È possibile mettere la dignità delle persone al centro della prassi della Giustizia? È la domanda a cui proviamo a rispondere nella nuova puntata di #CONTAGIAMOCIDICULTURA di questa settimana. Lo facciamo con un viaggio attraverso la definizione di giustizia riparativa, tentando di coglierne il senso e le straordinarie potenzialità, in grado di ridisegnare non solo la giustizia penale, ma le forme di convivenza sociale anche di fronte alla dimensione del reato come possibilità di riparazione dell’offesa.
Ecco la nuova pillola della rubrica di Avviso Pubblico nata per conoscere, analizzare e approfondire il sottobosco criminale, per prevenire e contrastare le infiltrazioni mafiose e i fenomeni corruttivi, per tentare di impedire che mafiosi e corrotti possano ancora continuare a danneggiarci.
Questa volta presentiamo il libro “La giustizia accogliente” (Franco Angeli editore, 2022), di Grazia Mannozzi e Roberto Mancini, con la prefazione dell’ex ministro della Giustizia Marta Cartabia. Giurista e docente di Diritto penale all’Università dell’Insubria, la prima, dove insegna anche Giustizia riparativa e autrice “Giustizia riparativa. Formanti, parole e metodi” (con G.A. Lodigiani, Giappichelli, Torino, 2017). Filosofo e docente di Filosofia teoretica all’Università di Macerata, il secondo, dove insegna anche Filosofia dello sviluppo sostenibile e autore di “Gandhi. Al di là del principio di potere” (Feltrinelli, Milano, 2021).
Dal punto di vista legislativo “siamo ad una svolta epocale”, dice Grazia Mannozzi: «Con il decreto legislativo 150 (la cosiddetta riforma Cartabia, ndr), l’Italia non solo introduce una normativa per recuperare efficienza nel processo, ma si dota per la prima volta di una normativa organica sulla giustizia riparativa, allineandosi ad altri paesi europei, occupandosi di tutti gli aspetti: i valori, gli standard, i principi, i programmi, ma anche la formazione dei mediatori e dei facilitatori dei conflitti».
“La Giustizia accogliente”– insiste Mannozzi – si struttura su parole chiave: relazione, comunità, dialogo, capacità, responsabilità, riconciliazione, cura, verità, inclusione, trasformazione, giustizia, democrazia, sostenibilità. “Ognuna di esse è considerata anzitutto nel suo profilo giuridico e poi nel suo valore culturale. In tal modo, le competenze della giurista e del filosofo entrano in dialogo per delineare il volto di una giustizia accogliente, che è tale nella misura in cui riesce a lavorare sulla relazione interpersonale e sociale, sul dialogo, sulla riparazione dell’offesa, sull’ascolto dei bisogni delle vittime, sull’inclusione, sulla verità, sulla gestazione di una società più umana“.
«Questo libro propone una prospettiva di trasformazione – spiega Roberto Mancini -. Attivare i percorsi della giustizia riparativa, formare gli operatori, muoversi in una cultura che abbia questo orizzonte, significa anche promuovere una convivenza sociale che guardi alle persone e alla loro dignità, anche in situazioni segnate dalla commissione di reati, promuovendo quindi una forma di convivenza in cui la dignità delle persone resti il criterio orientativo della prassi della Giustizia».