Lottare contro la mafia è anche lottare contro i pregiudizi. Avviso Pubblico all’Istituto Cangrande di Verona con Gianpaolo Trevisi

img-20170111-wa0000Cento studenti dell’Istituto Cangrande di Verona hanno ascoltato con grande attenzione questa mattina la testimonianza di Gianpaolo Trevisi, direttore della scuola di Polizia di Peschiera del Garda, invitato da Avviso Pubblico a portare la sua testimonianza nell’ambito del progetto “Giornata regionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie” promosso dalla Regione Veneto. Un progetto che coinvolge 14 scuole e circa 700 studenti di tutta il territorio regionale e che si concluderà a Vicenza il 21 marzo prossimo.

Trevisi, stando in mezzo agli studenti e non seduto dietro la cattedra, ha raccontato la sua lunga esperienza di poliziotto che da più di vent’anni opera sul territorio veronese, occupandosi di ordine pubblico, di immigrazione, di squadra mobile e ora come direttore di una importante scuola di Polizia.

“La legalità è qualcosa di più del semplice rispetto delle leggi. Nella nostra vita e nel nostro lavoro dobbiamo ogni giorno fare le cose al meglio e puntare alla costruzione della giustizia – ha esordito Trevisi – Lottare contro le mafie vuol dire anche lottare contro i pregiudizi, ad esempio verso i migranti, verso chi proviene da un certo luogo o professa una certa religione. Dobbiamo sentirci sempre analfabeti, avere sempre voglia di studiare e di andare in profondità nel conoscere le persone e le situazioni”. Coinvolgendo gli studenti anche attraverso il racconto di aneddoti simpatici legati alla sua vita personale e citando frasi di Francesco De Gregori, Albert Einstein e Yuri Gagararin, Trevisi ha invitato gli studenti che vogliono impegnarsi contro le mafie e per la diffusione della cultura della cittadinanza responsabile “a non essere indifferenti, a non generalizzare, a non delegare sempre la soluzione dei problemi agli altri, a non lasciarsi scivolare le cose addosso, ad aprirsi al confronto con chi la pensa diversamente da noi e, da ultimo, ad imparare a distinguere il mondo esclusivamente tra persone oneste e disoneste”.

img-20170111-wa0003Parlando di mafie, il direttore della scuola di Polizia di Peschiera ha affermato che esse “investono nelle zone ricche” e, citando alcune situazioni che ha vissuto in prima persona e che si possono verificare anche a scuola – es. cyberbullismo, uso delle droghe, ecc. – ha esortato i ragazzi e le ragazze presenti a “non lasciare sole le vittime, ma ad imparare ad isolare coloro che compiono i reati” perché, ha sottolineato Trevisi, “si diventa responsabili di un atto negativo anche se si vedono e si sanno delle cose ma non si denunciano”.

L’incontro è stato aperto dai saluti del dirigente scolastico, Giuseppe Rizza, e sono intervenuti anche Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, e Roberto Fasoli, collaboratore volontario dell’Associazione.

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