Premessa. La Commissione di inchiesta antimafia ha approvato il 21 dicembre 2017 un documento sull’attività svolta nella XVII legislatura (Doc. n. XXIII, n. 30), di cui qui sono sintetizzate le conclusioni, in previsione della relazione finale che affronterà in dettaglio i singoli temi trattati.

Questioni di metodo. La relazione sottolinea lo sforzo compiuto nella ricerca della massima condivisione dei contenuti, aldilà delle diversità esistenti tra le forze politiche, che ha favorito la sostanziale unanimità nella elaborazione dei documenti conclusivi. La Commissione ha sviluppato rapporti di collaborazione con tutti i livelli istituzionali: in tale ambito, una particolare attenzione è stata rivolta alle diverse realtà regionali e locali, al fine di coordinare l’azione della Commissione parlamentare con analoghi organismi istituiti per contrastare la presenza delle organizzazioni criminali anche nelle aree di non tradizionale insediamento mafioso. Nel pieno rispetto delle scelte compiute dalla magistratura e delle competenze ad essa spettanti, la Commissione ha esercitato – soprattutto con riferimento al tema dei rapporti tra mafie e massoneria e a quello della verifica delle liste elettorali – i poteri dell’autorità giudiziaria, sempre nell’ottica dell’affermazione della “responsabilità autonoma della politica, dei partiti e dei movimenti innanzitutto e delle istituzioni nazionali e locali nel contrasto della criminalità organizzata di tipo mafioso”.

L’evoluzione delle mafie. La relazione analizza le principali trasformazioni in atto delle organizzazioni criminali, a partire dal loro radicamento sull’intero territorio nazionale ed anche all’estero, sia pure con moduli organizzativi e di comportamento differenziati, sempre comunque volti a favorire l’infiltrazione nelle istituzioni e nell’economia produttiva e ad accrescere il volume degli “affari” nei diversi settori produttivi (da quelli tradizionali – appalti e commercio – ad altri comparti, come quelli della grande distribuzione, del turismo e del gioco d’azzardo) grazie al reinvestimento in attività legali e finanziarie degli elevatissimi profitti ricavati dalle attività illecite. In questo contesto assumono un particolare rilievo i legami e le complicità con altri soggetti (imprese, professionisti, amministratori etc): proprio grazie a questo intreccio il metodo corruttivo riesce a sostituire, almeno in parte, il tradizionale ricorso alla violenza organizzata (esplicita o minacciata) e ad essere più funzionale alle strategie di penetrazione nella società politica e civile. Le mafie garantiscono alcuni “servizi” (protezione, elusione della libera concorrenza, riduzione della conflittualità sindacale, accesso al credito) che risultano particolarmente “appetibili” per le aziende meno solide e di minor dimensione.

Proprio l’evoluzione del “metodo mafioso”, dove si combinano – in modo differente da situazione a situazione – l’uso della violenza con quello collusivo-corruttivo sviluppato grazie alle “relazioni sociali con l’area grigia”, dovrà essere al centro delle riflessioni delle politiche antimafia, al fine di recidere i legami e le complicità che favoriscono il consolidamento dei gruppi criminali.

Analisi e proposte della Commissione. La relazione ripercorre in sintesi tutti i temi oggetto di approfondimento nel corso dell’intensa attività svolta (in sede di commissione plenaria e nei comitati istituiti per l’analisi delle diverse problematiche), che ha dato origine a puntuali proposte di intervento sia di carattere legislativo che organizzativo, che in molti casi sono state recepite in provvedimenti di legge approvati dalle Camere.

  • Codice antimafia e beni confiscati. Il lavoro di approfondimento svolto dalla Commissioneha portato all’approvazione della riforma del codice antimafia che consentirà di superare le difficoltà incontrate fino ad oggi nel riutilizzo sociale dei beni confiscati.
  • Testimoni di giustizia. Le proposte contenute nella relazione approvata dalla Commissione, frutto del lavoro dell’apposito Comitato, si sono concretizzate nella nuova legge che prevede più avanzate forte di tutela e sostegno per i testimoni di giustizia e i loro familiari.
  • Antimafia. La relazione sottolinea l’importanza che ha sempre rivestito l’antimafia sociale nello sviluppo di una coscienza civile e talora di vera e propria supplenza nei confronti dello Stato. Le audizioni della Commissione sono servite ad analizzare i casi di cronaca giudiziaria che hanno fatto emergere fenomeni di infiltrazione all’interno delle stesse associazioni antimafia e antiracket o l’utilizzo strumentale dell’antimafia stessa e a individuare gli anticorpi utili a preservarne la funzione storica.
  • Candidature. Contro il rischio di inquinamento mafioso delle liste elettorali la Commissione ha elaborato un nuovo Codice di autoregolamentazione , sulla cui base ha effettuato un’attenta analisi della trasparenza delle liste elettorali, con particolare riferimento ai comuni oggetto di scioglimento per infiltrazioni della criminalità organizzata o comunque coinvolti nelle procedure di accesso, formulando anche proposte volte a consentire una rigorosa valutazione delle liste stesse.
  • Scioglimento dei comuni. La Commissione ha svolto numerose audizioni per analizzare il grave fenomeno delle infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni locali (clicca quiqui e qua) formulando proposte volte a migliorare la disciplina vigente, con particolare riferimento alla previsione di una “terza via” tra scioglimento e archiviazione che consenta di assicurare un sostegno dello Stato alle Amministrazioni coinvolte.
  • 41 bis. La Commissione ha dedicato alcune audizioni e missioni per approfondire le criticità dell’attuale regime del 41 bis, anche alla luce della recente circolare del Dipartimento amministrazione penitenziaria, al fine di garantire un’applicazione rigorosa della disciplina, sia pure su un numero più ristretto di soggetti maggiormente pericolosi.
  • Gioco lecito ed illecito. La Commissione, grazie al lavoro istruttorio svolto dall’apposito Comitato, ha elaborato una serie di proposte finalizzate a contrastare il forte radicamento della criminalità organizzata nel settore del gioco d’azzardo e delle scommesse.
  • Mafia e calcio. La Commissione, sia in sede plenaria che nell’ambito dell’apposito comitato, ha dedicato una particolare attenzione al fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata all’interno del calcio professionistico e dilettantistico, elaborando proposte operative per garantire la trasparenza delle transazioni finanziarie e contrastare la presenza dei clan malavitosi.
  • Mafia e mondo dell’informazione. La relazione dà conto delle conclusioni del lavoro di approfondimento svolto dalla Commissione, e dell’istruttoria svolta dall’apposito comitato, sulle forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata nei confronti dei giornalisti e dei mezzi di informazione, formulando proposte volte a garantire l’esercizio della professione da parte dei giornalisti e la trasparenza dei gruppi editoriali.
  • Mafia e sanità. Nella relazione sono esposte una serie di indicazioni volte a contrastare la presenza nel settore sanitario delle organizzazioni mafiose, attratte dalle ingenti risorse che la caratterizzano, ed assicurare la massima trasparenza nella gestione della spesa.
  • Mafie e immigrazione. Il documento conclusivo approvato dalla Commissione analizza il fenomeno del traffico e della tratta di esseri umani, formulando una serie di proposte per contrastare le organizzazioni criminali che ne ricavano ingenti profitti.
  • Mafia e donne. Un capitolo della relazione è dedicato all’approfondimento sui diversi ruoli giocati dalle donne all’interno delle organizzazioni mafiose, spesso oggetto di azioni di ritorsione da parte di una cosca sull’altra per atti compiuti dai loro familiari.
  • Mafie e minori. La relazione si sofferma in particolare sull’evoluzione del ruolo dei minori all’interno della camorra e della ‘ndrangheta.
  • Mafia e libere professioni. Sulla base del lavoro istruttorio svolto dal Comitato “Infiltrazioni nell’economia legale: mafie, impresa, professioni”, la Commissione propone la definizione di un nuovo Codice delle professioni che superi le attuali diversità delle normative in materia e faciliti le indagini sull’”area grigia” che favorisce le infiltrazioni mafiose nella società.
  • Mafia e massoneria. La Commissione ha analizzato il fenomeno delle infiltrazioni mafiose in alcune logge massoniche elaborando alcune proposte di carattere normativo per assicurare il pieno rispetto dei principi costituzionali
  • Ruolo delle università. La Commissione ha promosso una serie di incontri volti a valorizzare la ricerca scientifica e la didattica sui temi della criminalità organizzata, i cui primi risultati sono stati esposti nel corso di una audizione con i rappresentanti delle università italiane
  • Mafia e Chiesa. La relazione ripercorre le tappe del confronto instaurato tra la Commissione e le Chiese locali sui temi della lotta alla illegalità e al potere mafioso, culminato nell’udienza speciale in Vaticano con Papa Francesco.
  • La stagione delle stragi e altri casi irrisolti. La Commissione ha svolto un lavoro di approfondimento sulle stragi degli anni 1992-1994 e su altri casi in cui l’indagine giudiziaria non ha individuato responsabili, che dovrà essere ulteriormente sviluppato nella prossima legislatura.