Premessa. Nel corso dell’anno 2022, nel 31° anno di applicazione della normativa sugli scioglimenti per mafia, sono stati emessi 11 decreti di scioglimento di Consigli comunali per infiltrazioni mafiose, ai sensi dell’articolo 143 TUEL, così territorialmente distribuiti:

  • 4 in Campania: Castellammare di Stabia, San Giuseppe Vesuviano e Torre Annunziata (Napoli), Sparanise (Caserta);
  • 3 in Calabria: Cosoleto e Portigliola (Reggio Calabria), Soriano Calabro (Vibo Valentia);
  • 2 in Puglia: Neviano (Lecce) e Trinitapoli (Barletta-Andria-Trani);
  • 2 nel Lazio: Anzio e Nettuno (Roma).

 

Negli undici Comuni sciolti nel 2022 risulta residente una popolazione complessiva superiore ai 250mila abitanti. Sei di questi contano una popolazione inferiore ai 15mila abitanti. Castellammare di Stabia e Anzio sono gli unici a superare la soglia dei 50mila abitanti.

 

La lettura delle relazioni prefettizie, parti integranti delle proposte di scioglimento avanzate dal Ministro dell’Interno e adottate con Decreto dal Presidente della Repubblica, pone in evidenza alcuni tratti ricorrenti rispetto ai quali la soglia dell’attenzione deve restare alta.

Il sostegno elettorale. In tutte le relazioni analizzate, innanzitutto, emerge il coinvolgimento, a vario titolo, dei clan mafiosi nelle campagne elettorali: un’attenzione finalizzata ad ottenere o consolidare i rapporti con le future Amministrazioni nell’ottica di assicurarsi vantaggi di natura economica.

Le forme con cui ciò si manifesta sono diverse: si annoverano, ad esempio, episodi di intimidazioni ai danni di altri candidati (es. Castellammare di Stabia), liste sottoscritte anche da soggetti contigui alle organizzazioni mafiose (es. Soriano Calabro), situazioni in cui la richiesta di sostegno a membri dei clan proviene direttamente da alcuni candidati (es. Nettuno). L’apporto della criminalità organizzata al momento elettorale a volte ha prodotto preferenze a favore dei candidati sostenuti localizzate nelle zone del Comune a maggior densità mafiosa (es. San Giuseppe Vesuviano), e in altri casi si è tradotto in inchieste ex 416-ter cp (scambio elettorale politico-mafioso) col coinvolgimento del Sindaco stesso (es. Cosoleto).

Le relazioni pongono, inoltre, in evidenza, anche per i Comuni al primo scioglimento, la ricorrente continuità negli anni del potere amministrativo locale.  Nella ricostruzione di questi rapporti, le relazioni prefettizie prendono in esame, come elementi ulteriori, anche i rapporti di frequentazione e parentela che, in quasi tutti i casi, intercorrono tra alcuni Amministratori ed esponenti dei clan. Si tratta di circostanze che consentono di inquadrare meglio quelle relazioni di cointeressenza che determinano, nel concreto, lo sviamento o l’asservimento delle attività dei Comuni oggetto di scioglimento agli interessi dei clan.

Gli appalti. Il cuore dell’interesse dei clan è costituito dalle manovre occulte in materia di affidamenti ed appalti: è in questo contesto che si concentrano le attenzioni delle organizzazioni mafiose, votate alla realizzazione di utilità economiche.

Un primo tratto distintivo, che agevola l’infiltrazione delle mafie, è costituito dal generale disordine amministrativo: ciò si manifesta, soprattutto, dall’assenza di una precisa linea di demarcazione tra funzioni di indirizzo politico e funzioni gestorie (es. Anzio, Neviano); non mancano i casi in cui il Sindaco stesso assurge al ruolo di vero e proprio dominus della vita politica locale assommando a sé la quasi totalità delle funzioni (es. Portigliola, Soriano Calabro).

Per quanto concerne più nello specifico gli appalti, in tutti i casi di scioglimento analizzati emerge una carenza sul piano dei controlli e delle verifiche antimafia a cui ogni Amministrazione è tenuta. Tra i casi più emblematici, quello di Portigliola, in cui, al momento dell’insediamento della Commissione d’accesso, nessun dipendente dell’Ufficio Tecnico era in possesso delle credenziali BDNA. Va rilevato, più in generale, che le carenze e il coinvolgimento degli Uffici tecnici rilevano in quasi tutte le relazioni prefettizie.

La subordinazione dell’interesse pubblico agli interessi delle cosche nel settore degli appalti si realizza con molteplici attività, tra cui: la violazione del principio di rotazione tra aziende (es. Torre Annunziata, Castellammare di Stabia, Portigliola, Cosoleto); l’artificioso frazionamento dei bandi di gara e il cd. “sotto-soglia” (es. Sparanise, Nettuno); l’utilizzo di prestanome e la ricerca di società formalmente pulite (es. Nettuno); l’assenza di programmazione e il ricorso frequente ad affidamenti diretti (es. San Giuseppe Vesuviano, Nettuno, Neviano, Portigliola); la generale mancanza di trasparenza e la pubblicazione tardiva, incompleta o per un lasso di tempo molto breve dei bandi pubblici sul sito del Comune (es. Cosoleto, San Giuseppe Vesuviano).

Queste ed altre manovre, puntualmente analizzate nelle relazioni prefettizie, costituiscono il fondamento principale delle misure di scioglimento dei Comuni e mostrano con esattezza i livelli di inquinamento della vita amministrativa negli Enti disciolti.

Soggetti dell’Ente locale coinvolti. Una parte significativa delle relazioni prefettizie analizzate si concentra sul ruolo svolto dagli Amministratori locali e dai dipendenti comunali, elencando elementi di collusione, scelte amministrative inquinate dalle organizzazioni criminali, parentele e frequentazioni con soggetti controindicati (appartenenti ai clan ovvero a questi contigui o comunque vicini). Spesso queste risultanze si incrociano tra loro in un quadro che coinvolge in molti casi anche la fase delle campagne elettorali.

Nella tabella sottostante si riporta il numero di Amministratori e personale dipendente coinvolti, a vario titolo (coinvolgimento in inchieste giudiziarie, frequentazioni, parentele, altre forme di collusione), nelle relazioni analizzate.

COMUNE Amministratori Locali Apparato burocratico
ANZIO 8 5
CASTELLAMMARE DI STABIA 4 3
COSOLETO 10 13
NEVIANO 6 3
NETTUNO 4 5
PORTIGLIOLA 5 10
SAN GIUSEPPE VESUVIANO 12 18
SORIANO CALABRO 4 3
SPARANISE 3 3
TORRE ANNUNZIATA 13 22
TRINITAPOLI 5 3
TOTALE 74 88

Per una corretta lettura della tabella è comunque necessario tenere in considerazione che le risultanze emerse possono essere condizionate anche da fattori esterni: dalla penna del Prefetto all’attività della magistratura locale.

In alcuni casi sono gli stessi organi istituzionali o inquirenti che, a seconda delle circostanze di volta in volta emergenti, possono aver focalizzato l’attenzione su alcuni elementi piuttosto di altri (la stessa diversità di lunghezza delle relazioni prefettizie, in alcuni casi molto estese, in altri ben più ridotte, suggerisce che le modalità di lavoro non sono sempre identiche).

 

Settori di ingerenza mafiosa

I settori della vita amministrativa comunale che risultano oggetto delle attenzioni mafiose coprono, in buona sostanza, l’intero spettro delle competenze comunali: questo mostra che le attitudini imprenditoriali mafiose sono in gradi di coprire ambiti e settori che sono i più diversi tra loro, a seconda delle occasioni di arricchimento e di riciclaggio del denaro.

Nella tabella che segue si elencano i settori più ricorrenti, indicando per ciascuno i riscontri nelle relazioni prefettizie analizzate.

Dalla lettura dei dati emerge, innanzitutto, che il settore edilizio-urbanistico si conferma anche nel 2022 come il più attenzionato dagli interessi mafiosi. Seguono il settore dei tributi (spesso nelle relazioni si accerta la morosità degli stessi amministratori locali, oltre che degli esponenti dei clan), il servizio di igiene urbana, e quello relativo a concessioni demaniali/spiagge.

Oltre agli ambiti riportati in tabella, sono citati almeno una volta nelle relazioni prefettizie anche: i servizi di refezione e trasporto scolastico, il servizio di custodia di animali randagi, il servizio tesoreria e addirittura quello di assistenza legale comunale.