Da beni confiscati a beni comuni: la Regione Lazio consegna tre terreni alle scuole. L’intervista a Giampiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio regionale per la legalità

Lo scorso 29 gennaio, a Priverno, in provincia di Latina, presso l’Istituto Teodosio Rossi, si è svolta la cerimonia di consegna di alcuni terreni confiscati alle mafie da parte della Regione Lazio ai Comuni di Priverno, Latina e Spigno Saturnia e ai rispettivi Istituti tecnici agrari. Si tratta di beni confiscati alla criminalità organizzata che nei prossimi mesi diventeranno laboratori didattici per gli studenti nell’ambito dei programmi di alternanza scuola-lavoro. Abbiamo intervistato il presidente dell’Osservatorio per la Legalità e la Sicurezza della Regione Lazio, Giampiero Cioffredi per conoscere i dettagli di questo progetto.

Come nasce questa convenzione tra la Regione Lazio, i Comuni di Latina, Priverno e Spigno Saturnia e i rispettivi Istituti tecnici agrari?
Questo progetto è il frutto dell’attività che da anni come Regione Lazio stiamo portando avanti sui terreni confiscati alle mafie. Un anno fa l’ANBSC ha assegnato alla Regione alcuni terreni, noi nel frattempo avevamo scoperto di avere da dieci anni un terreno a Spigno Saturnia del clan Bardellino. Così siamo andati a parlare con il Sindaco della città e in quell’occasione è emersa l’idea di coinvolgere gli Istituti tecnici agrari del territorio, al posto di fare un bando pubblico per il terzo settore. Abbiamo quindi deciso di procedere attraverso affidamento diretto per assegnare i terreni ai rispettivi istituti agrari, finanziando come Regione Lazio la riconversione con 200 mila euro e stipulando con i Comuni e gli istituti tre diverse convenzioni.
Cosa è previsto nelle convenzioni con Comuni e istituti si può leggere qui

Da beni confiscati a beni comuni: di chi erano questi terreni e cosa diventeranno?
È da anni che lavoriamo per trasformare i beni confiscati in luoghi di cultura, in spazi di aggregazione per i giovani, in beni comuni. Questi terreni in particolare erano proprietà di un esponente della banda della Magliana per quanto riguarda il bene di Priverno, del clan Ciarelli per quelli di Latina e del clan Bardellino quelli di Spigno Saurnia. Oggi possiamo già dire che nel terreno confiscato di Priverno verrà prodotto dell’olio delle Colline Lepine, il cui marchio sarà Solea, mentre i terreni di Latina e Spigno Saurnia saranno sistemati e adibiti per realizzare convegni, eventi, incontri che mirano a favorire l’integrazione scolastica e l’inclusione sociale per alunni disabili e/o svantaggiati e a contrastare la dispersione scolastica favorendo anche l’attività dei progetti di alternanza scuola-lavoro e la creazione di opportunità formative e occupazionali. Un altro importantissimo punto a favore della legalità per rendere i ragazzi protagonisti di un percorso di rinascita a difesa della legalità e contro la criminalità.

Quando inizieranno i lavori?
Nella convenzione abbiamo dettato dei tempi. Entro il mese di giugno i Comuni dovranno provvedere, grazie anche all’anticipo sostanziale dato dalla Regione, alla bonifica e alla sistemazione idraulica dei terreni in modo da poter iniziare le attività a partire da settembre prossimo.


Oltre questo progetto, la Regione Lazio è da anni in prima linea per il riuso dei beni confiscati
: quali sono le iniziative più importanti che sono state portate avanti?
In questi anni ci siamo impegnati moltissimo perché qui nel Lazio c’è una situazione a macchia di leopardo, con un numero elevatissimo di beni confiscati. Abbiamo approvato un regolamento ad hoc per i beni confiscati: uno strumento, il primo nel Lazio, che rende più sicura ed efficace la restituzione alle comunità e ai territori dei beni confiscati istituendo regole e tempi certi. Abbiamo restituito interi territori alle comunità: abbiamo già realizzato un bando per l’assegnazione di 5 appartamenti confiscati e destinati all’uso sociale.  Un intervento simbolo di quest’azione è il riutilizzo dell’ex villa dei Casamonica alla Romanina che è diventato un centro per i bambini con autismo. Abbiamo poi stanziato 300mila euro per riqualificare alcuni beni sequestrati: un bando, chiuso il 19 gennaio 2018, rivolto a comuni e associazioni. Abbiamo infine pubblicato la graduatoria del bando da circa 700mila euro per finanziare la ristrutturazione di 11 beni confiscati.


In questi anni l’Osservatorio regionale da lei presieduto ha portato avanti numerose altre  iniziative per rafforzare il fronte dello Stato contro le mafie e la criminalità?
Abbiamo portato avanti moltissime iniziative. Proprio ieri abbiamo per esempio insediato il Tavolo regionale sul sovraindebitamento e l’usura che avrà il compito di aiutare le attività delle associazioni antiusura iscritte all’albo regionale – 27 in totale – attraverso un Fondo regionale che permetterà loro di assistere le famiglie e le imprese vittime del fenomeno, offrendogli un percorso doveroso e necessario della denuncia e aiutandole a liberarsi delle sofferenze e delle violenze subite in questi anni. Abbiamo lavorato sodo sui meccanismi di trasparenza della Regione, stipulando un protocollo d’intesa con la Guardia di Finanza per contrastare gli illeciti in materia di spesa pubblica, per tutelare il corretto utilizzo delle risorse pubbliche impiegate per le finalità di carattere sanitario e per prevenire qualsivoglia forma di frode e di illegalità. Abbiamo promosso diverse iniziative per i nostri studenti tra cui la prima Rassegna di Teatro Civile che si è articolata in tre diversi spettacoli e ben due edizioni del Concorso “Un brano contro le mafie” che nel 2016 ha portato i 10 finalisti ad esibirsi dal vivo al concerto finale tenutosi il 23 maggio alla Casa del Jazz di Roma, un altro bene confiscato, in occasione del 25° anniversario della strage di Capaci. Dalla registrazione live del concerto è stato poi realizzato un cd musicale che abbiamo distribuito gratuitamente a tutte le scuole del Lazio. All’edizione di quest’anno hanno invece partecipato 65 scuole tra istituti superiori e comprensivi. I vincitori riceveranno un buono di 5000 euro da poter utilizzare per l’acquisto di strumenti musicali. Per ultimo, ma non per importanza, voglio menzionare l’iniziativa promossa in collaborazione con la Polizia di Stato e l’associazione Quarto Savona 15: dal 24 al gennaio fino ad oggi a Roma, all’interno della Galleria Alberto Sordi (Piazza Colonna) abbiamo esposto i resti della Croma blindata su cui viaggiavano gli agenti di scorta – Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo – di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo. Un’iniziativa molto significativa che ha portato sul luogo oltre 10.000 persone, una sorta di pellegrinaggio laico.

Come Osservatorio per la legalità avete anche pubblicato due importanti rapporti sulle Mafie nel Lazio. Qual è attualmente la situazione delle mafie in questa Regione secondo lei e com’è cambiata in questi anni?
A febbraio di quest’anno presenteremo anche il terzo rapporto su “Le mafie nel Lazio” da noi finanziato. Quello che posso dire è che le tendenze emerse dal secondo rapporto saranno purtroppo riconfermate. Nella nostra regione c’è uno scenario criminale complesso, agiscono su più livelli tutte le mafie tradizionali insieme a quelle autoctone. C’è un contagio soprattutto legato alle attività di spaccio. Oggi Roma conta oltre 60 piazze di spaccio gestite dalla criminalità romana che però si riforniscono dalla ‘ndrangheta e dalla camorra. Le modalità e il metodo mafioso, le gerarchie criminali, il consenso sociale sono ormai assodati. Possiamo quindi dire che Roma è la capitale del narcotraffico, in cui il ruolo principale è nelle mani dei cosiddetti broker che fanno trattative con i grandi narcotrafficanti.

La Regione Lazio lavorerà per varare un Testo Unico contro le mafie, per coordinare le varie azioni di contrasto alla criminalità e la collaborazione con le altre parti dello Stato?
È uno dei punti del programma elettorale dell’attuale presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Oggi sentiamo la necessità, dopo l’importante lavoro svolto in questi anni, di realizzare un Testo Unico per continuare a rafforzare il fronte delle istituzioni e dei cittadini onesti contro le mafie, aggredendole nei loro interessi economici, e affermando un forte principio di valore culturale, etico, educativo. Crediamo infatti che uniti, facendo ciascuno la propria parte, puntando sui valori della comunità, le mafie si possono sconfiggere.

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