L’edizione numero 28 del rapporto “Gli italiani e lo Stato” fotografa un Paese attraversato da incertezza e sfiducia. L’indagine, realizzata da LaPolis dell’Università di Urbino Carlo Bo in collaborazione con Demos e Avviso Pubblico, evidenzia un diffuso senso di insicurezza. Quasi sei cittadini su dieci ritengono che la democrazia in Italia si sia indebolita negli ultimi anni, con un crescente senso di precarietà sociale e istituzionale. La fiducia verso le istituzioni resta bassa, con partiti e Parlamento agli ultimi posti nelle classifiche di gradimento. Scende la soddisfazione verso servizi pubblici come scuola, sanità e trasporti, mentre cresce la percezione di declino nella vita quotidiana. La partecipazione civica mostra segni di stallo e frammentazione, con astensionismo e forme di protesta sempre più presenti nel panorama sociale.
Un dato emerge con chiarezza: quasi il 60% degli italiani ritiene che la democrazia in Italia si sia indebolita negli ultimi anni e continui a farlo. Questo sentimento di fragilità politico-istituzionale è alimentato dalle tensioni internazionali, dal contesto di insicurezza globale e dalle percezioni di instabilità interiore, che mettono in discussione i tradizionali riferimenti di sicurezza come l’Europa e l’Occidente.
La ricerca segnala anche una forte crisi di fiducia nelle istituzioni politiche. I partiti si collocano in fondo alla graduatoria della fiducia dei cittadini, contribuendo ad accrescere il distacco tra società e Stato e rendendo più difficile immaginare e progettare il futuro.
All’opposto, forze dell’ordine e il capo dello Stato mantengono livelli più elevati di fiducia, mentre servizi pubblici come scuola, sanità e trasporti registrano valutazioni insoddisfacenti, riflettendo la frustrazione verso la qualità dell’azione pubblica.
La dimensione sociale della crisi democratica è altrettanto evidente: cresce la percezione di declino tra le persone delle classi popolari e del ceto medio, con un progressivo scivolamento nella scala sociale percepita e un ascensore sociale sempre meno funzionante. Questo fenomeno si riflette nella fiducia generale verso lo Stato, che si attesta su livelli contenuti e legati alla condizione economica e sociale dei cittadini.
Sul fronte della partecipazione civica, l’indagine mostra un quadro misto: mentre forme di impegno come il volontariato restano relativamente stabili o in leggera crescita, l’astensionismo elettorale continua ad aumentare. Altre forme di partecipazione, comprese proteste pubbliche e dibattiti locali, rimangono presenti ma segnalano una società sempre più frammentata e polarizzata nelle modalità di coinvolgimento civico.
In sintesi, il rapporto evidenzia come il senso di insicurezza e la percezione di una democrazia in difficoltà siano centrali nelle opinioni degli italiani, mettendo in luce la necessità di rafforzare sia le condizioni materiali di vita sia gli spazi di partecipazione reale per consolidare la fiducia e la coesione sociale

Sintesi schematica dei grafici e dei principali dati
Percezione della democrazia
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Circa il 60% degli italiani afferma che la democrazia in Italia si è indebolita negli ultimi anni. Questo dato è uno dei più evidenziati nei grafici del rapporto.
Fiducia nelle istituzioni
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Capo dello Stato e forze dell’ordine risultano tra le istituzioni con i livelli più alti di fiducia secondo i grafici;
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Partiti politici e Parlamento si collocano molto in basso nella graduatoria della fiducia, con valutazioni nettamente inferiori rispetto ad altri enti o figure istituzionali.
Valutazione dei servizi pubblici
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Nei grafici emerge come scuola, sanità e trasporti pubblici ricevano giudizi complessivamente negativi o insoddisfacenti da parte di ampie fasce di cittadini.
Partecipazione civica e impegno sociale
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Astensionismo in crescita: i grafici mostrano un crescente distacco dalla partecipazione elettorale; è un indicatore di alienazione dalla politica convenzionale.
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La partecipazione a manifestazioni politiche di partito è inferiore rispetto ad altre forme di impegno o protesta, mostrando come sempre più cittadini si tengano lontani dai canali politici tradizionali.
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Attivismo non convenzionale e associativo: i grafici evidenziano che, pur restando basso l’engagement elettorale, forme di partecipazione civica alternative — come manifestazioni pubbliche di protesta (21%) o volontariato (41%) — rimangono presenti e dinamiche.
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Consumo critico e boicottaggi: attività come il boicottaggio di prodotti per motivi etici/politici (29%) mostrano che la partecipazione sociale assume modalità differenti, spesso legate a questioni valoriali piuttosto che a forme di partecipazione istituzionale.
Effetti dell’astensione sulla percezione dello Stato
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Solo per il 45% delle persone intervistate l’astensione elettorale ha effetti negativi sulla qualità della democrazia. Mentre per il 19% il non voto colpisce la qualità dei politici eletti.
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Un dato significativo è che solo il 12% degli intervistati crede che non andare a votare favorisca le condizioni che danno origine a corruzione e infiltrazione mafiosa nella pubblica amministrazione.
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Mentre il 9% della popolazione è convinto che l’astensione dal voto sia un danno per i gruppi sociali che votano di meno.
Percezione di declino sociale
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Le rappresentazioni visive del sondaggio evidenziano che molti cittadini, soprattutto nelle classi popolari e nel ceto medio, percepiscono un declino nelle condizioni di vita e opportunità sociali, associato alla crescente insicurezza percepita.
Opinioni “di contesto”
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I grafici includono anche quesiti collaterali su temi sensibili, come il dato secondo cui una parte non trascurabile della popolazione esprime aperture o riflessioni su periodi storici estremi (ad esempio relativo al fascismo, con quote di cittadini che, in vari segmenti d’età e opinione, non rigettano completamente l’idea).