“Per rabbia e per amore”, Raffaele Sardo racconta “Le impronte dei passi di don Peppe Diana” su #Contagiamocidicultura

La storia di don Peppe Diana – il prete che ha incarnato più di altri il senso di ribellione contro le mafie e che per questo è stato ucciso dai killer di camorra a Casal di Principe il 19 marzo 1994 – si intreccia con la storia di una terra e delle comunità che quella terra rappresentano. La data della sua morte per molti è diventata una data simbolo, che “ha sancito uno spartiacque tra il prima e il dopo”.

E un simbolo quella data lo è sicuramente per Raffaele Sardo, giornalista e autore di “Per rabbia e per amore – Le impronte dei passi di don Peppe Diana” (Guida Editori, 2024), che presenta la vita di don Diana in modo originale. Ce lo racconta in questa nuova puntata di #contagiamocidicultura.

«È un libro che narra le vicende di don Peppino e soprattutto narra la storia la storia del clan dei casalesi», dice Raffaele Sardo. La prima parte del volume è romanzata, avverte l’autore, che ha messo in scena l’incontro «in un luogo non precisato, ma che io immagino sia il Paradiso» tra don Diana e sua mamma, Iolanda di Tella, morta nel 2020.

Un espediente letterario simile ad un viaggio nel terzo Canto dantesco, quello della luce, dove Sardo inscena le vicende religiose del prete ucciso dalla camorra. Perché «quello che manca è soprattutto la parte religiosa – spiega l’autore -. Io parto con l’analisi del suo profilo religioso e lo collego a questa data fatidica del 19 marzo 1994, perché quella data è anche scritta sotto il suo profilo vocazionale. Fu lui a scriverlo di proprio pugno il 19 marzo 1981».

Quella data è incisa nella sua storia e nella storia del suo popolo. “Chi pensava che la morte di don Peppe avrebbe fermato una storia che guardava alla rinascita di una terra inzuppata di sangue, si sbagliava”, scrive Sardo. Dopo quel 19 marzo di trent’anni fa Casal di Principe ha visto una straordinaria partecipazione dello Stato, ma soprattutto della società civile, delle associazioni, dei cittadini che hanno sperimentato la strada della rinascita civile e democratica di un territorio martoriato dal potere criminale.

“Sarà il dialogo tra madre, padre e figlio, a scandire i tempi dei racconti dove si snocciolano i ricordi che hanno segnato la storia di una resistenza contro la camorra che ha avuto tanti protagonisti che animano le pagine di questo libro”, conclude l’autore.

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