Sale da gioco: i provvedimenti di revoca. Un’analisi delle recenti sentenze

Com’è noto, molte leggi regionali hanno introdotto limitazioni all’apertura delle sale da gioco e all’installazione delle apparecchiature per giochi leciti, con riferimento ad esempio ad alcune aree a carattere residenziale oppure alla vicinanza a determinati “luoghi sensibili” (scuole, strutture sanitarie ed ospedaliere, luoghi di culto etc).

In generale, tali disposizioni si applicano solo alle nuove sale da gioco: in alcuni casi è invece prevista l’applicazione anche alle licenze esistenti, in quanto tutti gli esercizi devono adeguarsi alle previsioni di legge entro i termini prestabiliti.

E’ la scelta, ad esempio, della recente legge del Piemonte n. 9 del 2016 e, in precedenza, della legge dell’Alto Adige n. 13 del 2013 e della legge della Liguria n. 17 del 2012.

In attuazione di tali norme le Amministrazioni, scaduti i termini previsti dalle rispettive normative, hanno iniziato ad adottare provvedimenti di revoca delle autorizzazioni alla gestione delle sale giochi rilasciate in passato. Ed i giudici amministrativi hanno deliberato in merito ai primi ricorsi presentati dagli esercenti.

A tale riguardo meritano una particolare attenzione le recenti sentenze del TAR di Bolzano (vedi ad esempio le sentenze nn. 20, 24 e 25 del 2017) che ha ribadito la piena legittimità dei provvedimenti di revoca, in quanto gli esercenti coinvolti non si erano adeguati, entro il termine di 5 anni previsto dalla legge provinciale, al divieto di sale giochi che si trovino nel raggio di 300 metri dai luoghi sensibili.

Nel respingere le questioni di illegittimità costituzionale di tali disposizioni, il TAR sottolinea che i limiti alla collocazione nel territorio delle sale da gioco sono dichiaratamente “finalizzati a tutelare soggetti ritenuti maggiormente vulnerabili (o per la giovane età o perché bisognosi di cure di tipo sanitario o socio – assistenziale), al fine di prevenire forme di gioco cosiddetto compulsivo, nonché al fine di evitare effetti pregiudizievoli per il contesto urbano, la viabilità e la quiete pubblica” e che tali limiti all’attività economica – quando non si traducono in un divieto assoluto di svolgere tale attività all’interno dell’area comunale ma sono volte a realizzare una ricollocazione progressiva degli esercizi – sono giustificati proprio dalla tutela costituzionalmente protettA come quello della salute.

Nello stesso senso si è espresso il TAR di Genova (sentenze n. 734, 1052 e 1053 del 2016), che ha ritenuto pienamente legittimi i provvedimenti di chiusura di due sale giochi adottati dal comune di La Spezia, in quanto non rispettavano la distanza minima di 300 metri prevista dal regolamento comunale, in attuazione della legge ligure.

In questi mesi le aziende del settore stanno effettuando ogni forma di pressione sulla Conferenza unificata Stato autonomie locali, competente ad adottare regole uniformi su tutto il territorio nazionale in materia di ricollocazione delle sale da gioco, al fine di cancellare (o ridimensionare drasticamente) le limitazioni introdotte da regioni e comuni.

Avviso Pubblico auspica invece che siano salvaguardate al massimo le positive esperienze maturate a livello regionale e locale per il contenimento dell’offerta e della domanda di gioco, nel pieno rispetto delle competenze loro attribuite dalla Costituzione e che, parallelamente, vengano approvate dal Parlamento le misure di contrasto delle organizzazioni criminali nel settore del gioco lecito ed illecito, elaborate dalla Commissione Antimafia, come indicato nel recente Appello promosso dalle associazioni Avviso Pubblico, Libera, Legambiente e dai sindacati Cgil, Cisl e Uil.

Si segnala che sul sito di Avviso pubblico è disponibile un’ampia documentazione sia sul tema della ricollocazione delle sale da gioco sia degli altri interventi adottati dalle Amministrazioni regionali e locali, con particolare riguardo alle misure di limitazione degli orari di apertura, dei requisiti delle sale da gioco, della pubblicità, fino agli incentivi per gli “esercizi no slot” e alle campagne di sensibilizzazione e prevenzione.

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