Beni sequestrati e confiscati alle mafie – situazione a febbraio 2015. Scheda di sintesi della relazione del Governo

Premessa. Il Ministro della Giustizia, ai sensi della legge n. 109 del 1966, predispone una relazione semestrale al Parlamento sui beni sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali (Doc. CLIV). La relazione fornisce un aggiornamento sullo stato di attuazione della banca dati in materia, denominata Sippi (Sistema Informativo delle Procure e Prefetture dell’Italia meridionale), che è alimentata dai singoli Uffici Giudiziari periferici e che dovrebbe consentire in futuro a tutte le amministrazioni interessate di disporre delle informazioni necessarie alla piena attuazione della normativa vigente.

In questa scheda sono sintetizzati i principali aspetti della relazione presentata il 13 maggio 2015, mettendola a raffronto con i dati delle relazioni precedenti.

Procedimenti iscritti. Al 28 febbraio 2015 risultano iscritti complessivamente 7.476 nuovi procedimenti, di cui 2.232 nel periodo 2011-2014 (480 nel 2013 e 593 nel 2014), a fronte di 1.540 procedimenti nel quadriennio precedente. Nel 2014 si registra una nuova crescita del numero di nuovi procedimenti (593 a fronte dei 480 dell’anno precedente). Il 68 per cento circa riguardano il sud e le isole ed il 32 per cento il centro nord. La Sicilia è la regione in cui si registra il maggior numero di procedimenti (28,5 per cento) seguita da Campania, Calabria, Puglia e Lombardia (che ha registrato un significativo incremento negli ultimi anni). I distretti giudiziari maggiormente interessati sono quelli di Palermo, Napoli, Roma (dove la crescita è molto significativa) e Reggio Calabria, seguiti dai distretti di Milano e Torino. In crescita anche i distretti di Firenze e Prato.

Beni iscritti. Il sistema informativo prevede la classificazione dei beni secondo diverse tipologie (immobili, beni mobili, beni finanziari, aziende), a loro volta articolate in sotto categorie (ad esempio i beni immobili sono classificati in appartamenti per uso individuale, collettivo, con destinazione commerciale o industriale etc). Al 28 febbraio 2015 risultano iscritti complessivamente oltre 139.000 beni (+ 13.000 rispetto al 31 marzo 2014): tale dato comprende anche i beni ancora in fase di proposta di misura cautelare (32.547), quelli passati alla fase del dissequestro (36.628) o, all’opposto, definitivamente destinati (5.240). Il 2013 è stato l’anno in cui si è registrato il maggior numero di beni iscritti (oltre 17.700, a fronte dei 16.700 del 2014). Dei 139.000 complessivi inseriti nella banca dati, la categoria più numerosa è quella dei beni immobili (46,3%), seguita dai beni mobili (35,5%, con una crescita negli ultimi anni della percentuale di quelli registrati, cioè di veicoli e brevetti), dai beni finanziari (titoli, azioni, assegni, pari al 11,3%) e dalle aziende (6,7%).

Beni sequestrati e confiscati. I beni sottoposti a sequestro e confisca sono complessivamente 64.772. Quelli sequestrati sono oltre 17.000, di cui 13.000 nel periodo 2010-2015. Circa il 75 per cento riguardano il sud e le isole; ma negli ultimi anni si registra una crescita significativa dei sequestri nel centro nord (33 per cento negli anni 2011-2015). La Sicilia è la regione in cui si registra il maggior numero di procedimenti (oltre 7.000) ed anche il numero dei beni (oltre 10.000), seguita dalla Campania e dal Lazio. Sono invece quasi 47.000 i beni confiscati presenti nella banca dati (di cui però oltre 25.000 oggetto di confisca non definitiva), di cui 33.000 circa nel periodo 2011-2015 (67 per cento al sud e isole). I distretti più interessati sono quelli di Palermo, Torino, Reggio Calabria e Napoli.

Beni definitivamente assegnati. Un elemento di riflessione molto interessante, segno delle forti criticità nell’attuazione della legge, è rappresentato dai dati sui decreti di destinazione finale: i beni definitivamente assegnati sono 5.240, pari al 3,8% del totale di beni iscritti nella banca dati; ovviamente, se si considerano solo i beni definitivamente confiscati ed effettivamente assegnabili (immobili, autovetture etc) tale percentuale è notevolmente superiore. Si tratta comunque di un numero molto basso se confrontato, ad esempio, con quello dei beni soggetti a confisca definitiva (21.570, pari al 15,5% del totale), che sono ancora giacenti negli Uffici giudiziari delle misure di prevenzione (si tratta soprattutto di beni mobili, pari a 11.225 beni, e di immobili, pari a 7.104). Negli ultimi 5 anni, a fronte di un numero elevatissimo di beni sottoposti al primo decreto di sequestro (oltre 48.000), e di oltre 13.000 beni oggetto di un decreto di confisca definitiva, dimostrazione della crescita dalla capacità investigativa dello Stato, i beni assegnati allo Stato o agli enti locali sono stati solo 1.136, con un andamento assai irregolare nel tempo (sotto le 100 unità sia nel 2011 che nel 2012, a fronte di 428 beni nel 2013, e 151 beni nel 2014).

I beni assegnati allo Stato (914 fino ad oggi) sono utilizzati prevalentemente per finalità di ordine pubblico (61% del totale). Quelli assegnati ai comuni (4.236) sono utilizzati soprattutto per scopi sociali (64%, tra cui sedi per associazioni, centri per minori ed anziani etc) mentre la quota restante è per finalità istituzionali (emergenze abitative, uffici comunali, scuole etc).

Per approfondimenti leggi la  relazione del Ministero della giustizia – maggio 2015

(maggio 2015)