La Commissione Finanze del Senato ha svolto, nella seduta del 7 Febbraio (mattina; pomeriggio), alcune audizioni in merito allo schema di decreto legislativo sul riordino dei giochi a distanza (AG 116).

Di seguito la sintesi degli interventi che hanno toccato molti aspetti: dal costo del bando (7 milioni, previsto dall’art. 6, comma 5, lett. p dello schema) al tema del modello di mercato, dalle conseguenze sulla salute alla presenza della criminalità organizzata.

ACADI

Vengono evidenziati in primo luogo due aspetti:

  • Costo del bando (art. 6, comma 5, lett. p dello schema): i 7 mln chiesti alle aziende per il bando sono tanti e penalizzano le piccole e medie imprese;
  • Il divieto per i punti del territorio di accettare pagamenti verso l’estero cross-border: misura ritenuta giusta, ma da applicarsi senza indugio, la sua effettiva applicazione non sembra nel testo attuale ben definita

Il riordino nasce dalla delega fiscale. Un riordino complessivo del gioco pubblico (fisico + online), per cui senza indugio bisognerebbe procedere a quello relativo alla rete fisica, per la tutela del gettito erariale: se non regolamentiamo subito il fisico il rischio sarebbe quello di compromettere la rete generalista sul territorio capillare e presidio di legalità. 5,9 mld su 11 del gettito erariale sono generati in particolare dalla rete generalista e dagli apparecchi che ha molti limiti. Il riordino richiederebbe una valutazione complessiva: in Conferenza Unificata si tratti sia quello fisico sia quello online, vedendo tutte le misure per tutti i giochi, per evitare sversamenti da tipologie di gioco colpiti da misure a quelle non colpite. L’obiettivo dovrebbe essere focalizzato nella prevenzione del disturbo da gioco (evitando che la compulsività si sversi da una tipologia all’altra) e nella tutela gettito erariale (visto che l’online contribuisce con 1 mld su 11 generato, e gli altri sono imputabili al gioco fisico).

Atti di impugnazione degli operatori sui provvedimenti di chiusura dovrebbero essere sostenuti dalle istituzioni.

Il +27% del Gratta e Vinci è una sostituzione tra tipologie di gioco rispetto alle “macchinette”? Quando si tocca un aspetto si altera il tutto. Su 150mila lavoratori, 140mila vengono dal territorio. L’evoluzione verso l’online è fondamentale, ma attenzione perché i siti illegali sono una minaccia, così come la criminalità organizzata che risponde alla domanda laddove quella pubblica e legale non c’è.

SAPAR

Fa presente di aver già chiesto che un decreto unitario della disciplina del mercato: la garanzia per i lavoratori è quella di avere regole certe. Si predilige invece un meccanismo che penalizza le piccole e medie imprese, perché le PMI che fanno distribuzione nella rete fisica sul territorio sono spesso anche concessionari per l’online, e il costo d’accesso che oggi lieviterebbe a 7 milioni è eccessivo. C’erano meccanismi per valorizzare le concessioni più piccole. Perdere operatori favorirà i grandi player, si penalizza la potenzialità di raccolta generalista.

L’auspicio è quello che il prima possibile si avvii il confronto in Conferenza Unificata per avere il prima possibile una regolamentazione certa e unitaria sul fisico.

Si prevede una tracciabilità totale della raccolta (sistemi di pagamento elettronici). È giusto: ma va evidenziato che la ricarica massima di €100,00 settimanali del conto gioco (art. 13, comma 5 dello schema) è troppo penalizzante. Per l’utente ciò rischia di rendere più appetibile un altro tipo di offerta di gioco.

Rispetto ai rischi connessi al gioco, non deve passare il messaggio che l’unica via è il divieto. La Conferenza ha, del resto, chiesto la compartecipazione al gettito.

Numeri precisi dalle ASL non ce ne sono. Dalle stime dell’Osservatorio del Min Sal parliamo di 87% di giocatori non a rischio, 9% di giocatori a rischio minimo e di un 4% a rischio moderato o serio: ossia qualche decina di migliaia di persone, in termini assoluti.

Un’altra implicazione del divieto di pubblicità è che farebbe arrivare un messaggio poco chiaro all’utenza (come sottolineato dallo stesso Sen. Lotito).

Garavaglia (Pres. Commissione VI Finanze Senato)

Sottolinea, a proposito della discussione in atto, che 10 milioni di giocatori c’erano, ci sono e ci saranno anche dopo il Decreto.

AGIC FIT STS 

Quadro generale di soddisfazione sullo schema. I 7 mln sono una cifra adeguata rispetto agli obiettivi di finanza pubblica del Governo. Sono, inoltre, finalmente prossime le gare per le concessioni. Cruciale regolamentare subito il fisico (che è una quota importante della raccolta in Italia).

STS

Viene sottolineato che l’art. 13 del D.lgs. individua i punti vendita ricariche (tabaccherie e altri ex tulps 86 e 88): si tratterebbe di un elemento che pone fine a un vuoto normativo. È, dunque, un punto di chiarezza che porterà a restringere i punti vendita ricariche e a esercitare un presidio e un controllo più efficaci.

Il massimo di €100,00 di ricarica settimanale sarebbe una previsione errata anche perché il conto gioco è già censito. STS chiede una riduzione dell’importo di iscrizione all’albo, prevedendo il pagamento una tantum solo alla prima iscrizione, e chiede di alzare l’ammontare della ricarica settimanale sul conto gioco.

ENTAIN Italia

Sottolinea come l’intento del Decreto sembrerebbe essere quello di restringere il numero di operatori e di fare in modo che essi si accorpino tra loro: obiettivi espressamente dichiarati (forte aumento dei costi e dei canoni di concessione). Ci sarò un numero significativamente ridotto di concessioni. A fronte di ciò, ci sarà una maggiore stabilità del settore. Tentativo di dare una svolta al settore c’è. Il Governo ha stimato 50 concessioni sul mercato. Dall’esperienza degli ultimi anni, si ritiene che il settore necessiti di stabilità: il primo contrasto al gioco illegale si fa, infatti, rendendo competitiva l’offerta di gioco legale.

Il decreto propone l’istituzione di un albo per la regolamentazione dei pvr, che partirà prima delle gare. Non si è scelta la strada di fare la gara per individuare i punti in cui installare i pvr. Si poteva ragionare in ottica di multicanalità e di esigenza del cliente (puntando sulla fidelizzazione del cliente, che poi potrà scegliere il canale che il punto mette a disposizione).

L’opzione scelta nel D.lgs. è quella di ridurre il numero degli operatori. Le norme proposte potrebbero portare ad un’eccessiva concentrazione, con barriere alte. Dall’odierno mercato, molto competitivo, con scelte inclusive, oggi si spinge verso la concentrazione. I 7 mln comporteranno una concentrazione. Oggi il costo di 7 mln va associato con una serie di altri costi e di altre barriere. L’effetto combinato porterà ad un ulteriore restringimento del numero di concessionari: si può parlare di effetto espulsivo per alcuni operatori? Forse sì.

EGP FIPE

Si ritiene che il riordino dovrebbe, tanto per l’online quanto per il fisico, revisionare alcuni parametri tecnici. Negli ultimi anni c’è stato uno spostamento tra canali e tipologie, ma non ci sono stati risultati concreti nella lotta alle dipendenze. Gli strumenti in campo, cioè, non avrebbero dato risultati (a parte il registro di auto esclusione, che riguarda solo l’online).

L’importo una tantum di 7 mln sarebbe troppo elevato e restringe troppo la competizione nel settore, senza nemmeno canalizzare l’offerta. L’impegno dei concessionari dovrebbe essere più legato all’innovazione tecnologica che all’importo da versare una tantum. In merito all’art. 13 sui pvr: si ritengono positive le regole più puntuali sui pvr, che non devono essere attività di gioco. Il limite della ricarica settimanale a 100€, invece, andrebbe riportato nei parametri vigenti di antiriciclaggio, anche per agevolare i giocatori che volessero usare i contanti per le ricariche settimanali (si propone un confronto con i limiti più elevati per l’e-commerce).

Giudicata anche positivamente l’apertura dell’Osservatorio agli operatori: anche nelle Regioni si punta sulla collaborazione tra Asl e operatori del gioco. Le azioni di tutela devono essere elaborate, dunque, anche con gli operatori.

LOGICO

Le doglianze sono simili a quelle precedenti. Sui pvr, l’AIR sostiene che i pvr possono essere presenti solo nei punti di raccolta già esistenti. Non avendo fatto la gara prima, l’operatore online che partecipa al bando senza avere la rete precostituita di pvr sarebbe svantaggiato rispetto a chi una rete già ce l’ha. Bene le misure sulla ludopatia (Logico partecipa ai lavori di standardizzazione europea sui rischi patologici). L’online offre strumenti di tutela. Sostengono che si dovrebbe riaprire il capitolo sulla pubblicità, visto che già la Commissione UE nel 2014 affermava che le comunicazioni possono svolgere ruolo per orientare il giocatore sulla proposta legale (il giocatore che si fidelizza può aiutare le imprese a diventare baluardo della legalità). Se non può pubblicizzare il marchio, il giocatore può rivolgersi anche all’illegale. La concessione vale meno se un nuovo operatore non può nemmeno dire, stante il divieto di pubblicità, di essere arrivato sul mercato. I giocatori di poker online, inoltre, oggi non potrebbero giocare con gli stranieri: questa misura restringerebbe il mercato, senza incidere sul numero di giocatori.

ASTRO

I 7 milioni previsti dall’art. 6, comma 5, lett. p dello schema sono tanti e una cifra alta non è necessariamente sinonimo di garanzia e di “pulizia”. Quella del gioco è un’attività che attrae perché produce profitti e i gruppi attratti sono quelli che hanno più possibilità economica e non sono sempre i più “puliti”. Se l’obiettivo era la “pulizia” non è detto che si persegua così. L’obiettivo è ridurre il numero dei soggetti che operano in questo mercato (si stimano in 50 le concessioni che dovrebbero sopravvivere ed affermarsi). Secondo Astro saranno di meno. Bisogna chiedersi se ha senso mettere fuori gioco operatori che operano da anni usando lo strumento del prezzo di ingresso. Anche se da 50 diventassero 60/70 (e non diventerebbero così nemmeno scendendo di molto dai 7 mln attuali) comunque i controlli sarebbero semplici su questi numeri.

Il sistema del gioco pubblico è uno dei più controllati in Italia. Esiste un problema di sostenibilità economica e di espulsione dal sistema. Il modello pvr viene fortemente ridimensionato da questo decreto. Quando può valere una gara per il pvr? Oggi vale in base ai contenuti che vengono attribuiti al pvr. Il pvr è l’elemento di congiunzione tra i due canali, anello che è necessario finché permarrà questo tipo di legge sulla pubblicità. Non c’è possibilità di auto presentazione; il giocatore non ha grande possibilità di capire cosa è lecito e cosa non lo è. Sul contrasto alle dipendenze, come si persegue? Ci sono molti strumenti. Gli operatori vanno formati e devono lavorare con le competenze sanitarie. L’obiettivo del gioco pubblico quando è stato introdotto era quello di contrastare la criminalità e di realizzare una banca dati trasparente del settore: l’analisi dei dati consente di individuare e studiare gli andamenti anomali. L’informazione è una leva potente contro la ludopatia. L’informazione non può essere destinata solo ad attori istituzionali, ma va resa aperta anche alle associazioni per interventi più calibrati. Sarebbe stato meglio gestire in modo unitario il riordino (fisico + online).