ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA: LA DIVISIONE E LO SCONTRO POLITICO INDEBOLISCONO LA LOTTA ALLE MAFIE

Il 23 maggio, giorno in cui si ricordano Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, barbaramente assassinati nella strage di Capaci, l’elezione del Presidente della Commissione parlamentare antimafia avviene a maggioranza, con l’abbandono dell’aula da parte di alcune forze politiche.

Nella lotta alle mafie, per essere incisivi e vincenti, la storia ha dimostrato che serve unità. Non solo. È fondamentale che le forze politiche e le istituzioni sappiano infondere fiducia e credibilità, due ingredienti fondamentali per mobilitare e stimolare i cittadini e le cittadine a partecipare alla vita pubblica.

Quando tutto questo non si verifica, quando a prevalere è la logica dello scontro politico piuttosto che la volontà a cercare un dialogo e una ragionevole mediazione, si intaccano l’autorevolezza e la sacralità delle istituzioni e la lotta alle mafie e all’illegalità rischia di indebolirsi. Una situazione che il Paese non può tollerare, considerato che le mafie costituiscono un’attuale, seria e concreta minaccia alla nostra democrazia, alla nostra economia e alla nostra sicurezza.

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