Premessa. La Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie ha svolto il 19 settembre 2017 l’audizione del Ministro dell’Interno, Marco Minniti. Qui di seguito si riportano i principali temi dell’audizione.

Sicurezza e ordine pubblico. Il Ministro avvia il suo intervento ricordando che nei mesi precedenti il Governo ha emanato un decreto sulla sicurezza urbana, poi convertito in legge, la cui filosofia di fondo è quella di costruire un nuovo modello di sicurezza fondato su un asse strategico fra Stato e poteri locali. L’idea è quella di un progetto che abbia a cuore l’alleanza strategica con i comuni e con i sindaci cui si chiede di essere protagonisti delle politiche di sicurezza. L’idea di sicurezza cui aderisce il Ministro non si esaurisce nell’ordine pubblico, il che significa che per lo svolgimento di numerose attività non basta quindi l’intervento del solo Ministero dell’Interno.

Periferie e controllo del territorio. La sicurezza non riguarda più, come si è ritenuto per lungo tempo, i soli centri urbani, ma coinvolge sempre più, a seguito del cambiamento del paesaggio abitativo del nostro Paese, il problema delle periferie. Di fronte alle crescenti minacce per la sicurezza, di tipo terroristico e non solo, c’è bisogno di contare sul rafforzamento dell’ordinario controllo del territorio attraverso da un lato la complementarità tra le varie forze di polizia e dall’altro attraverso la cooperazione tra polizia nazionale e polizie locali. Il fine è quello di raggiungere un delicato equilibrio tra politiche di sicurezza e vivibilità dei luoghi. Il rafforzamento del controllo del territorio è, poi, di fondamentale importanza anche di fronte alle minacce terroristiche, basti pensare in questo senso al caso del terrorista neutralizzato a Sesto San Giovanni, proprio da una pattuglia della polizia di Stato. Il punto centrale rimane, pertanto, per il Ministro il fatto che non si possono stabilire politiche uguali per tutta l’Italia. Il compito del Ministro dell’Interno – ricorda – è quello di “lavorare per il mai e, tuttavia, di non pronunciare mai la parola «mai»”.

Attuazione del decreto. Il Ministro comunica che l’attuazione del decreto lavora lungo tre direttrici: la prima riguarda una direttiva del Ministro concordata con l’ANCI in quanto, trattandosi propriamente di sicurezza urbana, è più utile coordinare i passaggi con le organizzazioni che rappresentano il territorio. Il Ministro riferisce, inoltre, sulla presentazione di due linee-guida: la prima sta per essere ratificata in Conferenza unificata e concerne l’interconnessione delle sale operative tra polizia nazionale e polizie locali. La seconda, che riguarda l’attuazione dei Patti per la sicurezza urbana, è in attesa di essere portata in Conferenza Stato-Città. Il decreto sulla sicurezza urbana codifica i Patti per la sicurezza e li mette all’interno di un’unica cornice legislativa.

Criminalità. A fronte di una diminuzione significativa del tasso di delittuosità a livello nazionale  informa però di un aumento degli incendi e dei danneggiamenti in seguito a questi ultimi. Il tema del contrasto della prevenzione degli incendi è, infatti, stato posto all’attenzione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, già a partire dal giorno di Ferragosto, come elemento cruciale. La richiesta alle forze di polizia di un maggior impegno sul terreno ha prodotto significativi risultati.

Occupazione e sgomberi. Accanto alla cosiddetta operazione Periferie sicure è stata messa in campo l’operazione Città sicure e in questo contesto appare evidente che il decreto spinga verso l’incremento delle nuove tecnologie, in particolare con sistemi di videosorveglianza, sempre d’intesa con i Comuni. Il Ministro, giunto a questo punto, ricorda come la sicurezza delle città significhi garantire il principio di legalità, che è  strettamente collegato al tema delle occupazioni abusive di luogo pubblico. Si tratta di un terreno in cui realizzare una cooperazione tra i vari livelli istituzionali; proprio nel mese di agosto il Ministero ha emanato una direttiva che propone una linea di coordinamento tra l’attività del Governo nazionale e del Ministero dell’Interno, delle Regioni e dei Comuni. Azioni, quelle previste dalla direttiva, che hanno in ultima analisi lo scopo di tenere insieme il principio di legalità con quello che il Ministro ha chiamato il “principio di umanità”, volto a trovare, in collaborazione con le istituzioni locali, per i soggetti più fragili, una soluzione alternativa. Per gestire il fenomeno delle occupazioni abusive una prima risposta sta nella costituzione di una cabina di regia tra Ministero dell’Interno, Regioni e ANCI con il compito di fare un censimento sia dei beni in possesso dello Stato perché confiscati, sia dei beni inutilizzati dei Comuni. Nel caso di nuove occupazioni la parola-chiave per il Ministro è “tempestività”, al fine di evitare il consolidamento di situazioni non corrispondenti ai principi di legalità del nostro Paese.

Roghi tossici. Sul tema, il messaggio del Ministro è quello di mostrare “tolleranza zero” sia per l’impatto che i roghi tossici hanno sulla salute, interesse della collettività, come sancito dalla Costituzione, sia per il fatto che spesso costituiscono il punto terminale di una catena criminale. In questo campo vanno considerate, pertanto, misure di carattere straordinario di controllo del territorio e ciò, attraverso la cooperazione tra polizia nazionale e polizie locali e valutando, “realtà per realtà”  perfino l’intervento  dell’esercito.

Sicurezza e integrazione. Un elemento fondamentale delle politiche di sicurezza è costituito proprio dalle politiche di integrazione. Il modello in cui crede il Ministro è quello di un’accoglienza diffusa affiancata da un progressivo superamento dei centri di accoglienza che, a suo avviso, garantirebbe processi più solidi di integrazione, oltre che la tutela dei diritti sia di chi è accolto sia di chi accoglie. Un tassello fondamentale per le politiche di sicurezza del Paese è rappresentato, in questo senso, dal Patto per l’Islam del marzo 2017, il cui valore è quello di essere frutto non di un’imposizione di legge, ma di un accordo tra le maggiori comunità religiose presenti in Italia.

Politiche di accoglienza e Comuni. La linea strategica è quella dell’accoglienza diffusa fondata sul principio volontario. In questi progetti non esiste uno strumento legislativo impositivo. Si riferisce poi sull’impegno per una legislazione di carattere premiale che intervenga sul punto, al fine di incentivare i Comuni che aderiscono a tali progetti.  A seguito delle sollecitazioni dei deputati si è sottolineata la necessità di intervenire sui punti di arrivo e di transito e, non solo, su quelli di arrivo. La protezione dei minori dalla criminalità rappresenta una priorità oltre che un presupposto di civiltà per un Paese – ha  spiegato il Ministro – e, su questo, nulla deve lasciarsi “intentato”; da  qui l’interesse per il problematico tasso di abbandono scolastico.

Nuovo modello di sicurezza. L’idea del decreto sicurezza si fonda sulla cooperazione rafforzata fra le istituzioni. Il Ministro ha ricordato, inoltre, il suo impegno affinché  dalle questioni di immigrazione sia cancellata la parola “emergenza” e che nella sua idea di governare i flussi “c’è anche l’intervento dell’altra parte del Mediterraneo”.

Sollecitato, infine, da una domanda, il Ministro ha rammentato che il commissariamento del Comune di Ostia è stato prolungato fino al limite massimo consentito dalla legge e che la parola spetta quindi esclusivamente al corpo elettorale, con le elezioni previste per la data del 5 novembre 2017.

A cura della dott.sa Antonia Albanese (Studentessa del Master in Parlamento e politiche pubbliche -Luiss Guido Carli)