Bandiera verde all’associazione Calantina e Avviso Pubblico per il recupero della Casa Alpina di Calalzo di Cadore

«Per il recupero e la cura della casa colonica alpina a Calalzo di Cadore (Belluno), con finalità sociali, educative, formative ed aggregative per ragazzi, famiglie, anziani e amministratori locali. Un’idea che contribuisce anche a rivitalizzare la comunità locale». È questa la motivazione di Legambiente che ha recentemente conferito la Bandiera verde a Calalzo di Cadore – la seconda alla cittadina e una delle quattro assegnate in tutto il Veneto – e all’Associazione Calantina ApS di Piazzola del Brenta per il recupero e la cura della Casa alpina di Calalzo. Si tratta di un progetto di manutenzione straordinaria, realizzato con il coinvolgimento di Avviso Pubblico, che ha aderito ad una convenzione promossa dall’Associazione Calantina e il Comune di Padova.

I lavori di recupero hanno consentito alla Colonia di ospitare ogni anno oltre 1500 amministratori locali, ragazzi, famiglie e anziani. La struttura, immersa nel verde, è dotata di 35 camere per una capienza massima di 96 persone con un ampio refettorio e una sala ricreativa.

L’Associazione Calantina sostiene l’organizzazione di campi parrocchiali e non, soggiorni di famiglie e persone con disagio fisico e psicologico, con l’impegno e la speranza di generare nelle persone un cambiamento positivo nella qualità delle relazioni nello stare insieme, nella gestione del bene comune e dell’ambiente. Negli scorsi anni ha anche portato avanti il progetto “Bando europeo per formazione di giovani animatori nel sociale in Europa” che è stato assegnato all’associazione Jonathan di Piazzola sul Brenta e sviluppato a Calalzo presso la casa Alpina. Il progetto prevedeva la formazione di giovani animatori per attività sociali in Europa. Durante i corsi i docenti hanno tenuto le lezioni in lingua inglese visto la partecipazione di ragazzi che provenivano da 8 paesi europei diversi. L’Associazione Calantina sostiene inoltre progetti di formazione per la promozione della legalità insieme ad Avviso Pubblico e Libera.

Il progetto è frutto di una convenzione formalizzata nel 2010 tra il Comune di Padova, Avviso Pubblico e l’associazione Calantina, grazie al quale la Colonia è diventata un importante centro culturale e sociale, per la formazione e per le vacanze estive delle famiglie e dei soggetti più deboli, ma anche punto di riferimento e di animazione della comunità cadorina.

«È per noi un grande onore vedere riconosciuto il lavoro costante ed attento che molti volontari hanno profuso in questi anni, non solo nel recupero delle mura, ma soprattutto nel portare sul campo i valori della condivisione della cura del bene comune e nella formazione. La collaborazione con Avviso Pubblico è stata determinante per il raggiungimento dello scopo», ha spiegato Lorena Giacon, Presidente dell’Associazione Calantina.

«A nome di Avviso Pubblico rivolgo in primo luogo all’associazione Calantina i complimenti e i sinceri ringraziamenti per lo straordinario lavoro di recupero e valorizzazione della Colonia Alpina. Siamo lieti e orgogliosi di essere partner di questo progetto e dei risultati che sta portando al territorio e ai cittadini coinvolti. Questo riconoscimento è un’importante testimonianza dell’impegno profuso in questi anni, che ha portato alla realizzazione di importanti progetti di aggregazione e partecipazione», è il commento del Presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà.

«Mi unisco ai ringraziamenti del Presidente Montà e vi ringrazio personalmente per l’attività che ormai da anni portate avanti con grande soddisfazione per tutti», dichiara Diego Bonavina, assessore allo Sport, Sicurezza e Legalità al Comune di Padova e Coordinatore provinciale di Avviso Pubblico.

Un po’ di storia

I lavori di costruzione della Colonia Alpina e della casa del custode risalgono al 1924 per iniziativa della Mutualità Scolastica Padovana; nel 1938 passò sotto il controllo del Partito Fascista e venne utilizzata per i soggiorni della Gioventù “Balilla”. Al termine della guerra, nel 1955 il Patronato Scolastico di Padova ne divenne proprietario – fu poi trasferita al Comune di Padova nel 1977 – che utilizzò la Casa per dare ospitalità ai bambini di Padova che presentavano salute cagionevole o vivevano situazioni di scarse possibilità economiche.

I lavori di mantenimento si susseguirono fino agli anni ’70. Poi fu chiusa. Ma nel 1995, grazie all’impegno di molti volontari iniziò il recupero della struttura e il riutilizzo per lo scopo per cui era nata, ovvero permettere ai ragazzi, ma non solo, di avere un luogo di socialità, dove confrontarsi e crescere. Poi la convenzione del 2010 tra Comune di Padova, Calantina e Avviso Pubblico, fino ad oggi e a questo importante riconoscimento per un progetto utile anche alla rivitalizzazione della comunità locale.

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