I primi interventi a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto nel Centro Italia e l’avvio dei programmi di ricostruzione dei centri abitati impongono massimo rigore e trasparenza delle procedure di spesa, anche al fine di evitare che imprese mafiose (o comunque ad esse collegate) possano utilizzare anche questo tragico evento per accrescere i propri profitti, come purtroppo avvenuto in passato in occasione dei terremoti dell’Irpinia, dell’Emilia Romagna e dell’Abruzzo.
In questo contesto assumono un particolare rilievo le informative antimafia, redatte dalle prefetture sulla base degli elementi raccolti da forze dell’ordine e magistratura, volte ad identificare le aziende su cui grava il sospetto di infiltrazione da parte della criminalità organizzata ed impedire così l’accesso a finanziamenti pubblici e la stipulazione di contratti con le pubbliche amministrazioni.
Sul sito di Avviso Pubblico è disponibile una ricostruzione dello stato dell’arte in materia, con un’analisi della normativa e della più recente giurisprudenza di Tar e Consiglio di Stato: proprio i giudici amministrativi hanno dato un importantissimo contribuito a precisare i contorni di tale istituto, agevolando il lavoro delle prefetture e rendendo più difficile l’accoglimento dei ricorsi presentati dalle aziende interessate.
Appare auspicabile che il Ministero dell’Interno fornisca dati aggiornati sull’attività dalle singole prefetture in questo campo, al fine di consentire di apprezzare il prezioso lavoro quotidiano svolto dalle amministrazioni pubbliche per assicurare il rispetto della legalità e dare concretezza e significato reale alla lotta alle organizzazioni criminali e alla corruzione.