LABALT: LA FORZA DI METTERSI IN RETE. LA BUONA PRASSI DEL COMUNE DI MODENA SU APPALTI, LEGALITA’ E TRASPARENZA

È stato cofinanziato con 40mila euro dalla Regione Emilia Romagna ai sensi della Legge Regionale n.3/2011 “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonchè per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”. Il progetto LABALT – Laboratorio Appalti, Legalità, Trasparenza – è un insieme di azioni per il rafforzamento di una rete provinciale per l’integrità delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione del crimine organizzato di stampo mafioso.

Il Comune di Modena, capofila del progetto, per realizzarlo ha coinvolto diverse realtà: dalla Provincia di Modena alla Prefettura e alle Forze dell’ordine, da Avviso Pubblico eLibera al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia e al suo Centro Universitario di Studi “Public Procurement: Markets and Contracts”.

Il progetto è nato per l’evoluzione e lo sviluppo dell’Osservatorio Appalti verso un organismo (LABALT) che, con diverse articolazioni, assuma le funzioni di Centrale Unica di Committenza: formazione e consulenza a supporto dello sviluppo di una “Rete provinciale per l’integrità e la trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni” e sistema di monitoraggio  del rischio infiltrazioni nei diversi comparti economici ma anche la realizzazione di un percorso che vada a integrare, mettere a sistema e sviluppare, in un’ottica di coordinamento provinciale, le attività messe in campo da Comune e Provincia di Modena. Abbiamo intervistato l’Assessore al Bilancio, Finanze, Personale, Lavoro e formazione professionale, Promozione della cultura della legalità, Andrea Bosi per saperne di più.

Quando e come nasce l’idea del progetto “LABALT : Laboratorio Appalti, Legalità, Trasparenza”?
L’idea nasce con il bando che la Regione Emilia Romagna ha promosso all’interno delle azioni del Testo Unico sulla Legalità nel 2017, a cui potevano partecipare gli enti locali. Abbiamo deciso di partecipare come Comune ponendoci l’obiettivo di mettere in rete diverse realtà per portare avanti azioni di promozione della legalità, insieme. Le azioni funzionano se alla base c’è una  rete, se tanti soggetti agiscono insieme, solo così si può generare vera disseminazione. Proprio da qui nasce l’idea di lavorare insieme all’Università e ad una serie di associazioni che sono intervenute nel progetto per creare una sorta di effetto propagazione.

Avete incontrato difficoltà durante la realizzazione del progetto?
La difficoltà principale è stata quella di partire perché il progetto era ben strutturato, ma ovviamente quando coinvolgi diversi enti-partner associativi, il rischio è sempre quello di non riuscire a determinare un’efficacia dell’azione. Una delle prime azioni che abbiamo provato a mettere in atto e che poi ci è servito come strumento, è la nascita del “Centro documentazione studi sulla legalità” che abbiamo incardinato all’interno del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università proprio per dare un braccio operativo a tutte le azioni.

Quali sono gli obiettivi che vi eravate posti?
Uno degli obiettivi principali era dotare il tessuto socio-economico e associativo della città di una serie di azioni e strumenti utili per la promozione della cultura della legalità.

Qual è stata la partecipazione da parte delle istituzioni coinvolte e delle diverse associazioni? Che riscontri avete avuto in seguito?
La partecipazione è stata molto buona. Siamo riusciti ad istituire un “Tavolo per la Legalità” che adesso conta circa 30 soggetti tra associazioni, banche, Camere di commercio e sindacati che collaborano e si incontrano ogni tre mesi circa e che danno l’indirizzo delle azioni da intraprendere. C’è quindi una grande risposta perché si riescono a mettere in rete iniziative che altrimenti sarebbero isolate. Un esempio recente è il CUP di Modena, che mette insieme architetti, ingegneri, avvocati, commercialisti e altre professioni e che fa parte del Tavolo per la legalità, che nei prossimi mesi organizzerà otto giornate formative indirizzate ai professionisti sui temi della legalità. Una formazione che sarà poi diffusa alla rete del Tavolo per la legalità.

Qual’è il ruolo di Avviso Pubblico all’interno del progetto?
Il ruolo di Avviso Pubblico è stato fondamentale in particolare su alcune tematiche come quella del gioco d’azzardo. Tra le iniziative organizzate abbiamo anche presentato il libro “Lose for Life. Come salvare un paese in overdose da gioco d’azzardo” (edito da Rubettino) e realizzato da Avviso Pubblico. L’Associazione ha inoltro concesso il patrocinio gratuito a tutte le iniziative che abbiamo realizzato. Il ruolo di Avviso Pubblico in progetti come questi è basilare perché fornisce un set di conoscenze, di informazioni e di esperienze che sono fondamentali per noi e per le azioni che vogliamo portare avanti.

a cura di Sara Capitanio

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Scarica la scheda del progetto
Scarica il progetto integrale
Scarica la locandina del percorso formativo
Scarica l’Accordo Regione Emilia-Romagna-Comune di Modena

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