La Commissione antimafia ha dedicato la seduta del 14 ottobre 2014 all’audizione del Presidente dell’Anac, incentrata sul ruolo dell’Autorità e sugli strumenti utili a contrastare mafia e corruzione, con particolare riferimento all’Expo di Milano.
Premessa
Il dott. Cantone sottolinea il rapporto strettissimo tra mafia e corruzione: le infiltrazioni delle organizzazioni criminali nel sistema dei pubblici poteri sono strettamente funzionali a ricavare illeciti vantaggi, ricorrendo anche alla forza di intimidazione tipica della mafia. Peraltro il contrasto preventivo alla corruzione è molto più complicato del contrasto preventivo alle mafie, anche se l’adozione di efficaci meccanismi di controllo (che superino quell’impostazione di carattere formalistico che ha spesso caratterizzato l’azione dell’ex Autorità di vigilanza sugli appalti) rendono certamente più difficile la corruzione. L’attività dell’Autorità Anticorruzione non deve sostituirsi all’autorità giudiziaria nello scoprire i fenomeni di corruzione, ma deve utilizzare i propri poteri di controllo sugli appalti per individuare indici di anomalia da correggere; occorre selezionare i settori caratterizzati da maggiore criticità (ad esempio sono previsti interventi più incisivi nel settore della sanità), non essendo infatti praticabile un’attività di verifica generalizzata su tutti gli appalti delle pubbliche amministrazioni.
White list
Le white list (con l’imprenditore che si sottopone al controllo preventivo) sono uno strumento importantissimo ( utile ad affiancare ed a superare in prospettiva il sistema delle interdittive antimafia) che può essere utilizzato anche per contrastare i fenomeni di corruzione. Però tale strumento deve essere ulteriormente affinato ed affidato a strutture amministrative dotate di adeguate competenze e strumenti sofisticati di indagine e perciò in grado di svolgere un reale controllo. L’assegnazione di tali competenze ad un unico centro per ciascuna regione (anzichè alla singola prefettura, magari con risorse limitatissime) limiterebbe anche l’attuale discrezionalità nel rilascio degli attestati.
Commissariamenti. L’art. 32 del decreto legge n. 90 del 2014 è una norma molto utile, perché consente la prosecuzione dei lavori, evitando che l’interdittiva antimafia rechi danno alla società coinvolta: la stessa l’Autorità ha sollecitato il ricorso a tale strumento in alcuni casi. Però si tratta di una norma che va applicata con molta attenzione, in presenza di fatti concreti di corruzione (e non di semplici sospetti) e senza che costituisca un modo per aggirare l’interdittiva antimafia e revocare l’appalto, con il rischio concreto di dare origine a procedure di affidamento poco trasparenti.
Scioglimento dei consigli comunali
Anche il potere di scioglimento rappresenta uno strumento importante per contrastare le infiltrazioni mafiose, e andrebbe valutata la sua estensione alle amministrazioni regionali e alle società partecipate degli enti locali. Il dott. Cantone richiama a tale proposito le conclusioni della Commissione della Presidenza del Consiglio del gennaio 2014 anche in materia di incandidabilità.
Expo
Il decreto legge n. 90 del 2014 attribuisce all’Autorità specifici e penetranti poteri di controllo su tutti gli atti della società Expo (che non ha dirette conseguenze sulle persone, se non in modo informale) e prevede la partecipazione al Comitato grandi opere presso la prefettura di Milano. La società si è sottoposta inoltre alle disposizioni del decreto legislativo n. 33 del 2013 in tema di trasparenza (pur non essendo formalmente tenuta ad applicarle). A questi controlli si sommano quelli effettuati dall’Ocse.
Sulla base dell’esperienza acquisita, si può esprimere un giudizio positivo sull’attività di vigilanza contro il pericolo delle infiltrazioni mafiose per i lavori dell’Expo, testimoniata anche dalle 52 interdittive antimafia; sono inoltre in corso di valutazione interventi di commissariamento, secondo quanto previsto dal decreto legge n. 90, sopra citato.
Restano peraltro esclusi da questo tipo di controlli (salvo specifico accordo con singoli Paesi) i padiglioni stranieri, tranne nel caso di illeciti penali commessi sul territorio dello Stato: c’è pertanto il rischio che imprese sospette possano avere un ruolo negli appalti dei padiglioni stranieri (è un problema che andrà affrontato anche per altre tipologie di intervento, come quelli della TAV Milano-Lione, per il quale, in base alla convenzione in atto, si applicherebbero le norme francesi).
Altri interventi legislativi
Il dott. Cantone auspica, da un lato, l’adozione di una normativa sull’autoriciclaggio realmente efficace per punire chi utilizza i proventi illeciti in attività economiche e, dall’altro, una revisione degli attuali termini di prescrizione attraverso una riapertura dei termini in caso di condanna in primo grado.
(5 novembre 2014)