Nel corso della seduta del 27 Novembre, la VIII Commissione Ambiente Lavori Pubblici della Camera ha svolto, tra le altre, l’audizione del Presidente dell’Autorità Anticorruzione Giuseppe Busia (video) nell’ambito dell’esame dello Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36.

Qui è disponibile la relazione integrale dell’Anac.

Giuseppe Busia, Anac

Il punto di partenza sono gli elementi che non erano stati inseriti nel Codice Appalti (es. conflitto di interessi, norme titolare effettivo, che invece sarebbero utili per evitare casi come quelli che poi finiscono sulle cronache dei giornali, oltre che per rafforzare la concorrenza), e purtroppo si è persa l’occasione.

Nell’audizione sono stati analizzati alcuni punti su cui c’è stato un intervento, valutando la capacità di arrivare all’obiettivo.

In tema di equo compenso dei professionisti: si è arrivati a un equilibrio, ma la formula tende ad appiattire verso il basso, e si è intervenuti solo sui servizi di ingegneria e architettura tralasciando gli altri (es. servizi legali, consulenze). La formula prevista nel Correttivo premia allo stesso modo chi fa offerte immediatamente sotto la media e chi fa offerte di molto sotto la media: questo spingerà a fare offerte molto al ribasso. Sarebbe meglio usare una formula che porti a graduare il meccanismo.

Si è introdotta la misurazione dell’efficienza della stazione appaltante dal momento della presentazione delle domande alla stipula delle domande: il problema si pone quando i soggetti sono diversi. In questo caso, infatti, non viene detto chi deve essere in qualche modo “punito” per la cattiva performance.

Sull’appalto integrato si è scelto di demandare al Consiglio superiore dei lavori pubblici l’emanazione di linee guida: questa previsione non garantisce particolarmente sull’intervento e, oltretutto, fa sì che (rinviando ad un altro atto) venga meno quell’impianto generale che mirava a rendere il Codice completo in sé stesso. Non assicura l’uniformità degli operatori e il rischio è quello di una sovrapposizione degli interventi.

Anac sta lavorando molto sui soggetti aggregatori e sulle centrali di committenza che cercano di raccogliere la domanda. C’è un tavolo per specializzare le stazioni appaltanti, ma si è scelto di soprapporlo con il tavolo del MEF coi soggetti aggregatori. Probabilmente servirà spiegare che il tavolo del MEF è diverso nelle funzioni e negli obiettivi da quello di Anac (che ha la funzione di spingere le stazioni a specializzarsi).

Sul Collegio Consultivo Tecnico, servirebbe prevedere interventi per non costituirlo sempre in ogni caso, ma solo quando serve.

Interventi sul rispetto della Contrattazione collettiva: l’art. 11 dava regole abbastanza chiare. Con i nuovi elementi e i criteri ulteriori sulla equivalenza delle tutele si rischia di confondere e complicare una situazione che dovrebbe restare il più possibile semplice a beneficio delle stazioni appaltanti. Sui subappalti, inoltre, ci si riferisce ora ai contratti eventualmente equivalenti al livello più basso: questo, oltre ai rischi sulla tutela dei lavoratori, potrebbe creare confusione alle stazioni appaltanti. Servirebbe scoraggiare il subappalto a cascata: la novità è, invece, l’introduzione di un ulteriore elemento di flessibilità.

Sulla concorrenza, la soglia dei 140mila euro per servizi e forniture e quella di 5mln per lavori senza avviso restano tali e quali. Il Governo, con una circolare, aveva detto che si poteva, in certi casi, se non c’è fretta, utilizzare le procedure ordinarie: questa indicazione non è, però, stata inserita nel Codice. Al fine di evitare possibili contenziosi sarebbe utile inserirla nel Codice. È importante, in ogni caso, che la stazione appaltante si impegni sul tema della pubblicità.

Rating reputazionale: è uno strumento essenziale, per qualificare i soggetti economici. Bene semplificarlo, ma l’appello è quello di non rinunciare allo strumento perché, al pari della qualificazione delle stazioni appaltanti, è un elemento centrale.