I PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI IN MATERIA DI CONTRASTO ALLE MAFIE E ALLA CORRUZIONE

 Qui di seguito sono analizzati, suddivisi per materia, i principali provvedimenti approvati in questa legislatura riguardanti la lotta alle mafie e alla corruzione; sono altresì indicati altri importanti progetti di legge, la cui discussione è stata avviata presso uno dei rami del Parlamento ma il cui iter non si è però concluso.

  1. Riforma del codice antimafia e riutilizzo sociale dei beni confiscati

 La riforma del codice antimafia. Particolare importanza riveste la legge n. 161 del 2017 di riforma complessiva del decreto legislativo n. 159 del 2011 – Codice antimafia (il primo dei sei provvedimenti contenuti nell’Appello di Avviso Pubblico), che contiene una serie di disposizioni molto importanti ai fini del riutilizzo sociale dei beni confiscati e, in particolare:

  • lo snellimento delle procedure di sequestro e confisca, anche attraverso una più celere verifica dei diritti di terzi, la limitazione dei casi di giustificazione della legittima provenienza dei beni, l’assegnazione in via provvisoria dei beni sequestrati e l’istituzione di sezioni o collegi specializzati per i procedimenti previsti dal Codice antimafia;
  • un più ampio ricorso agli istituti dell’amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche e del controllo giudiziario delle aziende di cui agli artt. 34 e 34 bis del d.lgs. 159 del 2011;
  • l’estensione della confisca allargata, assimilandola alla disciplina della confisca di prevenzione antimafia;
  • lo stanziamento di nuove risorse per il riutilizzo sociale delle aziende e degli altri beni confiscati, con l’istituzione in particolare di un fondo di rotazione e di altre agevolazioni e una più puntuale valutazione delle condizioni necessarie per la prosecuzione dell’attività delle aziende;
  • il potenziamento dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati;
  • una maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari, che dovrà comunque garantire competenze idonee allo svolgimento dell’incarico assegnato ed assicurare una rotazione degli incarichi.

All’interno della legge anche l’estensione delle misure di prevenzione personale a specifici casi di corruzione (vedi più approfonditamente il paragrafo 7).

Altre disposizioni sui beni confiscati. In precedenza erano state approvate altre disposizioni, di portata più limitata, in materia di beni confiscati alla criminalità organizzata:

  • il decreto legge n. 104 del 2013 Norme in materia di istruzione ed università prevede la destinazione del 3 per cento delle somme di denaro confiscate alle mafie alla concessione di borse di studio (sui ritardi nell’attuazione di tale norma vedi la discussione alla Camera del 15 novembre 2017);
  • il decreto legislativo n. 137 del 2015 Disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2006/783/GAI del 6 ottobre 2006 del Consiglio dell’Unione europea riguarda l’applicazione del principio del reciproco riconoscimento delle decisioni di confisca e il decreto legislativo n. 202 del 2016 Attuazione della direttiva 2014/42/UE relativa al congelamento e alla confisca dei beni strumentali e dei proventi da reato nell’Unione europea è invece volta ad ampliare le misure di contrasto della criminalità organizzata a livello europeo. Si tratta di provvedimenti volti a potenziare l’utilizzo dello strumento della confisca dei beni di provenienza illecita in tutti i Paesi dell’Unione, assicurando l’effettiva esecuzione dei provvedimenti di sequestro e di confisca disposti dallo Stato italiano;
  • con la legge n. 208 del 2015 Legge di stabilità per il 2016 sono state introdotte alcune misure di sostegno alle aziende confiscate alla criminalità organizzata e di rafforzamento delle competenze dei dipendenti dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati (art. 1, commi 192-198).

Certificazione antimafia. Il decreto legislativo n. 153 del 2014 semplifica le procedure connesse al rilascio della documentazione antimafia, necessaria per la stipula di contratti pubblici e l’ottenimento di autorizzazioni e finanziamenti; la legge n. 121 del 2015 estende l’obbligo della certificazione antimafia anche ai familiari residenti all’estero; ulteriori interventi sono contenuti nella legge n. 205 del 2017. Le misure per estendere l’obbligo di ricorso alla certificazione antimafia per i titolari di fondi agricoli che usufruiscono di fondi europei e per i soggetti consorziati sono state ridimensionate dalla legge n. 205 del 2017 (legge di bilancio per il 2018).

Ulteriori modifiche al codice antimafia. Il decreto legge n. 7 del 2015 (convertito nella legge n. 43 del 2015) estende tra l’altro l’applicazione delle misure di prevenzione e in materia di espulsione dallo Stato a coloro che commettono atti di terrorismo, prevedendo la possibilità per il questore di disporre in via d’urgenza il ritiro dei documenti validi per l’espatrio, salvo successiva convalida. Inoltre è attribuita anche al Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo la titolarità della proposta di applicazione delle misure di prevenzione patrimoniale.

 

  1. Altri provvedimenti di contrasto alle mafie

Scambio elettorale politico-mafioso. All’inizio della legislatura le Camere hanno approvato la legge n. 62 del 2014 Modifica dell’articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso. Il nuovo testo dell’art. 416-ter del codice penale prevede due fattispecie di reato, entrambe punite con la reclusione da 4 a 7 anni. La prima riguarda chiunque accetti la promessa di procurare voti mediante le modalità proprie dell’associazione mafiosa (fondate sull’intimidazione, così come definita dal terzo comma dell’art. 416 bis) in cambio dell’erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di “altra utilità” (ampliando così la varietà delle prestazioni che possono essere garantite dall’associazione mafiosa). Il reato si sostanzia, quindi, anche se il procacciamento di voto non sia davvero avvenuto, ma solo promesso. La seconda riguarda chi promette di procurare voti con le medesime modalità intimidatorie: viene così punito anche il procacciamento di voti.

Successivamente, la legge n. 103 del 2017 Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento penitenziario ha inasprito il quadro sanzionatorio, sanzionando il reato di cui all’art. 416-ter con la pena della reclusione da 6 a 12 anni (anziché da 4 a 10 anni).

Si segnala inoltre che la legge n. 19 del 2015 Divieto di concessione dei benefici ai condannati per il delitto di cui all’articolo 416-ter del codice penale ha esteso il divieto di concessione dei benefici carcerari (assegnazione al lavoro all’esterno, permessi premio, misure alternative alla detenzione), salvi i casi di collaborazione, anche ai condannati per il delitto di cui all’articolo 416-ter del codice penale. In precedenza tale esclusione era applicata ad altri gravi reati (terrorismo, associazione mafiosa, prostituzione minorile etc) ai sensi dell’art. 4 bis della legge n. 354 del 1975La legge dispone inoltre che le competenze investigative in materia di scambio elettorale politico mafioso siano ora attribuite alla Direzione Distrettuale Antimafia.

Associazione di tipo mafioso. All’interno della legge n. 69 del 2015 Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio vengono anche inasprite le pene per il reato di associazione di tipo mafioso di cui al’art. 416-bis c.p. (art. 5). La legge n. 47 del 2015 Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personaliè volta a limitare la discrezionalità del giudice nella valutazione della custodia cautelare in carcere per alcuni reati di particolare gravità.

Altri provvedimenti discussi. Si segnalano in particolare i seguenti provvedimenti di cui non si è concluso l’iter:

  • le misure di rateizzazione del debito per le vittime delle richieste estorsive e dell’usura (AC 4073) volte ad ampliare le tutele per gli imprenditori che denunciano intimidazioni del racket;
  • le disposizioni a favore delle vittime del dovere e della criminalità organizzata (AS 1715), al fine di eliminare le differenze di trattamento previste dalla legislazione vigente.

 

  1. Testimoni di giustizia

Proprio al termine della legislatura è stata approvata la legge n. 6 del 2018 sui testimoni di giustizia (uno dei sei provvedimenti indicati nell’Appello di Avviso Pubblico, Libera e altre organizzazioni) volta a distinguere la posizione dei testimoni di giustizia (di norma semplici cittadini – ad esempio imprenditori oggetto di racket o di usurai – che danno uno specifico apporto alle indagini della magistratura e che per questo possono essere perseguitati da gruppi criminali) da quella dei collaboratori di giustizia (che fanno invece parte di organizzazioni criminali e che proprio per questo sono in grado di fornire informazioni utili per lo svolgimento delle indagini, ottenendo in cambio benefici di varia natura).

A tal fine sono ampliate le forme di vigilanza e sostegno ai testimoni di giustizia e ai familiari, privilegiando il loro mantenimento nella località di origine e introducendo la figura del referente del testimone di giustizia, volto ad assisterlo nei suoi rapporti con le istituzioni.

  

  1. Norme in materia di contrasto dello smaltimento illecito dei rifiuti

Nel corso della legislatura sono stati approvati importanti provvedimenti volti a contrastare l’attività illecita delle organizzazioni criminali nello smaltimento dei rifiuti, che ha prodotto danni estremamente gravi per l’ambiente in molte zone del Paese.

La legge sugli ecoreati. La legge n. 68 del 2015 Disposizioni in materia di delitti contro l’ambienteprevede l’inasprimento delle sanzioni e l’introduzione di nuove fattispecie nel codice penale (Titolo VI-bis dei delitti contro l’ambiente, art. 452 bis e seguenti).

Più in dettaglio, l’articolo 1 prevede 6 nuovi delitti: inquinamento ambientale; disastro ambientale; traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività; impedimento del controllo; omessa bonifica; ispezione di fondali marini. Sono previste aggravanti se tali delitti sono commessi in forma associativa ovvero quando un qualsiasi reato è commesso al fine di commettere uno dei delitti ambientali (c.d. “aggravante ambientale”). Le pene possono essere diminuite in caso di ravvedimento operoso prima della definizione del giudizio. E’ disposta la confisca dei beni del condannato per i reati ambientali. Il condannato è obbligato al recupero ed al ripristino dello stato dei luoghi (se possibile). La norma prevede il raddoppio dei termini di prescrizione del reato per i nuovi delitti. Viene inoltre prevista l’estinzione delle contravvenzioni in caso di adempimento da parte del responsabile della violazione di una serie di prescrizioni e di pagamento di una somma di denaro. Sono infine introdotte disposizioni sulla responsabilità degli enti, con sanzioni pecuniarie ed interdittive (sospensione o revoca di autorizzazioni e licenze, esclusione da agevolazioni e finanziamenti etc) a carico dell’ente in caso di delitti contro l’ambiente. L’articolo 2 aumenta le sanzioni per le violazioni della Convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione.

L’indagine sulla prima attuazione. La Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dei rifiuti ha svolto una prima verifica sull’attuazione della legge n. 68 (doc. XXIII, n. 26), basata su relazioni e documenti degli uffici giudiziari e di altri organismi che, sia pure basati su dati parziali e riferiti ad un periodo temporalmente limitato forniscono valutazioni su alcuni aspetti critici della nuova normativa sia dal punto di vista interpretativo che organizzativo.

La relazione si sofferma in particolare sulla nuova fattispecie dell’inquinamento ambientale di cui all’articolo 452-bis del codice penale, che prevede la reclusione da due a sei anni (e una multa da 10.000 a 100.000 euro) a chi cagiona abusivamente una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili delle acque, dell’aria, del suolo o di un ecosistema, della biodiversita’, anche agraria, della flora o della fauna. In base ai dati raccolti, tra i nuovi “ecoreati” tale fattispecie è quella maggiormente contestata su tutto il territorio nazionale, a conferma della bontà della scelta effettuata dal legislatore. Al tempo stesso, sono emerse rilevanti criticità in sede applicativa, ciò che ha indotto molti Uffici giudiziari ad applicare prudentemente la nuova norma penale. Un incentivo ad un maggiore utilizzo di tale disposizione può derivare dalla pronuncia della Corte di cassazione (Sez. III penale, n. 46170 del 3 novembre 2016), che ha espresso in particolare il proprio orientamento interpretativo in ordine ai concetti di “compromissione o un deterioramento significativi e misurabili”.

Si registra un numero significativo di contestazioni anche per i reati di disastro ambientale (art. 452-quater c.p.) e per i delitti colposi contro l’ambiente (art. 452-quinquies c.p); più limitato il numero delle contestazioni per i delitti di traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività (art. 452-sexies c.p.), di impedimento del controllo (art. 452-septies c.p.) e di omessa bonifica (art. 452-terdecies c.p.). Per tali fattispecie – ad eccezione per quella riguardante i reati di disastro ambientale – non sono state sollevate questioni interpretative.

Per la fattispecie di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale (art. 452-ter c.p.), anch’essa di limitata applicazione, è stata sollevata una problematica di ordine sistematico – valevole in generale per i nuovi “eco-delitti” – sull’assenza di una corrispondente forma di tutela penale per le ipotesi di morte o lesioni conseguenti alle più gravi fattispecie di disastro ambientale e di delitti colposi contro l’ambiente.

Non è stato possibile effettuare una valutazione della concreta applicazione del procedimento speciale per perseguire i reati contravvenzionali in materia ambientale (artt. 318-bis e ss. del D.Lgs. n. 152/2006: il soggetto responsabile di reati ambientali può provvedere al ripristino della situazione preesistente, sulla base delle prescrizioni dei soggetti competenti, ed estinguere così il reato pagando una contravvenzione). Sono emerse peraltro numerose problematiche interpretative (per le quali sarebbe opportuna l’emanazione di apposite circolari da parte procure generali), con particolare riguardo alla tipologia di reati esclusi da tale procedimento, al soggetto beneficiario delle somme versate e al soggetto competente a definire le prescrizioni: per superare tali divergenti interpretazioni, la relazione suggerisce.

Accanto agli aspetti di natura interpretativa, la raccolta di informazioni e dati è servita a valutare la necessità di adeguare mezzi e risorse per rendere possibile l’attuazione della legge (in termini di polizia giudiziaria, personale specializzato, strutture e soggetti pubblici competenti ad effettuare gli accertamenti tecnico-scientifici), tenuto anche conto dell’assenza di stanziamenti aggiuntivi nella legge n.68/2015. L’applicazione della nuova normativa presuppone infatti un lavoro complesso, spesso molto lungo, da parte della polizia giudiziaria e delle Procure al fine di appurare, nei singoli casi concreti, la sussistenza dei numerosi e potenzialmente controversi elementi costitutivi dei nuovi reati ambientali, e supportarli di adeguati elementi di prova nell’ambito del procedimento penale. Ad esempio, le indagini presso determinati distretti produttivi caratterizzati da intensa o significativa industrializzazione hanno evidenziato l’esistenza di una pluralità di cause inquinanti, ciò che rende difficile l’accertamento del nesso causa-effetto tra l’evento inquinante e le condotte oggetto di indagine. In caso di impianti dismessi o in siti maggiormente isolati si scontano inoltre le difficoltà investigative legate all’accertamento di comportamenti anche assai risalenti nel tempo e commessi in luoghi spesso situati in proprietà o pertinenze interdette o comunque non immediatamente accessibili al pubblico.

Altro aspetto problematico è quello relativo alla mancata identificazione di un responsabile dei reati, ciò che porta alla richiesta di archiviazione anche in caso di fatti molto gravi (in base ai dati raccolti dalla Commissione, i procedimenti contro ignoti rappresentano una quota significativa delle contestazioni relative ai nuovi “eco-delitti”); la relazione sottolinea comunque l’estrema importanza delle indagini giudiziarie anche in funzione di deterrenza e prevenzione.

Il decreto legge sulla Terra dei fuochi. In precedenza, nel decreto legge n. 136 del 2013 (convertito nella legge n. 6 del 2014Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate sono contenute una serie di disposizioni con particolare riferimento alla cd. Terra dei fuochi. All’art. 3, comma 1, è introdotta nel Codice dell’ambiente (art. 256 bis) una nuova figura di reato, la combustione illecita di rifiuti, che riguarda coloro che appiccano il fuoco a rifiuti abbandonati o depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate. La pena (da 2 a 5 anni) si applica anche al reato preparatorio ovvero all’abbandono illecito di rifiuti (art. 255, comma 1, del Codice) ove finalizzato alla loro combustione illecita. Sono inoltre previste circostanze aggravanti in caso di rifiuti pericolosi o se effettuato nell’ambito di un’attività organizzata ovvero commessi in territori caratterizzati da una situazione di emergenza ambientale. Per rendere più efficaci le misure di contrasto è prevista anche la confisca dei mezzi di trasporto utilizzati e dei terreni sui quali sono stati bruciati i rifiuti, se di proprietà dell’autore o compartecipe dei roghi illeciti. Sono a carico dell’autore del reato gli obblighi di bonifica ambientale e di ripristino dello stato dei luoghi. L’art. 3, comma 2 attribuisce ai prefetti delle province della regione Campania il potere di avvalersi transitoriamente di personale militare delle forze armate per le operazioni di controllo del territorio finalizzate alla prevenzione dei delitti di criminalità organizzata e ambientale. L’art. 4 amplia gli obblighi di informazione a carico della magistratura in caso di reati ambientali: dovrà essere comunicato alle amministrazioni centrali e locali l’avvio dell’azione penale al fine di sensibilizzarle all’adozione dei provvedimenti di loro competenza.

 

  1. Gli interventi in materia di appalti

 Il nuovo codice degli appalti. In attuazione della legge n. 11 del 2016 sono stati adottati il decreto legislativo n. 50 del 2016 ed il decreto legislativo n. 56 del 2017, che effettua alcune correzioni alla disciplina sulla base della primissima esperienza di attuazione del nuovo codice. Tra i principi del nuovo codice si segnalano in particolare:

  • riordino delle norme, semplificazione dei procedimenti e flessibilità nell’utilizzo delle procedure da parte delle amministrazioni aggiudicatrici, allo scopo di predisporre procedure non derogabili (ad eccezione di singole fattispecie connesse ad urgenze di protezione civile per calamità naturali) e rendere certi i tempi di realizzazione delle opere;
  • trasparenza e tracciabilità delle procedure di gara, anche al fine di evitare corruzione e conflitti d’interesse, con potenziamento del ruolo di indirizzo, controllo e sanzionatorio dell’Autorità anticorruzione, che assume un vero e proprio ruolo di autorità di vigilanza dei lavori pubblici (la norma sui poteri di impugnazione degli atti di gara illegittimi è stata ripristinata in sede di conversione del decreto legge n. 50 del 2017);
  • definizione dei requisiti di capacità economico-finanziaria, tecnica, organizzativa e professionale degli operatori economici che partecipano alle procedure di gara e rispetto della regolarità contributiva, fiscale e patrimoniale dell’impresa appaltatrice;
  • rispetto dei criteri di sostenibilità energetica e ambientale nell’affidamento degli appalti pubblici e dei contratti di concessione, stabilendo anche un maggiore punteggio per i beni, i lavori e i servizi che presentano un minore impatto sulla salute e sull’ambiente;
  • riduzione degli oneri di gara e semplificazione delle verifiche;
  • riduzione e qualificazione delle stazioni appaltanti (al fine di valutarne le effettive capacità tecnico-organizzative) e nuovo impulso alle gare della Consip;
  • valorizzazione della fase progettuale e contenimento delle varianti in corso d’opera e previsione della rescissione del contratto per variazioni superiori a determinate soglie;
  • previsione dell’Offerta economicamente più vantaggiosa quale regola generale di aggiudicazione (il massimo ribasso rimarrà utilizzabile solo in casi eccezionali tassativamente previsti;
  • divieto nelle opere strategiche di attribuzione al general contractor di compiti di responsabile o direttore dei lavori;
  • istituzione di un Albo nazionale obbligatorio dei commissari di gara e di un Albo dei responsabili, direttori lavori e collaudatori;
  • definizione di criteri in base ai quali qualificare le imprese in base alle loro capacità tecnico- organizzative e alla loro reputazione, in raccordo con la normativa sul rating di legalità;
  • limitazione del ricorso all’arbitrato e una nuova disciplina anche per il processo amministrativo;
  • avvio di procedure ad evidenza pubblica per l’affidamento delle nuove concessioni autostradali;
  • maggiore trasparenza delle procedure di subappalto;
  • nuovi livelli di pubblicità e trasparenza nelle procedure riguardanti gli appalti pubblici e i contratti di concessioni tra enti nell’ambito del settore pubblico (cosiddetti affidamenti in house).

Altri provvedimenti. Vanno ricordati altre misure volte a incentivare la trasparenza e la correttezza delle procedure nei lavori pubblici e, in particolare:

  • il decreto legge n. 90 del 2014 (convertito nella legge n. 114 del 2014Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari contiene una serie di disposizioni per incentivare la trasparenza e la correttezza delle procedure nei lavori pubblici, che possono essere così sintetizzate. Si segnala in particolare l’estensione del meccanismo delle c.d. white list, cioè degli elenchi di imprese, non soggette a rischio di infiltrazioni mafiose, tenuti dalle prefetture; l’attribuzione all’Autorità anticorruzione di una serie di compiti di alta sorveglianza per garantire correttezza e trasparenza nella realizzazione delle opere dell’EXPO 2015 e di alcune tipologie di varianti consentite dal Codice dei contratti pubblici; la possibilità per Autorità anticorruzione e prefetti di incidere direttamente sulla gestione di imprese, aggiudicatarie di appalti pubblici, indagate per delitti contro la PA;
  • la legge n. 229 del 2016 (di conversione del decreto-legge n. 189 del 2016), la legge n. 45 del 2017(di conversione del decreto legge n. 8 del 2017Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e 2017 e la legge n. 172 del 2017 (di conversione del decreto legge n. 148 del 2017) contengono in particolare alcune disposizioni volte ad assicurare la trasparenza delle procedure di spesa: istituzione di una Struttura di missione, di cui fa parte anche il Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, per il coordinamento delle attività volte alla prevenzione ed al contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori di ricostruzione; previsione di un’Anagrafe antimafia degli esecutori, al fine di garantire che gli operatori economici che intendono partecipare agli interventi di ricostruzione di cui al provvedimento in esame non siano soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa; un’unica piattaforma informatica per la gestione del flusso delle informazioni della documentazione relativa alle procedure di gara, tracciabilità dei pagamenti; deroghe alle procedure ordinarie del Codice dei contratti.

 

  1. Amministratori sotto tiro

La legge n. 105 del 2017 Norme a tutela dei Corpi politici, amministrativi o giudiziari e dei loro singoli componenti (uno dei sei provvedimenti indicati nell’Appello di Avviso Pubblico, Libera e altre organizzazioni) è il frutto del lavoro della Commissione di inchiesta istituita dal Senato ad inizio legislatura (vedi la parte seconda); il provvedimento è volto a contrastare il fenomeno degli atti di intimidazione ai danni degli amministratori locali, attraverso l’inasprimento delle sanzioni per gli atti di intimidazione nei loro confronti. In particolare:

Art. 338 del codice penale (Violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario): viene estesa l’applicazione della norma (che prevede una pena da 1 a 7 anni), da un lato, agli atti di intimidazione nei confronti dell’organo (politico, amministrativo, giudiziario) o dei “suoi singoli componenti” e, dall’altra, ai casi in cui essi sono finalizzati ad “ottenere, ostacolare o impedire il rilascio o l’adozione di un qualsiasi provvedimento, anche legislativo, ovvero a causa dell’avvenuto rilascio o adozione dello stesso” (art. 1). Per tali fattispecie si rende pertanto possibile il ricorso alle misure cautelari e alle intercettazioni e si rendono anche applicabili le circostanze aggravanti previste dall’art. 339 del codice penale, quando il fatto è commesso con l’utilizzo di armi, da più persone riunite, con scritto anonimo etc.

Art. 380 del codice di procedura penale (Arresto obbligatorio in flagranza): è estesa l’obbligatorietà dell’arresto anche ai reati di cui all’art. 338 del codice penale (art. 2).

Art. 339 bis del codice penale (Nuove circostanze aggravanti): in aggiunta alle aggravanti già previste dall’art. 339 del c.p., la norma prevede un’ulteriore aggravante delle pene, da un terzo alla metà, se gli atti di intimidazione (lesione, violenza privata, minaccia, danneggiamento) sono commessi ai danni di un componente di un corpo politico, amministrativo o giudiziario a causa del compimento di un atto nell’adempimento del mandato, delle funzioni o del servizio (art. 3).

Art. 90 del Dpr n. 570 del 1990 (atti di intimidazione nei confronti dei candidati alle elezioni). Si modifica infine il testo unico sulle elezioni degli organi comunali al fine di garantire una tutela specifica anche per agli aspiranti amministratori locali: si estendono infatti le sanzioni previste per la turbativa del diritto di voto (reclusione da due a cinque anni e multa da 600.000 a 4 milioni di lire) anche a coloro che, con minacce o con atti di violenza, ostacolano la libera partecipazione di altri alle competizioni elettorali amministrative (art. 4).

La legge attribuisce infine ad un decreto del Ministero dell’interno la nuova composizione dell’Osservatorio sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, con il compito di effettuare il monitoraggio degli atti di intimidazione anche mediante utilizzo di una banca dati, di effettuare studi e analisi su iniziative di supporto agli amministratori locali vittime di intimidazioni e di promuovere iniziative di formazione degli amministratori locali e di promozione della legalità.

 

  1. Contrasto della corruzione e trasparenza della pubblica amministrazione

Misure di contrasto della corruzione. La legge n. 69 del 2015 Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio prevede in particolare un inasprimento delle sanzioni per i reati contro la pubblica amministrazione (corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per atto contrario ai doveri dell’ufficio, corruzione in atti giudiziari, indebita induzione a dare o promettere utilità, peculato, abuso d’ufficio, concussione), ivi incluse quelle accessorie  (innalzamento del periodo di divieto di concludere contratti con la pubblica amministrazione, estinzione del rapporto di lavoro o di impiego in caso di pene superiori a due anni e l’aumento della durata della sospensione dall’esercizio di una professione o di un’arte). E’ previsto il ravvedimento operoso, con una riduzione della pena per coloro che si adoperano ad evitare conseguenze ulteriori o forniscono prove di reati o collaborano per l’individuazione dei responsabili. Per quanto riguarda specificamente il reato di concussione (art. 317 c.p.) è esteso l’ambito di applicazione anche all’incaricato di un pubblico servizio. Sul piano patrimoniale, è disciplinata la riparazione del danno a vantaggio dell’amministrazione di appartenenza, ferma restando l’azione di risarcimento del danno; il patteggiamento è condizionata alla restituzione integrale del prezzo o del profitto del reato.

La legge detta anche una nuova disciplina delle false comunicazioni sociali (informazioni false ovvero informazioni omesse, la cui comunicazione è imposta dalla legge, in modo idoneo a indurre in errore i destinatari di tali comunicazioni), nel presupposto della frequente connessione della creazione di fondi neri con i delitti contro la pubblica amministrazione. Nella sostanza, il falso in bilancio, in precedenza sanzionato come contravvenzione, torna ad essere un delitto, perseguibile d’ufficio, e punito con la pena della reclusione (da 1 a 5 anni). La nuova disciplina ridefinisce anche l’ambito di applicazione delle cause di non punibilità attualmente previste e l’applicazione di sanzioni pecuniarie alle società in caso di reati in materia societaria previsti dal codice civile.

La legge n. 103 del 2017 Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento penitenziario (un altro dei provvedimenti indicati nell’Appello di Avviso Pubblico), sopra citata, contiene misure volte a contrastare i casi di estinzione di processi per intervenuta prescrizione, con conseguente proscioglimento degli imputati prima di una pronuncia definitiva, che hanno riguardato anche gravi reati a danno dell’ambiente o della pubblica amministrazione. Il provvedimento amplia alcuni casi di sospensione dei termini: inoltre, dopo la sentenza di condanna in primo grado il termine di prescrizione è sospeso fino al deposito della sentenza di appello, fino ad un massimo di un anno e sei mesi; dopo la sentenza di condanna in appello, il termine di prescrizione è sospeso fino alla sentenza definitiva, sempre fino ad un massimo di un anno e sei mesi. Viene inoltre previsto l’aumento della metà dei termini di prescrizione solo per i reati di corruzione (di cui agli artt. da 318 a 322-bis e all’art. 640-bis: “corruzione per l’esercizio della funzione”, “corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio”, “corruzione in atti giudiziari”, “induzione indebita a dare o promettere utilità, “corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio”, “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”), in ragione dei tempi più lunghi richiesti di norma per fare emergere tali reati ed indagare su di essi.

Nella legge n. 161 del 2017 di riforma del codice antimafia (vedi paragrafo 1) è prevista anche l’estensione dell’applicazione delle misure di prevenzione personale e patrimoniale a nuove categorie di reati, tra cui quelli relativi ai delitti contro la Pubblica amministrazione, a condizione che tali reati siano compiuti nel contesto di una truffa aggravata ai danni dello Stato (art. 640 c.p.) o di una associazione per delinquere (art. 416 c.p.) e quindi non più legati all’iniziativa di un singolo, nonché agli indiziati per il delitto di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.), al fine di colpire la c.d. mafia dei terreni.

Segnalazioni di illeciti. La legge n. 179 del 2017 Segnalazioni di illeciti e gravi irregolarità sul luogo di lavoro è volta ad ampliare il ricorso alle segnalazioni di illeciti da parte di dipendenti pubblici e privati, quale strumento di contrasto della corruzione, assicurando loro una maggiore protezione da possibili discriminazioni.  

Disposizioni sulla trasparenza. Il decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97 Misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di cassazione, per l’efficienza degli uffici giudiziari, nonche’ per la giustizia amministrativa, emanato in attuazione della legge delega n. 124 del 2015, prevede anche la revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, individuando i soggetti competenti all’irrogazione delle sanzioni per la violazione degli obblighi di trasparenza. In particolare si riconosce un diritto di accesso civico generalizzato, sia pur con alcune limitazioni anche in assenza di un interesse diretto, concreto e attuale. Per i piani anticorruzione è attribuita all’Anac la competenza ad adottare il Piano nazionale anticorruzione, prima spettante al Dipartimento della funzione pubblica.

Corruzione nel settore privato. Il decreto legislativo n. 38 del 2017 Attuazione della decisione quadro 2003/568/GAI relativa alla lotta contro la corruzione nel settore privato è volto a uniformare l’attuale disciplina alla normativa europea: in particolare vengono riformulate le fattispecie di corruzione tra privati di cui all’art. 2635 del codice civile, si prevede la punibilità anche dell’istigazione alla corruzione tra privati e si inaspriscono le sanzioni per la responsabilità degli enti.

 

Provvedimenti non approvati. Tra le proposte di legge che non hanno completato l’iter vanno ricordate la riforma della legge sui conflitti di interesse, approvata dalla Camera nel febbraio 2016 (AS2258), volta a valorizzare le fasi del controllo preventivo ed estenderne il campo di applicazione, e la nuova disciplina dei gruppi di interesse (AS 1522), finalizzata a regolamentare i rapporti tra il decisore pubblico e i gruppi di interesse, in modo da rendere trasparente l’attività, gli scopi e le risorse umane e finanziarie impiegate dalle lobbies che intervengono nel processo decisionale pubblico. Da segnalare anche le proposte di legge (AS2130 e AS2188) Disposizioni per il contrasto delle false cooperative, volte a rafforzare i controlli sul mondo delle cooperative e a sanzionare i comportamenti scorretti (alcune misure sono contenute nella legge di bilancio per il 2018).

 

  1. La nuova legge sul caporalato

La legge n. 199 del 2016 Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura, è volta a contrastare il fenomeno criminale del caporalato e ad introdurre nuove forme di supporto per i lavoratori stagionali in agricoltura. Più in dettaglio essa prevede in particolare:

  • nuove sanzioni penali e misure patrimoniali per chi recluta o manodopera sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento; per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro commesso con violenza e minaccia è obbligatorio l’arresto in flagranza;
  • l’assegnazione del Fondo anti-tratta dei proventi delle confische ordinate a seguito di sentenza di condanna per il delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, con destinazione di parte delle risorse alle vittime del reato di caporalato;
  • il potenziamento della Rete del lavoro agricolo di qualità (registro cui sono iscritte le imprese agricole che non hanno riportato condanne per violazioni della normativa in materia di lavoro, legislazione sociale e fiscale);
  • nuove misure per migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori stagionali.

  

  1. Riciclaggio

Il decreto legislativo n. 90 del 2017 Attuazione della direttiva (UE) 2015/849 relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo è volto a migliorare gli strumenti di lotta contro il riciclaggio dei proventi di attività criminose e il finanziamento del terrorismo.

In particolare, è previsto l’ampliamento dei soggetti obbligati a trasmettere le informazioni; la norma fa riferimento alle “persone politicamente esposte” (tra gli altri, assessori e consiglieri regionali, parlamentari europei, direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere, sindaci dei comuni con popolazione non inferiore a 15.000 abitanti e i vertici delle società da questi partecipate) nei cui confronti devono essere effettuati controlli più approfonditi.

Il provvedimento ribadisce il ruolo dell’Unità di informazione finanziaria (UIF) della Banca d’Italia (competente a svolgere l’analisi finanziaria delle segnalazioni di operazioni sospette), della Direzione investiva antimafia (DIA, il cui ruolo viene rafforzato), del Ministero dell’economia e delle finanze (che può disporre ispezioni) e delle forze di polizia (in particolare del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, cui spettano gli approfondimenti di carattere investigativo) E’ istituito un nuovo organismo presso il Ministero dell’economia, il Comitato di sicurezza finanziaria e delle finanze, responsabile dell’analisi nazionale del rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo.

Il decreto istituisce il Registro dei titolari effettivi di persone giuridiche e trust, allo scopo di accrescere la trasparenza e di fornire alle autorità strumenti efficaci per la lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. E’ prevista altresì la centralizzazione, in un’apposita sezione del registro delle imprese, delle informazioni sulla titolarità effettiva dei trust produttivi di effetti fiscali.

Il provvedimento disciplina per questo comparto la procedura del whistleblowing: i soggetti obbligati devono predisporre processi idonei a garantire in forma anonima la segnalazione di operazioni sospette da parte dei propri dipendenti.

Obblighi ulteriori sono posti a carico dei prestatori di servizi di gioco, con l’adozione di procedure e sistemi di controllo nonché di identificazione dei giocatori adeguati a contrastare le attività di riciclaggio operate in questo settore e a garantire la piena tracciabilità dei flussi finanziari, con particolare riferimento al gioco online e alle videolottery.

Disposizioni specifiche sono infine dettate per il money transfer, attività di rimessa di denaro all’estero, altro settore caratterizzato da un elevato rischio di infiltrazione criminale.

Altri provvedimenti. Nel corso della legislatura sono stati adottati altre disposizioni in materia di riciclaggio. Si ricordano in particolare:

– la legge n. 186 del 2014 Disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all’estero nonche’ per il potenziamento della lotta all’evasione fiscale. Disposizioni in materia di autoriciclaggioche modifica le sanzioni per i reati di riciclaggio ed introduce il reato di autoriciclaggio;

– il D.Lgs. n. 8 del 2016 Disposizioni in materia di depenalizzazione, che trasforma in illecito amministrativo alcune violazioni della normativa antiriciclaggio (mentre resta ferma la rilevanza penale di altre fattispecie);

– la legge n. 205 del 2017 Legge di bilancio 2018 prevede l’istituzione presso l’Agenzia delle dogane e dei monopoli di un registro dei distributori ed esercenti di gioco a fini di antiriciclaggio.

 

  1. 21 marzo, Giornata della memoria

La legge n. 20 del 2017 istituisce la “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, da celebrarsi il 21 marzo di ogni anno, primo giorno di primavera, come avviene sin dal 1996 in tutta Italia, grazie alla partecipazione di Libera, Avviso Pubblico, delle realtà del terzo settore, delle scuole, dei cittadini che, assieme alle centinaia di familiari delle vittime, si ritrovano ogni anno per ricordare nome per nome tutti gli innocenti morti per mano delle mafie.

In occasione del Giornata della memoria, le scuole e le altre Istituzioni promuovono iniziative volte alla sensibilizzazione sul valore storico, istituzionale e sociale della lotta alla mafia e delle vittime della criminalità organizzata.

L’approvazione di questo provvedimento era stata sollecitata con l’Appello di gennaio 2017 di Avviso Pubblico, Libera e altre organizzazioni.

 

  1. Altri provvedimenti in materia di giustizia

La legge n. 132 del 2015 (conversione del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83) Misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell’amministrazione giudiziaria contiene in particolare disposizioni di riforma della legge fallimentare, anche al fine di agevolare il reperimento di risorse finanziarie da parte dell’imprenditore in stato di crisi (sul tema vedi anche l’intervento del Ministro Orlando in Commissione antimafia nella seduta del 30 giugno 2015).

Il decreto legislativo n. 34 del 2016 Norme di attuazione della decisione quadro 2002/465/GAI relativa alle squadre investigative comuni è un provvedimento volto a favorire le attività investigative, senza bisogno di rogatorie, e di sviluppare una fiducia reciproca tra operatori di giurisdizioni appartenenti a Stati diversi, al fine di contrastare con maggiore efficacia la criminalità organizzata.

Il decreto legislativo n. 52 del 2017 Attuazione della Convenzione relativa all’assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell’Unione europea autorizza la ratifica della Convenzione di Bruxelles del 2000 sull’assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell’Unione, tra le quali anche disposizioni sulle squadre investigative comuni e l’utilizzo di agenti infiltrati nelle indagini sulla criminalità (artt. 13 e 14 della Convenzione); all’interno del provvedimento sono state incluse anche alcune disposizioni di riforma del libro XI del codice di procedura penale in materia di rapporti giurisdizionali con autorità straniere e di estradizione per l’estero.

 

  1. Gioco d’azzardo e lotta alla ludopatia

 Soltanto uno dei provvedimenti indicati nell’Appello di gennaio 2017 non è stato approvato dalle Camere: si tratta del riordino complessivo del settore del gioco d’azzardo, al fine di contrastare il fenomeno della ludopatia e, al tempo stesso, la forte presenza della criminalità organizzata nel settore del gioco lecito ed illecito, come emerge anche dal lavoro svolto dalla Commissione Antimafia (vedi infra, parte seconda). La delega al Governo prevista dalla legge n. 23 del 2014 non è stata infatti esercitata; e le misure contenute nei provvedimenti fiscali e di bilancio sono volti a regolare soprattutto gli aspetti di natura tributaria e sulle concessioni. In particolare:

  • con la legge n. 208 del 2015 (legge di stabilità per il 2016) è stato aumentato il prelievo erariale unico (PREU) sulle newslot, riducendo contestualmente la percentuale minima destinata alle vincite (pay out); sono introdotte alcune limitazioni alla pubblicità del gioco d’azzardo, con riferimento alle reti televisive generaliste; si affida alla Conferenza unificata Stato autonome locali il compito di definire le caratteristiche dei punti vendita di gioco nonché i criteri per la loro distribuzione sul territorio (su tale aspetto leggi questa scheda);
  • con il decreto legge n. 50 del 2017 è stato disposto un nuovo aumento della tassazione  sia sulle slot machine che sulle vincite di alcune tipologie di gioco (Lotto, Enalotto, lotterie istantanee etc); nel corso dell’iter in Commissione Bilancio sono state approvate anche altre disposizioni sulla riduzione delle slot machine, dando così concreta attuazione all’analoga disposizione contenuta nella legge di stabilità per il 2016;
  • nel decreto legislativo n. 90 del 2017, sopra ricordato, sono contenute norme riguardanti la lotta al riciclaggio specificamente rivolte al settore del gioco: in particolare i responsabili dei casino, i distributori ed esercenti del gioco hanno l’obbligo di identificare il cliente che richiede o effettua operazioni di gioco per importo significativi ed è disposto l’utilizzo di mezzi di pagamento tracciabili;
  • nella legge n. 205 del 2017, legge di bilancio 2018, si istituisce un registro dei distributori ed esercenti di gioco a fini di antiriciclaggio, oltre a disposizioni per le gare delle nuove concessioni e sulle slot machine.

 

  1. Enti locali sciolti per mafia

Anche in questo caso è mancata una riforma complessiva dalla disciplina dello scioglimento degli enti locali per infiltrazioni della criminalità organizzata, auspicata anche dalla Commissione Antimafia (vedi infra, parte seconda). Sono state approvate soltanto le seguenti misure per aspetti specifici:

  • l’art. 6 del decreto legge n. 78 del 2015 Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali(convertito nella legge n. 125 del 2015) prevede anticipazioni di liquidità che permettano a tali enti la liquidità necessaria; è consentita inoltre l’assunzione di alcune unità di personale a tempo determinato (uffici alle dirette dipendenze degli organi di direzione politica, direttori generali, dirigenti), con copertura dei relativi oneri a carico del bilancio del comune interessato; a tali enti infine non si applica la disposizione che proibisce alle amministrazioni pubbliche in forte ritardo nei pagamenti di effettuare assunzioni di personale;
  • la legge n. 205 del 2017, Legge di bilancio 2018 stanzia 5 milioni annui per la realizzazione e la manutenzione di opere pubbliche negli enti locali i cui organi consiliari sono stati sciolti per infiltrazioni di tipo mafioso.

 

  1. Contraffazione

 La Commissione di inchiesta sulla contraffazione ha elaborato una serie di proposte per contrastare la forte presenza della criminalità organizzata (vedi infra, parte seconda), che però non si sono concretizzate in alcun provvedimento di legge. L’unica proposta di legge discussa in Parlamento è stato l’AS 2308, sull’introduzione di sistemi anticontraffazione, approvata in prima lettura dalla Camera senza però essere licenziata dal Senato.

 

  1. Immigrazione

 Con il decreto legislativo n. 24 del 2014 è stata recepita la direttiva comunitaria 2011/36, relativa alla prevenzione e alla repressione della tratta di esseri umani e alla protezione.

La legge n. 46 del 2017 contiene norme di accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale e di contrasto dell’immigrazione illegale, mentre la legge n. 47 del 2017 è volta a rafforzare le tutele garantite ai minori stranieri non accompagnati, oggetto spesso di traffici da parte di organizzazioni criminali.

Su altri provvedimenti discussi in Parlamento leggi questa scheda.

 

  1. Altri temi

Tra le altre proposte di legge che non hanno concluso il proprio iter ricordiamo in particolare:

  • le norme per favorire la trasparenza dei partiti politici e la partecipazione democratica (AS 2439), già approvato dalla Camera e ora all’esame del Senato, che contengono anche alcune disposizioni in materia di finanziamenti, contributi, beni o servizi, volte ad assicurare una più ampia rendicontazione e pubblicità dei fondi utilizzati;
  • il provvedimento sulla liberalizzazione della cannabis e dei suoi derivati (AC 3235) che inizialmente modificava alcune norme del testo unico sugli stupefacenti del 1990 al fine di meglio contrastare l’attività illecita delle organizzazioni criminali: l’iter del provvedimento non si è però concluso, fatte salve alcune norme sulla produzione della cannabis, inserite nella legge n. 172 del 2017.

 

QUADRO RIEPILOGATIVO DELL’ATTIVITA’ LEGISLATIVA NELLA XVII LEGISLATURA

 

MATERIA PRINCIPALI PROVVEDIMENTI APPROVATINELLA XVII LEGISLATURA PROVVEDIMENTI IL CUI ITER NON E’ STATO CONCLUSO
  

Codice antimafia e riutilizzo sociale dei beni confiscati

Decreto legge n. 104 del 2013 Norme in materia di istruzione ed universitàDecreto legislativo n. 153 del 2014 Modifiche al codice antimafia

Legge n. 121 del 2015 Obblighi di certificazione antimafia

Decreto legge n. 7 del 2015 Misure antiterrorismo

Decreto legislativo n. 137 del 2015Riconoscimento reciproco a livello europeo delle decisioni in materia di confisca

Legge n. 208 del 2015 Legge di stabilità per il 2016

Decreto legislativo n. 202 del 2016 Attuazione della direttiva 2014/42/UE

Decreto legge n. 148 del 2017 Disposizioni urgenti in materia finanziaria

Legge n. 161 del 2017 Riforma del Codice antimafia

Legge n. 205 del 2017 legge di bilancio 2018

  

 

Altri provvedimenti di contrasto alle mafie

Legge n. 62 del 2014 Modifica dell’articolo 416-terdel codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafiosoLegge n. 19 del 2015 Divieto di concessione dei benefici ai condannati per il delitto di cui all’articolo 416-ter del codice penale

Legge n. 47 del 2015 Modifiche al codice di procedura penale sulle misure cautelari personali

Legge n. 69 del 2015 Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione e associazioni di tipo mafioso

Legge n. 103 del 2017 Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento penitenziario

Concorso esterno in associazione mafiosa (AS 686)

Divieto di propaganda elettorale appartenenti associazioni mafiose (AS 455)

 

Rateizzazione del debito per le vittime delle richieste estorsive e dell’usura (AC 4073)

 

Vittime del dovere e della criminalità organizzata (AS 1715)

 

Testimoni di giustizia Legge n. 6 del 2018 Disciplina dei testimoni di giustizia
 Smaltimento illecito dei rifiuti Decreto legge n. 136 del 2013 Disposizioni per fronteggiare emergenze ambientali e industrialiLegge n. 68 del 2015 Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente
 

Appalti

Decreto legge n. 90 del 2014 Misure per la semplificazione e la trasparenza amministrativaDecreti legislativi n. 50 del 2016 e n. 56 del 2017Nuovo codice degli appalti

Decreti legge n. 189 del 2016n. 8 del 2017n. 148 del 2017 Eventi sismici del 2016 e 2017

Decreto legge n. 50 del 2017 c.d. manovrina

Amministratori sotto tiro Legge n. 105 del 2017 Norme a tutela dei Corpi politici e degli Amministratori locali
  

Contrasto della corruzione e trasparenza della pubblica amministrazione

Legge n. 69 del 2015 Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancioDecreto legislativo n. 97 del 2016 Disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza

Decreto legge n. 50 del 2017 cd manovrina

Legge n. 103 del 2017 Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento penitenziario

Decreto legislativo n. 38 del 2017 Attuazione della decisione quadro 2003/568/GAI sulla lotta contro la corruzione nel settore privato

Legge n. 179 del 2017 Segnalazioni di illeciti e gravi irregolarità sul luogo di lavoro

Legge n. 205 del 2017 legge di bilancio 2018

Riforma della legge sui conflitti di interesse (AS 2258)

 

Nuova disciplina dei gruppi di interesse (AS 1522)

 

Disposizioni per il contrasto delle false cooperative (AS 2130)

 Caporalato Legge n. 122 del 2016 Legge europea 2015-2016Legge n. 199 del 2016 Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura
Riciclaggio Legge n. 186 del 2014 Disposizioni in materia di rientro di capitali detenuti all’estero e di autoriciclaggioDecreto legislativo n. 90 del 2017 Attuazione della direttiva 2015/849 sul riciclaggio e finanziamento del terrorismo Impiego della carta elettronica ai fini del contrasto del riciclaggio (AC 4662)
21 marzo, Giornata della memoria Legge n. 20 del 2017 Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie
 Altri provvedimenti in materia di giustizia Decreto legge n. 83 del 2016Misure in materia fallimentare, civile e processuale civileDecreto legislativo n. 52 del 2017 Convenzione sull’assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati dell’Unione europea
 Gioco d’azzardo e lotta alla ludopatia Legge n. 23 del 2014 Delega in materia fiscaleLegge n. 208 del 2015 Legge di stabilità per il 2016

Decreto legge n. 50 del 2017 cd manovrina

Decreto legislativo n. 90 del 2017 norme in materia di riciclaggio

Legge n. 205 del 2017 Legge di bilancio 2018

Riforma complessiva del settore (AS 2024 e abb)Misure di prevenzione della ludopatia (AC 101 e abb)

Divieto di pubblicità (AC 3234e abb)

 Enti locali sciolti per mafia Decreto legge n. 78 del 2015 Disposizioni urgenti in materia di enti territorialiLegge n. 205 del 2017 legge di bilancio 2018 Riforma complessiva della disciplina sulle infiltrazioni mafiose nelle istituzioni locali (AS 795 e abb)
 Contraffazione   Agevolazioni per l’introduzione di sistemi anticontraffazione (AS 2308 e abb)
 Immigrazione Decreto legislativo n. 24 del 2014 prevenzione e repressione della tratta di esseri umaniLegge n. 232 del 2016 Legge di bilancio per il 2017 Legge n. 46 del 2017 Norme in materia di immigrazione

Legge n. 47 del 2017 Minori non accompagnati

Disposizioni in materia di cittadinanza (AS 2092)

Disciplina organica del diritto di asilo (AC 327)

Altri temi Trasparenza dei partiti politici e partecipazione democratica (AS 2439)Liberalizzazione della cannabis e dei suoi derivati (AC 3235)

 

 

Appendice: l’Osservatorio sulla legislazione di Avviso Pubblico

Nel dicembre 2014 Avviso Pubblico ha dato vita ad un Osservatorio Parlamentare, garantendo una guida di lettura del dibattito svolto da Camera e Senato sui temi della criminalità organizzata e della corruzione.

Per quanto riguarda l’attività legislativa, oltre ad una ricostruzione della normativa vigente, è disponibile un quadro generale di tutti i provvedimenti approvati in questa legislatura, prendendo in considerazione non solo le leggi specificamente finalizzate alla lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione (come le leggi sullo scambio politico mafioso, sui reati ambientali o sul nuovo codice degli appalti) ma anche le singole disposizioni contenute in provvedimenti di carattere più generale (ad esempio nelle manovre di bilancio). Per ciascun provvedimento c’è una scheda di sintesi con l’indicazione dei testi e dei dossier disponibili, utili per chi vuole fare approfondimenti. Lo stesso metodo è seguito anche per i progetti di legge in discussione presso Camera e Senato, che riguardano temi di altissimo interesse, fornendo informazioni sulle diverse fasi dell’iter legislativo.

Una specifica sezione è dedicata all’attività delle commissioni di inchiesta, istituite con legge ovvero con deliberazione di una delle due Camere. In primo luogo la Commissione Antimafia, con l’analisi delle relazioni presentate (ad esempio sulla riforma del codice antimafia, sui collaboratori di giustizia, sulla formazione delle liste elettorali) ed una sintesi delle audizioni con i rappresentanti del Governo, della magistratura, delle forze dell’ordine e delle associazioni, al fine di fare emergere il contesto di riferimento e le proposte concrete per combattere le organizzazioni criminali. Lo stesso metodo è seguito per altre cinque commissioni di inchiesta: la Commissione sul ciclo dei rifiuti, la Commissione sulle intimidazioni agli amministratori locali, la Commissione sulla contraffazione, la Commissione sul sistema bancario e la Commissione sui migranti, le quali hanno svolto un importante attività di analisi e proposta, anche con riferimento alla presenza delle organizzazioni criminali e al contrasto delle diverse forme di illeciti.

La terza sezione riguarda gli atti di indirizzo e controllo discussi dalle Camere e le risposte del Governo ai quesiti posti da parlamentari con le interrogazioni ed interpellanze, che offrono anch’esse spunti di riflessione in ordine alle problematiche delle materie monitorate da Avviso Pubblico (dalle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle istituzioni locali, all’immigrazione e caporalato fino all’applicazione della legge Severino).

La quarta sezione è dedicata ad una serie di documenti, in genere trasmessi dal Governo alle Camere, che affrontano temi di grande interesse e danno informazioni sulla concreta attuazione di alcune leggi come, ad esempio, sugli enti locali sciolti per mafia o sull’attività della Direzione investigativa antimafia. Sono inoltre fornite le sintesi di alcune rilevanti audizioni effettuate dalle Commissioni parlamentari (ad esempio quelle del Presidente dell’Autorità anticorruzione e quelle in materia di appalti o sui temi dell’immigrazione).

Proprio sulla base del monitoraggio quotidiano dell’attività parlamentare, Avviso pubblico fornisce regolarmente, nella rubrica La settimana parlamentare, un quadro riepilogativo di tutti i temi discussi presso Camera e Senato.

In parallelo, Avviso Pubblico ha sviluppato sul proprio sito una sezione Documentazione (attualmente suddivisa in 11 aree: appalti; beni confiscati; caporalato; comuni sciolti per mafia; contraffazione; corruzione; droga; gioco d’azzardo; immigrazione; mafie; usura e racket) mirando ad estendere progressivamente il campo di analisi anche alla legislazione regionale, ai provvedimenti assunti dagli enti locali e alla giurisprudenza di Tar e Consiglio di Stato.

Tra i settori su cui si è concentrata in particolare la nostra attenzione vanno ricordati quelli degli interventi contro la ludopatia (che hanno visto protagoniste molte Amministrazioni regionali e locali), l’utilizzo della certificazione antimafia nell’ambito degli appalti e, più in generale, dei rapporti delle imprese con la pubblica amministrazione, del riutilizzo sociale dei beni confiscati, degli organismi istituiti a livello regionale e locale sulla presenza della criminalità organizzata, dell’immigrazione e delle infiltrazioni mafiose negli enti locali: a quest’ultimo riguardo il sito fornisce un quadro aggiornato dei provvedimenti assunti dal Governo, delle sentenze dei giudici amministrativi, degli atti di sindacato ispettivo parlamentare, e agevola la comprensione di questo fenomeno grazie anche alle mappe interattive.

In tal modo si vuole mettere a disposizione di amministratori locali, ricercatori ed alle associazioni del movimento antimafia una rilevante documentazione utile ad approfondire gli strumenti previsti dal nostro ordinamento, informando correttamente l’opinione pubblica sulle iniziative realizzate sia a livello nazionale che locale nella lotta alle mafie e alla corruzione. In quest’ottica, appare essenziale sostenere l’Osservatorio, anche attraverso un sempre maggiore coinvolgimento degli esperti nelle singole materie, il cui contributo può garantire un miglioramento costante della qualità della documentazione e la predisposizione di dossier sui diversi temi.

Proprio ai fini di un’analisi di dettaglio dei singoli provvedimenti e documenti citati in questo Rapporto si rinvia all’ampia documentazione presente sul sito di Avviso Pubblico

(febbraio 2018)