senso di comunità che si oppone alla rassegnazione dell’immobilità.

Il testo nasce dall’esperienza maturata dal gruppo negli ultimi tre anni di incontri, dibattiti e momenti di confronto in scuole, università, piazze e centri culturali. Un percorso di cittadinanza attiva che si traduce, in questo lavoro, in una sorta di vademecum per il bene comune, pensato soprattutto per le nuove generazioni, ma utile a chiunque, partendo da cinque concetti: famiglia, scuola, voto, volontariato e lavoro. «Questi per noi sono i cinque passi verso una comunità. Cinque semplici principi cardine, alla base di una comunità intesa come Stato», spiegano I Ragazzi di Via D’Amelio.

Il libro invita a non dare per scontati i valori fondanti della convivenza civile, quelli che la nostra Costituzione chiama “principi fondamentali”. Proprio l’abitudine, la rassegnazione, l’idea che “tanto nulla cambia” sono – scrivono gli autori – la vera fragilità che consente alle mafie e alle forme di illegalità diffusa di insinuarsi nelle crepe del tessuto sociale.

La famiglia come primo luogo di educazione alla responsabilità; la scuola, dove si impara il senso critico e la partecipazione; il voto come gesto per esercitare la propria cittadinanza; il volontariato come forma concreta di solidarietà e infine il lavoro, come strumento di dignità e realizzazione personale.

«Li abbiamo denominati “passi” proprio perché immaginiamo un percorso, una strada da dover intraprendere in sinergia, insieme – spiegano Raffaele d’Alfonso del Sordo (Presidente); Assunta Sautto (Consiglio direttivo) e Ana Maria Francesca Ionescu, tre degli animatori del gruppo. Se la forza delle mafie sta nella capacità di fare rete, allora la risposta è quella di connettere singoli e gruppi che si riconoscano in un’idea comune di Stato».

Costruire questa comunità significa prendersi cura dei legami, delle istituzioni, del senso di appartenenza. Il libretto (agile e diretto) che contiene anche un contributo del sostituto Procuratore Nazionale Antimafia Nino Di Matteo, è disponibile gratuitamente sul sito de I Ragazzi di via D’Amelio. Un’occasione per ricordare che la legalità non è solo un principio, ma un percorso da compiere insieme, passo dopo passo.

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