“Qui la mafia si è scontrata con la reazione del territorio”. Il Comune di Santhià (VC) aderisce ad Avviso Pubblico

L’amministrazione comunale di Santhià, in provincia di Vercelli, lo scorso aprile ha aderito ad Avviso Pubblico, diventando il 48esimo ente socio della regione Piemonte. Santhià è una cittadina di circa novemila abitanti, situata in posizione strategica nel Nord-ovest del territorio regionale, sulla direttrice Milano – Torino. Abbiamo intervistato il Sindaco Angelo Cappuccio, che ci ha illustrato i motivi che hanno spinto il Comune da lui amministrato ad aderire alla nostra associazione e le iniziative intraprese sul territorio per promuovere la cultura della legalità.

Nel 2016 un’inchiesta della magistratura ha svelato l’esistenza a Santhià di una “locale di ‘ndrangheta”, attiva in tutto l’Alto Piemonte. Cosa è emerso dalle indagini in merito agli interessi del clan mafioso?

Hanno provato ad intraprendere attività estorsive nei confronti di alcuni esercizi commerciali. Le resistenze cui si sono trovati davanti hanno provocato una reazione da parte di questo gruppo criminale, con tentativi di intimidazione mediante spari contro le vetrine dei negozi e incendiando l’auto e l’attività di un commerciante. Tentativi che hanno innescato l’avvio delle indagini da parte della magistratura. La resistenza del territorio non ha consentito ai tentativi di infiltrazione di trasformarsi in una presenza ‘ndranghetista nei circuiti economici di Santhià. Fortunatamente non abbiamo registrato manovre di inserimento nell’amministrazione pubblica. Se lo avessero fatto non avrebbero trovato terreno fertile, ma denunce alle autorità competenti.

Perché il Comune si è costituito parte civile nel procedimento a carico degli ‘ndranghetisti?

I motivi principali sono due. Innanzitutto è una scelta dettata dalla volontà di manifestare vicinanza ai cittadini che in prima persona si sono opposti ai tentativi di infiltrazione. Non costituendoci parte civile avremmo dato un messaggio negativo, di abbandono della società civile. La tenuta del fronte della legalità, la reazione ostile del territorio è un messaggio che viene dato anche all’esterno: “a Santhià non c’è spazio per voi, metteteci una croce sopra”.
Inoltre, la decisione di costituirsi parte civile è legata anche al danno di immagine subito dalla comunità. Un imprenditore che vuole investire su un territorio viene scoraggiato dalle notizie di una presenza mafiosa. Un danno che stiamo recuperando, anche attraverso i mezzi di comunicazione che ci consentono di raccontare la scelta di non piegarci alle logiche criminali.

Come nasce la decisione di aderire ad Avviso Pubblico? Cosa si aspetta Santhià dalla rete di Enti locali della nostra associazione?

Ci piace l’idea e la possibilità di avere a disposizione un Codice etico come la Carta di Avviso Pubblico, tramite la quale l’Amministrazione conferma e sottolinea i principi della buona politica. Inoltre riteniamo fondamentale avere un punto di riferimento che ci consenta di ragionare e confrontarci con altre esperienze. Lo scopo di questa Amministrazione è fare le cose nel migliore dei modi e nell’interesse dei cittadini, ma non pensiamo di essere i più bravi o infallibili, pertanto essere iscritti ad un’associazione che opera sul fronte della legalità e della trasparenza è un grande aiuto.

Quali iniziative ha intrapreso il Comune per la promozione della cultura della legalità?

Riteniamo molto importante intraprendere percorsi su questi temi che coinvolgano i cittadini e, soprattutto, i più giovani. Sono state numerose le iniziative che in questi anni abbiamo organizzato, ad esempio, per ricordare le vittime di mafia e per ospitare familiari come Caterina Chinnici, testimoni di giustizia ed esponenti della società civile che ci hanno raccontato la legalità. Recentissimo, il 17 maggio scorso, l’incontro con don Luigi Ciotti per l’intitolazione a Rita Atria del parco del Centro di partecipazione giovani.
Da quando amministriamo Santhià abbiamo sempre cercato di dare la massima rilevanza a eventi nazionali quali ad esempio il 25 aprile, coinvolgendo le scuole, oppure il 2 giugno con la cerimonia della consegna della Costituzione del Tricolore ai diciottenni.  Abbiamo sempre lavorato con gli studenti, anche attraverso il Consiglio comunale dei ragazzi, il gruppo Partecipazione Giovani e l’apertura di un centro giovanile. Non ultimo, in questo secondo mandato ho ritenuto anche di assegnare una delega specifica al ‘Senso civico’. L’elemento fondamentale di queste esperienze è il confronto, la conoscenza reciproca. E’ un segnale che le amministrazioni pubbliche sono chiamate a dare.

Il Comune è in prima linea anche sul fronte del contrasto al gioco d’azzardo patologico…

Sì, è stato uno dei temi su cui ci siamo maggiormente spesi, sin dai primi mesi del mio primo mandato. Abbiamo dapprima  emesso un’ordinanza, poi è stato approvato un regolamento che anticipava alcuni punti della legge sul gioco d’azzardo emanata lo scorso anno dalla Regione Piemonte, a cominciare dal cosiddetto “distanziometro”, che prevede una distanza minima di 500 metri dai luoghi sensibili degli esercizi commerciali con slot machine. In questo modo Santhià diventerà no-slot, poiché non esistono punti all’interno della città in cui è possibile rispettare tale misura. Ho inoltre chiesto e ottenuto dall’ASL l’apertura di uno sportello che aiuti le persone affette da disturbo da gioco d’azzardo.

Svolgere il ruolo di Sindaco oggi è particolarmente complesso, anche a causa della mancanza di fiducia dei cittadini nelle Istituzioni. Se potesse, cosa chiederebbe al Parlamento per aiutarla nel suo ruolo di amministratore locale?

Il Sindaco deve avere a disposizione dei fondi in determinati settori, penso alle opere strutturali e alle messe in sicurezza. La maggior parte dei primi cittadini in Italia chiede disponibilità economiche non per gli spettacoli in piazza, ma per sistemare le strutture basilari del territorio: scuole, parco giochi, marciapiedi. Ecco, questa è una disponibilità che non abbiamo, ma di cui necessitiamo. Solo così un Sindaco al termine del proprio mandato può dire: ho fatto delle cose utili per il territorio, per i miei concittadini.
Mi piace pensare che un’amministrazione possa avere la possibilità di realizzare progetti che facciano volare in alto la propria città, ma che debba anche saper guardare in basso e aggiustare buche e tombini. Non ci siamo mai tirati indietro, né sull’uno né sull’altro fronte. Se è vero che fondi ce n’erano e ce ne sono davvero pochi, è anche vero che la voglia di lavorare con fiducia, caparbietà e ottimismo non è mai mancata.

Breve biografia di Angelo Cappuccio

Sindaco di Santhià dal 2011, riconfermato alle Amministrative del 2016. Ha 46 anni, dipendente dell’A.T.A.P. SpA., Presidente del consorzio Cisas per la gestione dei servizi socio-assistenziali su 23 Comuni vercellesi, coordinatore del Centro operativo intercomunale (COI) per la gestione associata dei servizi di Protezione civile su 8 Comuni della zona, rappresenta la città anche nella commissione dei Comuni dell’ASL di Vercelli. In precedenza si è occupato di sicurezza stradale con l’Associazione Familiari Vittime della Strada.

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