Premessa. La Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico ha audito, nella seduta del 26 maggio 2022, il Capo del III Reparto Operazioni del Comando generale della Guardia di Finanza, il Generale di Brigata Giuseppe Arbore.

Il Generale inizia la sua audizione ringraziando la Commissione per l’invito e auspicando che il suo intervento sia utile ai lavori della stessa. Nella sua presentazione egli delineerà l’azione della Guardia di Finanza (GdF) nel contrasto al gioco illegale, e farà delle proposte per migliorare l’approccio verso questa problematica.

Dagli anni ’90 il gioco legale è in espansione, passando da un volume di raccolta di 17 mld nel 1999 a 100 mld pre-pandemia. Con lo sviluppo tecnologico, inoltre, si è sviluppato il gioco online, tanto che nel 2020 la raccolta di quest’ultimo ha superato quella fisica.

Controllare questo settore è importante e necessario perché gli interessi in gioco sono molteplici: quelli della criminalità, quelli dei giocatori, quelli dello Stato. L’interessamento della criminalità avviene principalmente per due motivi: aumentare i propri profitti e avere un maggior controllo del territorio.

Molto spesso, spiega il Generale, la criminalità si infiltra in questo settore creando società con sede all’estero, in paesi poco collaborativi con le forze di polizia degli altri stati e dove i sistemi di controllo finanziario sono meno evoluti rispetto a quello italiano; essi, infatti, garantiscono l’anonimato senza poter risalire alla catena societaria e quindi individuare il reale intestatario. Inoltre, queste imprese permettono di muovere grandi quantità di denaro con ampia possibilità di riciclarlo.

Accanto a forme tradizionali di illeciti nel gioco, come l’uso di doppie schede per copiare i dati o di deviatori di flussi telematici, si sta diffondendo una nuova modalità che consiste nella creazione di software che vanno a modificare quelli originali, cambiando così il payout. In aggiunta a ciò, sono cresciuti i centri di raccolta misti, legali e illegali, che agiscono su questo duplice denaro all’insaputa dei giocatori.

Dalle indagini condotte dalla GdF, continua il Capo del III Reparto, emerge un livello tecnico elevato raggiunto grazie al reclutamento di professionisti, data la specificità delle competenze richieste non presenti nelle associazioni criminali. Le diverse criminalità che si sono inserite nel gioco illegale non risultano in guerra tra di loro; questo fa capire come sia sufficiente spartirsi il mercato senza creare problemi.

Il Generale passa ad illustrare alcune delle recenti operazioni condotte dalla GdF e i risultati conseguiti; tra queste notiamo:

  • l’operazione “Galassia” dove dall’intercettazione di due indagati si ascolta:” …io cerco i nuovi adepti nelle migliori università mondiali e tu vai ancora alla ricerca di quattro scemi in mezzo alla strada che vanno a fare bam bam io invece cerco quelli che fanno così pim pim, che cliccano e movimentano…”;
  • l’operazione “All-in”, in cui vengono disposte 25 misure cautelari e sequestrate 18 società per un valore complessivo di 43 mln di euro, che attesta la presenza di Cosa Nostra anche nel gioco online;
  • l’operazione “Doppio Gioco”, dove viene scoperta una società con sede a Malta che raccoglieva le giocate solo in contanti in più punti vendita e le reinvestiva in immobili, in totale sono stati confiscati beni per 160 mln di euro.

L’approccio usato durante tutte le operazioni è quello di riscostruire i flussi finanziari e fare attenti controlli patrimoniali. Si agisce sempre su un duplice binario: amministrativo e di polizia giudiziaria. Durante le attività investigative è molto importante la pianificazione operativa. La GdF è coinvolta in un continuo processo di analisi da parte dei suoi reperti speciali, che confluisce in piani operativi dove vengono descritti i fenomeni da aggredire, la geolocalizzazione sul territorio, le indagini già eseguite e i percorsi operativi giurisprudenziali. Riguardo al gioco illegale sono presenti due piani operativi: sui giochi e sulle scommesse. Le analisi speciali sono eseguite non solo tramite le banche dati in loro possesso, ma anche unendo l’esperienza accumulata sui territori.

Il livello tecnologico è aumentato non solo per la criminalità ma anche per chi la contrasta. La GdF, infatti, ha messo in dialogo tutte le banche dati a sua disposizione nella “Dorsale informatica”. Questa dorsale permette, oltre che di incrociare tutti i dati (su una persona, proprietà, conto ecc.), anche un percorso di analisi che guida il finanziere sul campo. Un altro applicativo costituito per gli apparecchi con vincita in denaro è il Gambling risk Analysis (Ga.r.a) che fa dialogare i propri dati con quelli  dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli. Esso serve per evitare di duplicare interventi avendo contezza di quali esercenti abbiano già subito un intervento o un controllo istituzionale, in più riesce a geolocalizzare ciascun apparecchio e in automatico fornisce un alert se uno di questi fa una raccolta sottosoglia rispetto alla media regionale; per ogni macchinetta, inoltre, l’applicativo fornisce le frequenze, l’entità e la storicità delle giocate.

Per il contrasto del gioco online, spiega ancora il relatore, è importante verificare i conti gioco, gli intestatari e i giocatori. Sui primi sono state riscontrate giacenze rilevanti che sono da considerare come banche parallele.

A questi meccanismi di raccolta ed elaborazione delle informazioni si uniscono le segnalazioni relative a illeciti sul gioco, che arrivano ai comandi provinciali da altri soggetti istituzioni (queste devono essere girate anche all’Agenzia delle dogane e dei Monopoli). La GdF partecipa all’Unita Investigative Scommesse Sportive (UISS) e al Gruppo Investigativo Scommesse Sportive (GISS). L’organizzazione dei finanzieri fa capo al Servizio Centrale Investigativo Criminalità Organizzata (SCICO), che ha il ruolo di coordinamento informativo, supporto tecnologico e operativo di tutti i gruppi investigativi sulla criminalità organizzata che sono situati nei nuclei di polizia economica e finanziaria in sede distrettuale. Questa compresenza sulla criminalità organizzata ha un senso preciso, garantire la trasversalità dell’azione, far sì che ci sia un travaso di informazioni, come dice Giuseppe Arbore:” poiché l’illecito commesso dalla criminalità organizzata non è mai unidirezionale ma pluri offensivo”. Un’operazione condotta dallo SCICO è “Mercato” che riguarda 39 persone e 14 imprese, e porta alla luce una gestione illecita di sale VLT, dove i ticket vincenti non erano consegnati ai vincitori reali ma ad altre persone per consentire il riciclaggio.

Il Generale Arbore fa presente come l’aggressione patrimoniale sia centrale nel contrastare il gioco illegale e anche su questo spiega come ci si serva di un applicativo informatico per le indagini, “Molecola”, prodotto grazie alla Direzione Nazionale Antimafia e agli esiti della giurisprudenza, che serve a testimoniare nel tempo come si sia creata la sproporzione fra reddito e patrimonio, strumento questo che è anche sostenibile sul piano processuale. L’indagine patrimoniale parte parallelamente all’indagine normale, per individuare il profitto illecito e per cercare l’applicabilità delle misure di prevenzione. Grazie a questo applicativo si dà senso a ciò che emerge dalle banche dati e si dà un’interpretazione diversa a comuni operazioni commerciali. Quando l’azienda non nasce mafiosa ma subisce infiltrazioni e non risulta profondamente cambiata, si cerca di riportarla alla legalità attraverso istituti come il controllo giudiziario, più miti rispetto alla confisca.

Il settore del gioco è esposto al riciclaggio, ed entra a pieno titolo al sistema di prevenzione del riciclaggio, che si basa su comportamenti attivi dei soggetti obbligati (professionisti, gestori del gioco, esercenti ecc.). Essi devono fornire un contributo informativo attraverso un’adeguata verifica della clientela e un monitoraggio interno per individuare e segnalare le operazioni sospette (SOS). Il 97% delle SOS vengono girate alla GdF mentre il 3% alla Dia, e si è passati da 2600 segnalazioni nel 2017 a 7659 nel 2021, aumento causato principalmente dal gioco online. L’Unità di Informazione Finanziaria (UIF), che è l’organo che riceve le SOS, periodicamente elabora degli alert su comportamenti a rischio e li trasferisce ai soggetti obbligati.

Un importante snodo nel contrasto, continua il relatore, deriva dal controllo sul territorio fisico e virtuale e dai controlli amministrativi ai singoli esercenti.

Il Generale conclude la sua presentazione con dei consigli:

  • un Testo Unico; negli anni l’interesse istituzionale ha portato a una stratificazione di norme che devono essere armonizzate e si auspica un Testo Unico, in modo che sia più facile rispettarlo da parte del mondo delle imprese e controllare per chi deve verificarne l’adempimento. Su questa direzione la GdF ha redatto un manuale in due volumi dove ha messo a sistema tutte le informazioni sul gioco per migliorare la risposta sistemica all’antiriciclaggio (appreso bene che c’è già un disegno di legge delega presso il ministero dell’economia e della finanza);
  • tracciare; un’altra proposta è dare l’obbligo ai concessionari di tracciare tutti i riversamenti derivanti dalla raccolta del gioco che sfuggono alla GdF e tutti i compensi che spettano ai diversi soggetti operanti, anche per analizzare la tipologia, le modalità e la diversificazione dei compensi;
  • una positiva cultura del gioco; alla base c’è un tema culturale, contrastare la ludopatia, tenendo conto che a una minore possibilità di vincere segue una maggiore possibilità di ammalarsi.

Al termine della presentazione sono intervenuti il Presidente Marino e i senatori Lannutti, Lunesu, Cangini, Ortis per ringraziare della presentazione “cartesiana” dice il senatore Cangini. Inoltre, essi pongono domande in merito a cos’altro si possa fare vista l’efficacia e lo sviluppo dell’azione della Gdf, se fosse pensabile una banca dati comune a tutte le forze dell’ordine e che cosa si può fare per il gioco minorile.

Il Generale replica a tutte le domande. Per quanto riguarda la banca dati interforze risponde che è importante lavorare in sinergia tra le forze di contrasto, un esempio positivo è stato l’Osservatorio al Ministero dell’Interno per i rischi di infiltrazione nell’economia legale. Riguardo alla possibilità di migliorare la loro azione di contrasto bisogna continuare a migliorare il livello tecnologico e il numero delle banche dati a disposizione. Pochi giorni fa è stata licenziato un applicativo che esegue una mappatura socioeconomica del fenomeno con oltre cento indicatori usati (luogo di gioco, tempo di giocata, livello culturale del giocatore ecc.). Di prossima utilizzazione è un ulteriore banca dati, creata dalla GdF insieme a ricercatori italiani e stranieri per individuare reati tributari. Infine, riguardo ai minori persiste il problema, non solo per quanto riguarda il gioco, di identificare l’identità virtuale, a tal riguardo però una risposta migliore deve arrivare dalla Comunità Europea attraverso la diffusione dell’identità digitale paragonando il territorio fisico a quello virtuale e in più lavorare ovviamente sulla cultura della legalità.

(a cura di Riccardo Datteo,
corso di laurea magistrale in Amministrazioni e Politiche Pubbliche – Università di Milano)