“DALLA PARTE DEL BENE”: L’11 MARZO L’INAUGURAZIONE DI CASA PIO LA TORRE A TREZZANO SUL NAVIGLIO

L’inaugurazione di “Casa Pio La Torre”, un bene confiscato ai clan, è “il segno tangibile dell’azione dello Stato contro le mafie”, fanno sapere dal Comune di Trezzano sul Naviglio, promotore di un progetto di recupero di un immobile destinato all’emergenza abitativa.
L’evento è previsto per sabato 11 marzo, alle ore 10.oo in via Boccaccio 88.

“Oggi quel bene assegnato al Comune di Trezzano dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, torna a vivere grazie all’associazione Una Casa Anche Per Te (U.C.A.P.TE) e al Decanato di Cesano Boscone che avvieranno un progetto di accoglienza per uomini soli in condivisione e servizi di bassa soglia per chi vive per strada”. Da questo immobile nasce “Casa Pio La Torre”, in memoria dell’onorevole ucciso dalla mafia, assassinato a Palermo nella mattina del 30 aprile 1982 mentre era in macchina con Rosario Di Salvo che viene ammazzato insieme a lui.

Intervengono:

  • Renato Saccone, Prefetto di Milano;
  • Mons. Franco Agnesi, Vicario generale Diocesi di Milano;
  • Fabio Bottero, Sindaco Trezzano sul Naviglio;
  • Franco La Torre, Figlio dell’On. Pio La Torre;
  • Renato Natale, Sindaco Casal di Principe e Vice Presidente Avviso Pubblico;
  • don Massimo Mapelli, Presidente Una Casa Anche per Te;
  • Luciano Gualzetti, Direttore Caritas Diocesana.

«Ci avviciniamo con orgoglio e commozione al 21 marzo, Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie – dichiara il sindaco Fabio Bottero – scegliendo da che parte stare e con l’impegno della memoria: scegliamo di stare dalla parte della giustizia, della legalità, dell’accoglienza, della vittoria dello Stato contro le mafie. Scegliamo di ridare vita a un immobile che sarà destinato a un progetto importante mai realizzato nel nostro territorio. E scegliamo di ricordare Pio La Torre, a cui dobbiamo la possibilità di confiscare i beni legati alle attività illecite dei condannati».

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