Premessa. La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti ha ascoltato in audizione il 20 ottobre 2016 Elisabetta Belli, commissario straordinario delegato a coordinare la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito contaminato di interesse nazionale di Crotone (riascoltata il 9 febbraio 2017) . Il 19 ottobre 2016 erano stati ascoltati il commissario straordinario dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria, Maria Francesca Gatto ed il Presidente della Regione Calabria, Gerardo Mario Oliverio, riascoltato l‘8 febbraio 2017. Il 9 febbraio 2017 è stato audito anche il sindaco di Crotone.
Il SIN di Crotone. L’area fino ai primi anni Novanta era un polo chimico – industriale (ex Montedison e Pertusola), stabilimenti che lavoravano zinco, cadmio, piombo, rame e arsenico. Il Commissario straordinario è stato nominato dopo due anni e mezzo di attesa. Lo stato di compromissione del sito è giudicato “molto elevato” sotto ogni aspetto: suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotteranee. Una compromissione ambientale che il commissario associa “al peggioramento dello stato di salute delle popolazioni residenti e che rappresenta, comunque un fattore di rischio per la salute umana”. Tra i problemi elencati vi è anche lo smaltimento abusivo di rifiuti industriali. L’area di criticità comprende tre zone industriali dismesse, l’ex Pertusola, l’ex Fosfotec e l’ex Agricoltura (di competenza Syndial, controllata ENI) e cinque discariche (una di competenza pubblica e quattro di competenza Syndial).
Le risorse. Sono stati già impegnati e spesi quasi 10 milioni di euro (9.916.000) stanziati dal Ministero. Altri 14 milioni erano stati destinati al sito dalla Regione Calabria, poi rimodulati in 9.3 milioni. A questa somma va aggiunto poco più di un milione proveniente dagli Enti locali competenti. Vanno poi aggiunti al totale altri 25, 9 milioni previsti dagli accordi di programma.”Il totale di risorse destinate al sito, comprese quelle già completamente spese, sono 46.228.918,68, euro di cui 21.116.560,84 euro stanziati dal Ministero dell’ambiente. A tali importi si aggiunge la somma indicata nel mio decreto di nomina, pari a 70.894.885 euro, relativa alle somme liquidate per il risarcimento del danno ambientale a favore dell’amministrazione dello Stato con la sentenza del 2012, comprensive dei relativi interessi” spiega il commissario durante l’audizione.
Gli accordi di programma. Tali risorse finanziarie hanno consentito la sottoscrizione, nel corso del tempo, di tre accordi di programma: il primo del 2006, il secondo del 2011 che comprende la bonifica del SIN di Crotone – Cassano – Cerchiaria e il terzo per il recupero e la valorizzazione dell’area archeologica dell’antica Kroton.
I ritardi. Il Commissario Belli elenca una serie di problemi (mancanza di risorse, finanziamenti attesi ma mai arrivati, disservizi di varia natura, problemi burocratici) che hanno causato nel corso degli anni una serie di rinvii all’attuazione della bonifica nelle aree a competenza pubblica. In alcune situazioni, dove si era già proceduto alla caratterizzazione di alcune aree, il tempo ormai trascorso causerà con tutta probabilità la richiesta di nuove caratterizzazioni, anche alla luce della nuova normativa introdotta dal decreto ministeriale 172/2016. Tra le principali problematicità segnalate dal Commissario c’è “la presenza di conglomerato idraulico catalizzato” che riguarda “19 siti presenti nel comune di Crotone, ma solo 4 di questi ricadono nel SIN”.
Nelle aree di competenza Syndial “il problema più grave è definire una volta per tutte un intervento sulle tre aree industriali dismesse e sulle discariche. Pur essendo stati avviati dei lavori di rimozione, non c’è ancora un accordo e una soluzione definitiva per quanto riguarda la bonifica di queste aree”. Allo stato attuale Syndial non ha presentato alcun progetto e ha dichiarato che “non presenterà alcun progetto finché non ci sarà l’accordo con la Regione”.
Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria. L’ARPACAL supporta le autorità competenti nelle attività operative e amministrative sulla bonifica dei siti contaminati: controlli e valutazione dei piani di caratterizzazione, di analisi del rischio, verifiche sulle operazioni di bonifica ed efficacia delle stesse.
Il SIN di Crotone comprende anche l’area di Cassano – Cerchiara, su cui sono state completate le bonifiche, e che vede Syndial oggi impegnata ad eseguire le attività di ripristino ambientale e monitoraggio delle acque di falda.
Per quanto riguarda il territorio crotonese viene ribadito che le aree della discarica Tufolo Farina sono state caratterizzate nel 2009 e sono ancora in attesa delle analisi di rischio. Sulla discarica è in corso un intervento di messa in sicurezza d’emergenza. Analoga situazione nell’area del SIN di Crotone posta nelle vicinanze del mare, già oggetto di caratterizzazione negli anni precedenti, ma che in base alle nuove linee guida del Ministero dovrà essere rifatta. Per la discarica di Farina Trappeto (terreni e acque sotterranee contaminati). è stato presentato un progetto per la bonifica dei suoli da parte di Syndial, oggi al vaglio degli enti interessati. E’ in discussione anche il progetto di bonifica dell’arenile nei pressi della discarica ex Fosfotec.
Sull’area archeologica di Crotone il commissario straordinario specifica che il Comune di Crotone ha bandito gara d’appalto per gli interventi di bonifica, i quali avveranno tramite fitorimediazione. “Su un’area limitata sono stati condotti una caratterizzazione integrativa ed un progetto pilota per valutare l’efficacia di un’eventuale bonifica dei suoli utilizzando la tecnica del soil washing. Le attività sono state eseguite da ARPACAL, ma i risultati non sono stati quelli attesi, indicando la non applicabilità di questa tecnica. Inoltre le contaminazioni presenti in quest’area a stralcio non sono rilevanti e possono essere gestite mediante altri tipi di intervento”.
Le aree interessate all’inchiesta Black Mountains. L’indagine venne aperta dalla Procura di Crotone sullo smaltimento illegale di rifiuti tossici provenienti dallo stabilimento metallurgico Pertusola Sud e utilizzati come materiale edile da alcune imprese (l’inchiesta si è conclusa con il proscioglimento di tutti gli imputati). Questi siti, 19 in tutto, sono contaminati da conglomerato idraulico catalizzato (CIC).
Nell’area industriale e su tutto il territorio crotonese sono stati utilizzati materiali di risulta, residui – specifica Salvatore Procopio, tecnico ARPACAL – il punto è che sono stati impiegati in opere civili. Oltre al manganese, ai solfati, ai metalli pesanti che scopriamo quotidianamente… è stata trovata questa contaminazione da materiali contenenti valori di radioattività più alti. Questa è l’origine di questi residui di lavorazioni: le produzioni industriali che insistevano sul territorio sono quelle del fosforo elementare, di acido fosforico per via umida e di acido fosforico per via termica. Il materiale di partenza conteneva uranio…Il problema che voglio porre all’attenzione di questa Commissione non sono i siti già censiti, sui quali si sta lavorando sia per l’esposizione dei lavoratori, sia per le ditte delle zona, quanto il fatto che scopriamo quotidianamente un territorio dove questo residuo è stato utilizzato come materiale inerte”.
Viene evidenziato dai presenti che è in corso sul territorio l’installazione di un osservatorio operativo per la misura della radioattività naturale. Questo progetto dovrà consentire all’ARPACAL di stabilire se un terreno sia o meno contaminato da NORM (scarti di lavorazione che contengono questa radioattività naturale in concentrazioni elevate).
Verso un protocollo Syndial – Regione. Durante l’audizione di Mario Oliverio, Presidente della Regione Calabria, quest’ultimo ha ribadito l’intenzione di giungere entro la fine dell’anno alla chiusura del protocollo tra Syndial e gli enti locali coinvolti (Regione compresa). Protocollo che prevede la inertizzazione dei terreni, allo scopo di poterli “riusare con la sicurezza di una bonifica in profondità in un progetto di rivalorizzazione dell’area”. A tal fine il Presidente Oliverio ha chiesto a Syndial un “bando di carattere internazionale”. Il Protocollo sarebbe parte di un progetto che prevede la riqualificazione dell’adiacente area archeologica dell’antica Kroton. La Regione ha inoltre comunicato che si procederà ad una convenzione con il Comune di Crotone per le bonifiche delle acque di falda nell’area Kroton Gres 2000 (ex Sasol). Il finanziamento, per un totale di 1,2 milioni di euro, è pari alle risorse concesse dal Ministero dell’Ambiente.
La seconda audizione del Presidente Oliverio. L‘8 febbraio 2017 il Presidente Oliverio viene nuovamente ascoltato dalla Commissione e riferisce che Syndial ha concluso le attività di decontaminazione e smantellamento delle installazioni e di ripristino del sito, allo scopo di giungere alla completa demolizione di un impianto industriale e alla rimozione di ogni vincolo dovuto alla presenza di materiali inquinanti. Con la conferenza dei servizi avviata l’11 gennaio 2017 è iniziata la discussione sulla bonifica alla luce dello studio presentato dalla controllata ENI. La conferenza avrà il compito di organizzare il confronto in sede locale mediante tavoli istituzionali e tecnici, i cui risultati saranno posti all’attenzione del Ministero dell’Ambiente, allo scopo di comparare le alternative presentate da Syndial. Oliverio dichiara però che la società non sarebbe stata invitata ai tavoli organizzati il 20 e 26 gennaio 2017.
Contrasti con il Commissario del governo. Il Presidente della Regione Calabria polemizza con il commissario straordinario delegato a coordinare la realizzazione degli interventi di bonifica, contestandole la partecipazione ad incontri sul territorio con associazioni “non riconosciute” dai soggetti istituzionali locali, “favorendo con tale atteggiamento l’inserimento anche di forze che puntano all’isolamento delle istituzioni”. Inoltre contesta la veridicità di alcune affermazioni del Commissario Belli, ascoltata dalla Commissione Rifiuti nell’audizione del 20 ottobre 2016, in merito ai progetti presentati da Syndial. Secondo Oliverio sarebbe la sola Regione a sollecitare e accelerare l’iter degli interventi di bonifica. “In Calabria – conclude il Presidente della Regione – i vari commissariamenti hanno creato spesso problemi e non hanno aiutato a risolverli e molte volte hanno registrato fallimenti clamorosi. Sulla bonifica non deve accadere altrettanto”. Tuttavia, a precisa domanda di un commissario sull’esistenza di una valutazione della Regione in merito allo studio di fattibilità presentato da Syndial, Oliverio risponde: “Non ci sono nero su bianco ipotesi sottoposte alla valutazione della Regione”.
Audizione del Sindaco di Crotone. Il Sindaco di Crotone Ugo Pugliese, in merito allo studio di fattibilità presentato da Syndial di cui si è discusso nella precedente audizione con il Presidente della Regione Oliverio, illustra le possibilità emerse durante la conferenza dei servizi tenuta a gennaio:
- la realizzazione di due colline e l’abbancamento sotto di esse di tutti i materiali riguardanti le due discariche e il terreno proprio dell’area ex Pertusola (“possibilità non gradita dalla città” dichiara Pugliese)
- la possibilità di abbancare fuori, in altra discarica, i materiali di risulta di questa bonifica.
- una non precisata “messa a confronto” tra le due ipotesi di discarica.
In merito alla prima ipotesi il Sindaco specifica che tale piano “da un punto di vista squisitamente tecnico presenta alcune criticità perché le aree in cui verrebbero realizzate queste cosiddette colline sono al di sotto dei 300 metri dalla linea di costa, si presentano in zone con dissesto idrogeologico e sono destinate alla raccolta delle acque piovane”.
La seconda audizione del Commissario straordinario. Dopo il Sindaco è stata nuovamente audita Elisabetta Belli, commissario straordinario per il SIN di Crotone. Sul ritardo dei lavori il commissario evidenzia alcune possibili cause, tra cui il diverso orientamento degli Enti locali in merito agli interventi da attuare nelle ex aree industriai e l’assenza di obiettivi specifici per la fase successiva al risanamento delle stesse.
Il Commissario punta il dito anche su Syndial, in particolare sulla non conformità dei progetti ai vincoli di pianificazione: “Se vengono ripresentate sotto diversa forma delle ipotesi già bocciate, è evidente che l’esito è quasi scontato e che si perde del tempo”. Un’altra criticità è la “complessiva disorganicità nell’attuazione del piano di bonifica” causata sia dalle problematiche sopra elencate che dall’aver consentito in passato interventi “contradditori” e “non formalmente conclusi”, “i cui esiti condizionano la bonifica dei suoli”.
Le due proposte. Sostanzialmente le soluzioni progettuali sono due: la bonifica, con scavo e invio a discarica, e la messa in sicurezza permanente, ovvero l’isolamento dei contaminanti che provocano l’inquinamento. L’intervento di bonifica è la richiesta che viene dalle associazioni sul territorio, dichiara il commissario. Delle due proposte di intervento presenti sul tavolo del Ministero nella conferenza tenuta l’11 gennaio 2017, la bonifica con smaltimento nella discarica di Giammiglione e la messa in sicurezza permanente, nessuna è attuabile. Nel primo caso per una sentenza del Consiglio di Stato. Nel secondo per la presenza di una serie di vincoli previsti dalle normative e dal Piano regolatore del Comune, fattispecie già evidenziata dal Sindaco Pugliese. Per attuare la messa in sicurezza permanente “c’è da rivedere il progetto per renderlo conforme ai vincoli”.
Una situazione di stallo. Per ovviare alla situazione di stallo è stato rinviato il tutto ad un tavolo tecnico istituzionale, il cui primo incontro si è tenuto il giorno precedente l’audizione del commissario. Le posizioni vengono definite dal commissario “molto distanti”. “Delle due soluzioni – dichiara la Belli – la bonifica è più tranquillizzante per la popolazione, ma se ci fosse un progetto occupazionale che effettivamente andasse incontro al territorio, forse sarebbe meglio accettata anche la messa in sicurezza permanente: non c’è né l’uno, né l’altro”. Tra le problematiche emerse, sempre nell’area industriale, la necessità della messa in sicurezza dell’area ex Sasol. Anche in questo caso viene fuori una situazione definita di stallo sulla responsabilità dei finanziamenti. Altra criticità le risorse insufficienti per intervenire nelle aree pubbliche contaminate da CIC (Conglomerato Idraulico Catalizzato). I 6 milioni stanziati inoltre non possono al momento essere utilizzati per queste aree perché non sono al momento inserite nel SIN. La Regione se ne dovrebbe occupare tramite l’approvazione di una delibera.
Su una domanda del Presidente della Commissione, in merito a “movimenti” o “interessi” della criminalità organizzata attorno alla grande mole di denaro che gira attorno alla bonifica/messa in sicurezza del SIN, il Commissario straordinario ha ritenuto opportuno secretare la risposta.
(ultimo aggiornamento: 6 aprile 2017)
(a cura di Claudio Forleo, giornalista)