“La pandemia da Covid 19 offre nuove occasioni di business illegale alla criminalità organizzata che mette a frutto esperienze e reti relazionali consolidate nel tempo e sa avvalersi, con grande abilità, dei più avanzati e moderni strumenti anche tecnologici”. Lo scrive Giovanni Russo, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Aggiunto sul numero monografico della Rivista giuridica del Mezzogiorno 1/2021, presentata recentemente in un webinar promosso dalla SVIMEZ.
All’interno di questo numero monografico sulla presenza delle mafie nell’economia legale, vengono citati più volte i dati raccolti da Avviso Pubblico in particolare in merito al gioco d’azzardo, ma anche sulle minacce e le intimidazioni agli amministratori pubblici. Nella sezione “Documenti e notizie” viene dato uno spazio significativo all’ultimo Rapporto “Amministratori sotto tiro” che Avviso Pubblico redige dal 2010 e attraverso il quale vengono denunciate le crescenti violenze fisiche e psicologiche contro gli amministratori locali.
Nel 2019 Avviso Pubblico ha censito 559 atti intimidatori, di minaccia e violenza nei confronti degli amministratori locali, una ogni 15 ore. Sono state 83 le Province coinvolte – oltre il 75% del territorio nazionale – e 336 i Comuni colpiti, il dato più alto mai registrato. Per la seconda volta nella storia di questo Rapporto sono stati censiti atti intimidatori in tutte le regioni d’Italia.
“Non passa giorno in Italia in cui non siano registrate aggressioni fisiche, auto incendiate, lettere minatorie, invio di proiettili, scritte minatorie sui muri delle Città. A tutto questo si aggiungano le minacce di morte, dirette o alimentate dalla rabbia sociale che viene scatenata contro gli amministratori locali dalla strumentale pubblicazione sui social network di fake news“, scrive la Rivista Giuridica del Mezzogiorno.
Le organizzazioni mafiose si muovono su un duplice binario: da un lato riciclando denaro proveniente da attività illecite, acquisendo patrimoni anche attraverso aste giudiziarie di beni e facendo incetta di quote societarie per l’ingresso nella gestione d’impresa; dall’altro lavorano per moltiplicare i patti corruttivi in vista dell’enorme flusso di denaro pubblico che nei prossimi mesi verrà attivato anche dal Recovery Fund.
Se da una parte ci sono i colletti bianchi che rappresentano la faccia pulita della criminalità, dall’altra ci sono le “teste di legno”, soggetti incensurati ma vicini alle cosche, che agiscono per loro conto. E il tema è ancora più attuale ora, visto che uno degli strumenti per superare la crisi economica dovuta dal Covid è quello rappresentato dalla “massiccia operazione di investimenti pubblici indirizzati verso opere pubbliche, infrastrutturali e di ammodernamento digitale”.
Trasparenza delle procedure e chiarezza delle strategie di prevenzione della corruzione possono essere i punti di riferimento per realizzare la ricostruzione del post-pandemia.