La partita finale sul gioco d’azzardo

Giovedì 22 febbraio in Parlamento si chiude “il primo tempo” di una riforma attesa da anni, quella sul sistema del gioco d’azzardo in Italia. Presso le Commissioni V e VI della Camera e del Senato si sta giocando una partita decisiva per il futuro di un importante settore economico – il quale garantisce un copioso gettito erariale alle casse dello Stato – che ha profonde ripercussioni sulla salute dei cittadini – la dipendenza da gioco d’azzardo è una realtà che coinvolge centinaia di migliaia di persone – e, aspetto tutt’altro che secondario, viene costantemente aggredito dalle mafie, che fanno affari d’oro anche infiltrando il comparto legale. 

Il contributo di Claudio Forleo*

Le sopra citate Commissioni dovranno esprimere un parere sullo schema di decreto legislativo redatto dal Governo relativo al riordino del gioco online, che nel solo 2022 ha raccolto oltre 73 miliardi di euro di giocate. È per l’appunto una parte di un’ampia riforma del settore che proseguirà nelle prossime settimane con l’atteso decreto sul gioco d’azzardo su rete fisica (altri 63 miliardi di euro di giocate nel 2022).

Tali decreti sono il naturale prosieguo dell’iter previsto dalla Legge 9 Agosto 2023, n. 111, recante Delega al Governo per la riforma fiscale. Tra i punti della normativa – che interviene anche su Irpef, Iva, Irap, tributi regionali e locali, sanzioni – ecco l’art. 15 che contiene la Delega al Governo per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici.

Le (tante) criticità

Una riforma tanto complessa avrebbe sicuramente meritato una più ampia discussione (qui l’iter). Non solo parlamentare, quanto pubblica. La riforma infatti dovrebbe rispondere ad una serie di esigenze: mettere ordine ad un settore cresciuto dal 2000 in avanti senza un criterio preciso, proteggere i cittadini dal “mostro” chiamato DGA (Disturbo da Gioco d’Azzardo, una dipendenza inserita nei manuali), proteggere il comparto legale – e i giocatori – dalle mafie, che sfruttano il gioco d’azzardo con la stessa facilità con cui il famoso coltello caldo entra nel burro. Purtroppo questa discussione non c’è stata.

Le relazioni che accompagnano il decreto legislativo tracciano – o per meglio dire confermano – una linea molto chiara sulla priorità in fase di riordino: il gettito erariale. Una linea, seguita pedissequamente da ogni esecutivo nell’ultimo quarto di secolo, che ha innescato le criticità sopra elencate. Il decreto prevede l’istituzione di una Consulta permanente dei giochi pubblici che vedrà la partecipazione dei “rappresentanti dei concessionari”, in quello che suona come un evidente conflitto di interessi.

La scelta di emanare in tempi diversi i decreti legislativi sul gioco online e sul gioco fisico non risponde alla necessità di ridisegnare l’eccessiva offerta di azzardo oggi disponibile in Italia, prima (sebbene non unica) causa delle criticità evidenziate.

Nella Relazione illustrativa al decreto si vaticina un ritorno alla pubblicità del gioco d’azzardo – vietata da cinque anni, fatte salve alcune discutibili deroghe – come “funzionale alla diffusione del gioco sicuro e responsabile, comunque coerente con l’esigenza di tutela dei soggetti più vulnerabili”. Si sostiene l’assunto secondo cui il divieto di pubblicità avrebbe innescato un aumento del gioco illegale e che la pubblicità aiuterebbe i giocatori più vulnerabili. Un assunto mai dimostrato da alcuno studio indipendente.

Infine, nel brevissimo ciclo di audizioni tenuto (15 febbraio 2024; 13 febbraio 2024; 7 febbraio 2024), è emersa un’altra proposta: la compartecipazione delle Regioni al gettito derivante dall’azzardo, in particolare da slot machine e VideoLottery. Avviso Pubblico ha sempre espresso parere fortemente contrario ad una iniziativa di questo tipo, capace di attivare un pericoloso circolo vizioso sui territori e che vedrebbe le Regioni fare ciò che per anni è stato contestato allo Stato: stimolare le giocate per fare cassa.

Il documento di Avviso Pubblico

Queste ed altre “spine” della riforma vengono evidenziate nel documento redatto dall’Osservatorio Parlamentare di Avviso Pubblico e inviato alla VI Commissione Finanze del Senato. Una memoria che trae origine dal know-how acquisito dall’Associazione in oltre dieci anni di impegno su questo tema, che non si limita ad evidenziare ciò che – dal nostro punto di vista – non andrebbe fatto, ma avanza diverse e circostanziate proposte per la riforma del settore, proponendo al Governo di gerarchizzare le proprie priorità, a partire dal diritto alla salute dei cittadini, come del resto evidenziato nella relazione di fine mandato resa nota dall’Osservatorio per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, istituito presso il Ministero della Salute.

Il timore è che una riforma del settore azzardo che prosegua nel sentiero fin qui battuto, non solo non sia in grado di riparare alle enormi storture del sistema, ma gli faccia fare un ulteriore passo indietro, eliminando il divieto di pubblicità, coinvolgendo le Regioni nella spartizione del gettito erariale e, non ultimo, eliminando di fatto il distanziometro ed altri strumenti che – profondamente osteggiati dagli operatori del settore – hanno invece consentito in questi anni di arginare il problema dipendenza da azzardo su rete fisica.

L’impegno prosegue

Al netto delle importanti scelte che saranno prese in sede parlamentare, prosegue l’impegno di Avviso Pubblico nella prevenzione e nel contrasto alle criticità innescate dall’abuso d’azzardo sui territori. Lo scorso 13 febbraio è stata presentata a Milano la seconda edizione de La trappola dell’azzardo, il progetto con BPER Banca, che ha il dichiarato obiettivo di aumentare la consapevolezza dei rischi e dei pericoli che ruotano intorno al mondo del gioco d’azzardo, cercando di coinvolgere e sensibilizzare soprattutto il mondo giovanile.

Inoltre, accanto al consueto monitoraggio del fenomeno e alla relativa documentazione prodotta dall’Osservatorio Parlamentare di Avviso Pubblico, ricordiamo la nuova iniziativa di Se questo è un gioco, progetto finanziato da Fondazione Adventum, che ha realizzato un podcast distribuito da Altreconomia, attraverso cui viene offerta una panoramica completa che va dall’analisi sanitaria a quella sociale ed economica del fenomeno.

 

* Giornalista, autore de La pandemia d’azzardo (Altreconomia, 2021) e curatore di Lose For Life (Altreconomia, 2017). Responsabile dell’Osservatorio Parlamentare di Avviso Pubblico.

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