Premessa. La Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico ha audito, nella seduta del 24 febbraio 2022, l’ing. avv. Stefano Saracchi, membro del Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori (COPREGI).

L’audizione è iniziata con un introduzione sul Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale presieduto dal Direttore Generale Marcello Minenna. Il Comitato è previsto dal decreto-legge 78 del 2009 art. 15ter, che identifica le competenze del comitato stesso.

Inoltre, nel corso degli anni sono state emanate delle norme che hanno attribuito dei poteri specifici al Comitato. Una tra queste è l’art.29 del decreto-legge 124 del 2019 che conferisce la possibilità all’agenzia di istituire un fondo pari a 100.000 euro per l’utilizzo di scommesse simulate, per entrare all’interno delle sale scommesse e verificare eventuali casi di illegalità con ufficiali e agenti di polizia giudiziaria.

L’avvocato Saracchi partendo dall’acronimo del Comitato COPREGI, ha sottolineato come questo si occupi di prevenzione e repressione, spiegando che il problema dell’illegalità nel gioco non debba più essere individuato con un approccio statico di gioco illegale, ma con un approccio dinamico di illegalità nel gioco.  Secondo il membro del COPREGI è necessario ammettere che l’illegalità non è più soltanto un discrimine tra ciò che è autorizzato e ciò che non lo è, perché attraverso le operazioni svolte si può accertare l’esistenza di infiltrazione di criminalità organizzata anche nel gioco autorizzato.

L’avvocato Saracchi si sofferma poi su alcune situazioni giuridiche che si sono venute a creare con una stratificazione normativa bipartita, tra lo Stato che è chiamato a legiferare in materia di ordine e sicurezza pubblica, e le Regioni responsabili di salute e sanità. Questa possibilità, secondo Saracchi, avrebbe creato una stratificazione normativa regione per regione, che alcune volte ha permesso l’espulsione del gioco pubblico da territorio, favorendo di conseguenza il gioco illegale. È stato poi ripreso, come nelle precedenti audizioni, il tema del gioco legale come uno dei principali metodi utilizzati per il riciclaggio di denaro proveniente da fonti illecite.

Saracchi cita l’Intesa Stato-Regioni sulla legge di riordino del settore, raggiunta nel 2017 e rappresentata in sette punti principali, in cui i primi tre identificavano il sistema di gioco del futuro, mentre gli altri quattro rappresentavano le azioni repressive e preventive da attuare. Non sarebbe ancora chiaro, secondo Saracchi, se i primi tre punti siano “vigenti e cogenti”, informazione ritenuta necessaria per il rinnovo delle concessioni.

Il membro del COPREGI riporta il dato secondo cui nei primi mesi del 2021 sarebbero stati chiusi 150 siti di gioco illegali, dato da tenere in considerazione a causa della sproporzione tra questo numero e i 40 diritti di concessione previsti dal gioco a distanza. L’avvocato Saracchi, come rappresentante del Comitato, afferma quindi che sia necessario un aumento delle concessioni per i giochi legali, in modo da poter esercitare più controlli.

Saracchi cita il DURF, documento unico di regolarità fiscale, previsto dall’art. 30 della legge 124 del 2019, che statuisce come non possano essere titolari o condurre esercizi commerciali di gioco quegli operatori economici che hanno commesso violazioni accertate agli obblighi di pagamento di imposte e tasse o contributi. È stato infine ricordato brevemente il tema dell’intermediazione del gioco e delle norme che vanno a colpire chi fa esercizio del gioco illegale e non ha una concessione, per cui è prevista una reclusione da 3 a 6 anni e una multa sino a 50mila euro.

 

(a cura di Noemi Roszak)