PREMESSA. La Commissione Antimafia, il 21 e il 27 giugno 2023, ha svolto l’audizione del Procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo. Di seguito si dà sinteticamente conto dei principali temi affrontati (video delle audizioni qui e qui).

 

Audizione del 21 giugno

Il Procuratore ha sottolineato l’importanza della leale collaborazione istituzionale per fronteggiare la gravità dei fenomeni criminali, sempre più presenti sul nostro territorio e oltre frontiera. Bisogna affrontare questi fenomeni con una certa consapevolezza, continua il Procuratore, che permetta di leggere la realtà con analisi realistiche, che sono sicuramente meno comode dei pensieri illusori o strumentali che spesso si affiancano allo studio dei fenomeni di criminalità organizzata. Nel corso dell’introduzione il procuratore Melillo ha rimarcato l’importanza di un permanente confronto tra il Procuratore nazionale e quelli distrettuali per garantire un’efficienza nel coordinamento investigativo. Un confronto necessario per evitare conflitti e lacune che sono incompatibili con la fiducia che i cittadini ripongono nelle istituzioni.

Il primo tema affrontato durante l’audizione riguarda il sistema delle intercettazioni. Nello specifico, viene sottolineata la nota inviata al Ministro della giustizia sulla gravità dello stato delle infrastrutture che reggono il sistema delle intercettazioni in quanto vi è un’urgenza sia da un punto di vista pratico e da un punto di vista dello sviluppo. In particolare, la struttura che regola le intercettazione necessita di sostegno per la massa di informazioni che per legge deve trattare. Il Procuratore ha rimarcato come l’istituto delle intercettazioni sia fondamentale nel contrasto ai fenomeni di criminalità organizzata. Il sistema delle intercettazioni affianca il tema sull’impiego delle tecnologie utilizzate a fine investigativo che anch’esso necessita di maggiori garanzie ed efficienze. Nello specifico, il sistema della prova digitale deve essere potenziato nel suo complesso e occorre estendere alcune garanzie, già proprie delle intercettazioni, ad attività che sono prive di adeguate tutele.

Nella seconda parte dell’audizione, il Procuratore ha evidenziato tre evidenze riguardanti la sfera della criminalità. La prima concerne l’espansione transnazionale delle strutture criminali. Questa espansione è determinata dal controllo che queste organizzazioni hanno su grandi quantità di stupefacenti. Stiamo assistendo, dice il Procuratore, alla creazione di network che controllano la logistica di alcuni Stati e dei relativi traffici. La seconda evidenza riguarda il concetto di classificazione di pericolosità delle organizzazioni criminali. Una classificazione, secondo il Procuratore, che potrebbe facilmente trasformarsi in una classifica di tollerabilità. Le mafie ormai, non sono più e soltanto una questione italiana o europea, sono una questione internazionale. La terza evidenza, infine, concerne i conflitti armati, che portano a processi di destabilizzazione politica, e rappresentano lo sfondo ad hoc per l’espansione delle organizzazione criminali sotto un profilo affaristico. Basti pensare al conflitto dei Balcani. In questo settore, rivestono un ruolo importante le tecnologie digitali, utilizzate da organizzazioni criminali e terroristiche come mezzo di azione. Si potrebbe sostenere che il cybercrime è un carattere strutturale della criminalità. Quanto sta accadendo in Ucraina è un moltiplicatore di quanto appena detto. La guerra in Ucraina o qualsiasi altro conflitto rappresenta un terreno di sperimentazione di nuove tecnologie e una parte della popolazione che testerà queste tecnologie, utilizzerà il know how appreso all’interno di gruppi terroristici con altri fini.

Il Procuratore aggiunge una riflessione al tema del network. La recente cattura del latitante Matteo Messina Denaro ha chiuso l’epoca dei pizzini. Ora le organizzazioni mafiose vivono nel cyberspace quindi occorre affrontare un cambiamento in alcuni strumenti di prevenzione e di investigazione che siano in grado di muoversi nel web. Vi è anche bisogno, sottolinea il procuratore, di una riorganizzazione delle forze di polizia, dell’attività giudiziaria e degli apparati di intelligence poiché sono note le gravità che ostacolano l’obiettivo di prevenzione e repressione della criminalità. Un limite che il procuratore ha evidenziato concerne le tecnologie a fine investigativo, le quali essendo private, limitano l’azione di chi le utilizza trovandosi in condizioni di subalternità cognitiva, culturale rispetto agli algoritmi che le regolano. Nonostante le nostre forze di intelligence siano invidiate dal mondo hanno dei limiti in quanto non hanno un know how completo per quanto concerne i sistemi cibernetici.

Un altro aspetto sul quale il Procuratore ha voluto soffermarsi riguarda la trasformazione delle relazioni che intercorrono tra mercati e imprese da un lato, e organizzazioni mafiose dall’altro. Da tempo stiamo assistendo al fenomeno dell’ immedesimazione.  Le organizzazioni mafiose seguono l’andamento del mercato e quindi si adattano ai modelli necessari alle loro azioni. La relazione tra impresa e organizzazione mafiosa è cambiata; assistiamo a uno scambio di reciproci vantaggi e purtroppo le imprese che servono le organizzazioni criminali non fanno altro che generare consenso sociale, linfa vitale delle organizzazioni mafiose. Nello specifico, la ‘ndrangheta è un sistema che attira le imprese per la possibilità di accedere ad alcuni servizi come quello della falsa fatturazione o della frode fiscale; “strumenti” presidiati dalle mafie. Infatti, il Procuratore ha rimarcato come reati come la falsa fatturazione non possano essere più considerati reati spia dell’agire mafioso poiché sono ormai parte dell’ agire mafioso.

Nella terza parte dell’audizione sono state sottoposte al Procuratore Melillo domande da parte dei Commissari. Il Procuratore Melillo ha cercato di riassumere in un unico filone le risposte. Ha rimarcato l’importanza delle misure di prevenzione, essendo fondamentali nel contrasto ma ha anche riportato come ci siano alcune criticità in questo sistema concernente il sistema di amministrazione, che necessita, di una riorganizzazione interna. Sempre in tema di prevenzione ha ricordato come il PNRR rappresenta la sfida maggiore nel contrasto ai tentativi di infiltrazione criminali nei tessuti della società; vi è una grande preoccupazione intorno all’applicazione del PNRR ma la sorte delle attività economiche dipenderà anche da come opereranno le Istituzioni. Proprio per questo motivo anche la magistratura giocherà un ruolo importante poiché dovrà dar conto del proprio operato anche a livello sociale, servirà credibilità nei confronti degli uffici pubblici, nei ministeri e e nell’attività giudiziaria.

L’azione dell’antimafia dovrà fare i conti con la velocità di applicazione e attivazione del PNRR e un tentativo di arretramento della funzione preventiva avrà un impatto notevole (in negativo) sull’attività repressiva. L’azione di prevenzione non ha alcun effetto di stallo, non è frenante. Occorre invece, secondo il Procuratore, intensificare l’azione giudiziaria.

Sulle mafie straniere, il procuratore Melillo ha sottolineato la massiccia presenza della criminalità albanese dedita a livello mondiale alle gestione del narcotraffico e del riciclaggio ma ha anche ricordato la continua e stretta collaborazione con le autorità albanesi per fronteggiare questo tipo di criminalità, nello specifico con la Spak, la Procura speciale contro la criminalità organizzata e la corruzione.

L’audizione si avvia alla conclusione affrontando la tematica degli stadi. Nello specifico, il procuratore ha portato all’attenzione della Commissione come il fenomeno delle curve degli stadi sia un fenomeno complesso e come gli stadi fungono da bacino di reclutamento. All’interno delle curve troviamo criminali ma anche possibili esponenti di correnti neonaziste e suprematiste. Inoltre, all’interno degli stati, nelle curve si decidono affari e si controlla il traffico di sostanze stupefacenti. Un fenomeno talmente complesso che ci sono reparti dediti allo studio di questo fenomeno, basti pensare che la ‘ndrangheta controlla alcune società di calcio minori nel Nord Italia.

Il Procuratore in conclusione  fa riferimento al mancato utilizzo da parte di  chi beneficia di fondi pubblici, di determinati conti correnti, creati appositamente per accelerare e favorire un controllo maggiore. L’utilizzo di determinate piattaforme serve a favorire una mappatura delle imprese, garantendo un accurato controllo che ha permesso di evidenziare illeciti. Il Procuratore evidenzia che anche le Pubbliche amministrazioni possono favorire controlli interni rivendicando i principi di disciplina e onore.

 

27 giugno

La complessità delle tematiche da affrontare ha richiesto la convocazione di una seconda seduta della Commissione.

Il Procuratore ha sottolineato alcune criticità sulla questione del congelamento e sequestro dei beni all’estero, innescata da un problema di collisione dei sistemi nazionali ma notevolmente ridotte anche grazie al processo di armonizzazione su scala globale in seguito alla cd. Risoluzione Falcone.

Il procuratore ha poi dedicato un approfondimento sulla quarta mafia, espressione con cui si fa riferimento alle mafie foggiane le cui radici risiedono nella debolezza delle funzioni statuali che hanno favorito la creazione di questi cartelli mafiosi. Inoltre, la repressione nei confronti di questa criminalità fu inesistente negli anni ‘90 e si è assistito a una grossa contaminazione etica di alcuni apparati istituzionali. Da 15 anni a questa parte la situazione è leggermente migliorata, anche se risulta un fenomeno ancora molto grave a causa di una sottovalutazione della sua portata. Un altro aspetto che rende difficile contrastare questa forma di criminalità è la totale impenetrabilità della stessa in quanto ci sono stati pochi fenomeni di dissociazione.

Per quanto concerne la questione dei bonus edilizi, il procuratore evidenzia come le criticità emerse erano abbastanza prevedibili, nello specifico per due ragioni: la prima riguarda la previsioni di meccanismi di cartolarizzazione che rendevano evidente la volatilizzazione delle risorse impiegate; in secondo luogo perché si trattava di edilizia privata e questo ha comportato la rinuncia di determinati apparati volti ai controlli che sono invece presenti nell’edilizia pubblica.

Per quanto riguarda i rifiuti, il Procuratore ha sottolineato come la penetrazione delle organizzazioni criminali in questo settore è sempre forte ed è direttamente proporzionale alla difficoltà del sistema pubblico di gestire un ciclo di rifiuti che possa avvalersi esclusivamente di servizi legali. La situazione della regione Sicilia è determinata dall’incapacità di smaltire i rifiuti prodotti.  Le piazze di spaccio, invece, rappresentano per chi le gestisce una sorta di bancomat dove passa una notevole quantità di denaro. La gestione di queste piazze è affidata di solito a micro criminalità, non per forza italiane, che lavorano per i grandi cartelli. Sulla questione dei porti italiani, il procuratore ha ricordato come questi ultimi svolgono un ruolo importante nei processi di importazione delle sostanze stupefacenti e dei mercati illegali, dove alcuni come quello di Gioia Tauro rappresenta ancora un hub importante per il traffico di stupefacenti.

 

(a cura di Martina Maria Tenti)