La Commissione V Bilancio della Camera, nella seduta del 14 Marzo (video: audizioni mattina, audizioni pomeriggio, audizione del Ministro Fitto), nell’ambito dell’esame del DDL di conversione del DL 19/2024 recante disposizioni in materia di PNRR, ha svolto le audizioni di: rappresentanti dell’UPI (mattina), di rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome, della presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari, e del Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto (pomeriggio). Di seguito una sintesi delle audizioni.

 

UPI, Menesini

Le richieste di UPI rispetto al DL PNRR, per quel che concerne le province, sono soprattutto relative a: edilizia scolastica, edilizia sportiva correlata all’edilizia scolastica, digitalizzazione, rafforzamento delle strutture delle Province (che dal 2014 in poi hanno visto un consistente depauperamento).

Rispetto al DL 19/2024, UPI sollecita alcune semplificazioni e accelerazioni. I meccanismi di coordinamento (es. cabina a livello di Prefettura) sono importanti, ma il DL sembra voler sollecitare semplificazioni e accelerazioni a livello solo periferico: serve un simile approccio anche a livello centrale. Spesso le Province si trovano a dover sollecitare i Ministeri a inviare le necessarie risposte nei tempi indicati: manca un rapporto di fluidità con i Ministeri.

Va rafforzata la struttura amministrativa delle Province. Nelle Province del centro-sud sono state adottate alcune importanti misure con il Ministero della Coesione (assunzione di 365 unità di personale a tempo indeterminato nel centro-sud), ma questo approccio serve anche per il centro-nord. Serve, in generale, personale qualificato nelle Province.

Il lavoro principale è quello verso il rafforzamento dell’edilizia scolastica (nuove scuole o riqualificazione scuole esistenti). Da quando le cifre sono state stabilite fino al momento delle gare ci sono stati aumenti di costi e ora bisogna farvi fronte (UPI chiede 150 mln).

UPI chiede il rifinanziamento di alcune misure, nelle tempistiche consentite dal PNRR. Questo libererebbe i co-finanziamenti messi in campo dalle Province.

È importante, secondo UPI, l’autorizzazione dell’utilizzo dei ribassi d’asta senza dover avere ulteriori via libera da parte del Ministero: questo accelererebbe le procedure. Oggi, infatti, su ribasso e plusvalenze nelle gare è richiesta l’autorizzazione del Ministero: UPI chiede di accelerare togliendo queste autorizzazioni.

Sul definanziamento: UPI chiede il coinvolgimento della Conferenza Unificata per tutte le coperture di finanziamento che vengono individuate (il rischio è che con il rifinanziamento si definanzino altre misure attribuite negli anni agli Enti Locali).

Sulla digitalizzazione: le Province sono state sostanzialmente escluse da queste misure: UPI chiede 50 mln per la digitalizzazione delle Province.

Il bilancio su Province e PNRR è complessivamente positivo secondo UPI: sicuramente il fatto che ci siano meno misure aiuta, così come il lavoro di coordinamento. Le Province avevano meno voci rispetto ai Comuni (principalmente edilizia scolastica ed edilizia sportiva – palestre – correlata sempre all’edilizia scolastica), ma sono state ben seguite.

 

Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Alparone, Donini

Ass. Alparone: L’audizione è l’occasione per ribadire l’importanza del Decreto, che si colloca dentro un percorso che la Conferenza sta svolgendo nella Cabina di regia. L’attuale ricognizione vuol portare a una semplificazione e accelerazione verso il 2026. Il metodo con cui si è arrivati al Decreto Legge 19/2024 è stato condiviso. Nel merito, si auspica un ulteriore confronto con il Ministro.

Certezza delle risorse e responsabilità della spesa: in merito al termine di 30 giorni per l’adeguamento delle risultanze del sistema Regis e la conseguente possibile attivazione dei poteri sostitutivi, si segnala che i 30 giorni sono un termine molto stretto viste le difficoltà (anche tecniche) che Regis ha mostrato. In merito alla possibile attivazione dei poteri sostitutivi, si sottolinea che è positivo l’approccio fondato sul binomio certezza delle risorse-responsabilità della spesa, ma ciò deve collocarsi all’interno di un confronto che permetta a entrambe le parti di capire dove c’è stata l’eventuale non attivazione della spesa in maniera corretta. Bisogna, cioè, capire se c’è stato errore del soggetto attuatore, o meno, prima di attivare i poteri sostituivi.

Partecipazione e la Cabina territoriale: la scelta nel DL 19/2024 è quella della Prefettura. Ritiene la Conferenza che la funzione delle Regioni non possa essere esercitata nella Cabina attraverso un rappresentante generico: si era proposto una unità territoriale dove le Regioni potessero accompagnare meglio i territori nell’attuazione del PNRR. La Cabina per le Regioni rischia di essere di scarsa importanza se non può gestirla direttamente.

Revisione interventi del PNRR: nell’ambito della cd. rimodulazione PNRR, la Conferenza sottolinea che alcune rimodulazioni sono finanziate anche attingendo alla FSC 2021-2027. Si dovrà dare attenzione agli investimenti già in corso di attuazione che dovranno trovare copertura. È indubbio che se nella rimodulazione si usano risorse che erano già programmate per altre voci, si apre un tema sulla certezza delle risorse spostate da queste voci per coprire la rimodulazione PNRR. In particolare, alcune risorse che erano state messe sulla qualità dell’aria erano molto importanti (rispondevano anche a un’infrazione europea): il definanziamento di quella misura pone le Regioni (in particolare del bacino padano) nella difficoltà di poter esprimere i percorsi che si stanno compiendo verso la UE.

Personale tecnico: è importante, per la Conferenza, ribadire la possibilità di assumere personale a tempo determinato (anche dirigenziale) per le Regioni.

Digitalizzazione: sulla digitalizzazione, c’è un tema che concerne il fatto che venga qualificata nei termini di spesa di investimento. Quando si passa in cloud (e dunque abbonamenti), diventa spesa corrente e questo cambia in termini di capacità di spesa per le amministrazioni. Attenzione a eventuali ricadute sulla finanza pubblica.

Sanità (Ass. Donini): non c’è stato coinvolgimento nell’art. 1, comma 13 del DL 19/2024: se ne chiede la immediata cancellazione e di sedersi attorno a un tavolo per discutere assieme su come affrontare il tema. Si cancellano, infatti, risorse già assegnate alle Regioni (con fondi PNC) per circa 1,2 mld. Sono risorse che attengono a investimenti già cantierati o comunque con obbligazioni giuridicamente vincolanti. La disponibilità delle risorse sostitutive è sostanzialmente inesistente: intanto sono risorse che le Regioni hanno già programmato (edilizia ospedaliera); e poi perché, in ogni caso, non sono ancora disponibili per le Regioni. Per le Regioni si apre un problema enorme, proprio sul proseguimento dei cantieri e sulla sicurezza antisismica. Con le risorse che oggi si bloccano, infatti, si stavano compiendo opere antisismiche. La fonte di finanziamento individuata non è ad oggi realizzabile.

 

Ufficio parlamentare di bilancio, Cavallari

Qui il documento presentato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio in audizione; qui il comunicato stampa.

Il grosso degli impieghi e delle risorse (circa 16 mld) è concentrato nel periodo 2024-2026. La grande maggioranza degli interventi riguardano spese in conto capitale. Le risorse sono leggermente superiori agli impieghi. C’è, dunque, un modesto contributo alla riduzione del disavanzo.

I maggiori oneri legati alle rimodulazioni (tot: 15,8 mld) riguardano:

  • maggiori oneri legati alla rimodulazione del PNRR (9,42 mld),
  • oneri legati alla necessità di investimenti non più finanziati dal PNRR (3,44 mld),
  • oneri per incremento delle spese del PNC (2,63 mld),
  • altri oneri.

Come emerge questo maggior onere netto dalla riformulazione del PNRR di 9,42 mld? Dipende dalla differenza tra quanto sono variate le spese (i maggiori impieghi) e quanto sono variate le risorse.

Sono inseriti nel PNRR nuovi progetti per quasi 23 miliardi (di cui la metà riguardanti il cd. REPowerEU) e vengono definanziati nuovi progetti già presenti nel PNRR per oltre 10 mld ed escono progetti in essere per circa 10 mld, che rimangono finanziati da fondi già disponibili nel bilancio dello Stato.

Una parte dei progetti usciti dal PNRR non hanno ancora rifinanziamenti: es. linee di alta velocità che collegano il nord Italia all’Europa, le connessioni diagonali, gli investimenti rinnovabili.

Tra i progetti usciti dal PNRR e rifinanziati si trovano: Piani urbani integrati, idrogeno, e altri interventi.

Variazione oneri a valere sul Piano complementare: totale 2,6 mld in totale. Dal confronto tra maggiori oneri e le misure definanziate, emerge che questi impieghi sono sostanzialmente delle rimodulazioni in avanti (definanziamenti sul periodo 2024-2026 e spostamento al triennio successivo).

Sul lato delle risorse che coprono gli oneri della rimodulazione, sono stati individuati circa 16 miliardi di risorse che provengono:

  • 4,5 mld dal Piano Nazionale Complementare,
  • 5 mld dalla riduzione del Fondo Sviluppo Coesione (nelle due ondate di programmazione 2014-20 e 2021-27; ci sarà possibilità di reintegrare con eventuali future economie del Piano Complementare),
  • riduzioni di altre spese dei Comuni e delle Amministrazioni centrali/Ministeri per circa 1,8 mld ciascuno,
  • riduzione del Fondo per l’avvio delle opere indifferibili per 900 mln.

Si individuano così maggiori oneri e relative risorse per circa 16 mld, recependo la revisione del PNRR e la rimodulazione del PNC.

Le informazioni però non sono ancora interamente esaustive. Sarebbe importante, secondo l’UPB, visto che siamo alla viglia del DEF, che fossero disponibili informazioni accurate sul profilo anno per anno e per competenza di queste rimodulazioni.

C’è una sostanziale equivalenza tra cassa e competenza. Normalmente per le spese in conto capitale questo non avviene. La sostanziale equivalenza può essere giustificata dalla ristrettezza dei tempi con cui dovranno essere realizzati gli investimenti (l’orizzonte residuo del PNRR è 3 anni).

Sulla rimodulazione del PNRR: innanzitutto la dimensione globale del PNRR è cresciuta da 191,5 a 194,4 mld. Accanto a questo aumento della dimensione globale del PNRR c’è stata una rimodulazione con l’introduzione di una settima missione, ossia il REPowerEU. Questa nuova missione, che ha circa 11 mld di dotazione, ha risorse che vengono da risorse nuove (2,9 mld) e dalle altre missioni (contribuiscono tutte tranne la prima, e in modo particolare la Missione 2). Alla rimodulazione degli interventi corrisponde anche una rimodulazione del profilo finanziario delle rate: la 5° e la 6° rata sono state ridotte a favore soprattutto della 10° e ultima rata.

Sulla sanità: le due poste di ospedale sicuro (totale 1,2 mld) sono uscite dal PNC e non sono state rifinanziate come altre uscite dal Piano. Quelle risorse possono avvalersi sul “fondo dell’articolo 20 legge 67 del 1988”, ma non ci sono aggiornamenti dei residui di tale fondo (a fine 2022 c’erano circa 14 mld che nel 2023 e inizio 2024 sono stati impegnati con accordi di programma con le Regioni): dovrebbe esserci capienza per 1,2 mld.

Sul FSC: il Decreto impatta per un totale di 5 mld. Le risorse attualmente sono prese per finanziare i nuovi oneri individuati dal DL 19/2024. C’è un’indicazione di utilizzare rimodulazioni del Piano Complementare con economie di quelle rimodulazioni per il FSC, ma ulteriori informazioni ad oggi non sono note.

Sui progetti preesistenti al PNRR che oggi fuoriescono dal PNRR: non creano problemi di contabilità pubblica. Però si tenga conto che buona parte di questi progetti già in essere riguardano prestiti e non sovvenzioni a fondo perduto: è noto che i prestiti finanziati con debito non europeo, a cui si dovrà ricorrere con la fuoriuscita dal PNRR, hanno oggi condizioni meno favorevoli rispetto ai bond legati a Next Generation EU.

 

Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto

Il Decreto Legge 19/2024 è frutto di un lavoro di attuazione della revisione del PNRR, con obiettivo di accelerazione e semplificazione del percorso. È stato garantito un confronto con le parti sociali, con le organizzazioni di categoria.

Il PNRR è stato revisionato perché alcuni interventi non erano rendicontabili nel PNRR. Es. nei 6 mld delle piccole e medie opere dei Comuni, 1 mld era di finanziamento della viabilità, ma il PNRR è noto non possa finanziare la viabilità. C’erano, nei 6 mld, anche interventi molto piccoli.

Sono state dunque individuate altre misure di finanziamento, spostando fuori dal PNRR questi progetti (art. 1 del DL 19/2024).

L’art. 2 parla di responsabilità di tutti gli Enti attuatori, nessuno escluso. L’obiettivo, con l’intervento su Regis, è di ottenere una reale fotografia dell’attuazione del Piano (anche sulla spesa).

L’art. 3 estende le competenze del Comitato Antifrode anche al PNRR: è un modello positivo che si è scelto di allargare.

La riorganizzazione della struttura di missione è un’altra misura importante, fatta a costo zero (spostando l’unità di missione presso il Ministero della Coesione, che ora va a rafforzare la struttura di missione).

Ci sono tre commissariamenti: tra questi, quello relativo ai beni confiscati: la misura è uscita dal PNRR e troverà finanziamenti mediante una delibera CIPESS nell’ambito del FSC (sono interventi concentrati quasi tutti nel Mezzogiorno); i risultati sulla spesa sono ad oggi bassissimi e non si sarebbero potuti raggiungere gli obiettivi nell’ambito del PNRR.

L’art. 38 regola la transizione energetica, una delle misure più qualificanti del Piano.

L’obiettivo del Decreto è avere una visione d’insieme dei problemi fino ad ora emersi nell’attuazione del PNRR.

I progetti sulla sanità nel PNRR provenivano dalla copertura finanziaria dell’art. 20. La cifra complessiva in tema di salute non è cambiata dopo la revisione del PNRR, ma è stato sostituito un importo di 750 mln (ritornati nel bacino dell’art. 20) perché quelle voci non erano nelle condizioni di rispettare i tempi del PNRR. Nell’art. 20, su cui ci sarà confronto con le Regioni, ci sono delle risorse non spese (anche perché alcune regioni hanno esaurito la propria quota “art. 20”).

Sul FSC: il Fondo è stato utilizzato per 15,6 mld al momento dell’avvio del PNRR come fonte di finanziamento in competenza per l’intero piano (il primo taglio importante del PNRR è quello). Nel periodo 2014-20 il FSC ha subito tagli (es. 6 mld del Fondo opere indifferibili), complessivamente fino a 30 mld. La previsione di oggi, pari a un recupero di 5 mld dal FSC, prevede però allo stesso tempo anche il recupero di una serie di risorse che andranno a rimpinguare il Fondo e assottiglierà la quota di 5 mld. Il tema è complesso, ma è necessario creare un link tra Pnrr e fondi coesione.