Si è svolto durante la giornata di oggi, venerdì 10 aprile, presso il Comune di Milano, il Convengo Internazionale organizzato dai partners di ICARO (Instrument to remove Confiscated Asset Recovery’s Obstacle), il progetto europeo promosso da ARCI, Università degli Studi di Milano, CGIL Lombardia, Avviso Pubblico, SAO e il C.d.I.E., nato con l’obiettivo di favorire la conoscenza di questa realtà, e di proporre soluzioni che permettano alla gran parte di queste aziende di assumere valore sul mercato, rilanciando produttività e occupazione.
Il convegno, svoltosi a poco meno di un anno dalla storica Direttiva 2014/42/UE relativa al congelamento e alla confisca dei beni strumentali e dei proventi da reato adottata dal Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea il 3 aprile 2014, ha illustrato ai presenti quanto le mafie siano intrecciate con l’economia legale, quanto sia gravoso il loro peso e quali anticorpi siano stati studiati e realizzati per stroncare le infiltrazioni e ridare ossigeno ai settori economici che sono entrati in contatto con il virus mafioso, sia a livello nazionale sia a livello europeo.
Al convegno sono intervenuti numerosi esperti, tra cui il Presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà, il quale ha sottolineato: “In Italia più dell’80% dei beni confiscati viene assegnato agli enti locali che possono decidere di utilizzarli per fini di natura istituzionale ovvero destinarli ad un uso sociale tramite il coinvolgimento di associazioni e cooperative. Gli amministratori locali che hanno avuto l’occasione di gestire i beni confiscati sanno quali problematiche si devono affrontare ma anche quale straordinaria risorsa essi rappresentino per la collettività se utilizzati per finalità di carattere sociale”.
“È di fondamentale importanza l’uso sociale dei beni confiscati – ha affermato Montà – perché, come dimostrato dalla legge 109/96, in questo modo è possibile dare concretezza ad un principio molto importante: lo Stato che riesce a sottrarre definitivamente dei beni acquistati con denaro illecito, frutto di violenza e illegalità, trasformandoli in strumenti capaci di riconoscere e garantire i diritti fondamentali degli esseri umani, dimostra che le mafie non sono affatto invincibili. Non solo. Lo Stato democratico rafforza la sua credibilità e la sua autorevolezza, promuovendo sviluppo civico ed economico, sottraendo quel consenso sociale e quella capacità di controllo e condizionamento del territorio che storicamente costituiscono delle risorse fondamentali per la criminalità organizzata”.
“Avviso Pubblico – ha concluso Montà – auspica, sul versante nazionale, che in tempi rapidi il legislatore apporti una serie di modifiche alla legislazione vigente in modo da porre rimedio ad una serie di criticità e di modo da riorganizzare e potenziare l’azione dell’Agenzia nazionale che si occupa dei beni sequestrati e confiscati. Necessaria appare, inoltre, la realizzazione di una banca dati in cui siano raccolte e la diffuse le buone pratiche di gestione dei beni e delle aziende confiscate, accompagnata dall’implementazione di percorsi formativi rivolti ad amministratori locali, personale della Pubblica Amministrazione e ad altri soggetti che devono essere coinvolti per attivare processi efficaci, efficienti e trasparenti, di riutilizzazione e valorizzazione dei beni confiscati; sul versante internazionale, Avviso Pubblico ritiene che, a seguito dell’approvazione della Direttiva UE del 2014, sia necessario rafforzare l’azione di aggressione ai patrimoni della criminalità organizzata transnazionale, costituendo una procura europea antimafia e approvando una serie di provvedimenti che favoriscano il riutilizzo per finalità sociali dei patrimoni immobiliari e aziendali sottratti alla criminalità organizzata”.
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