Inasprimento pene per diffamazione contro politici e pm. Il comunicato di Avviso Pubblico

Il disegno di legge Lo Moro sull’inasprimento delle sanzioni per gli atti di intimidazione nei confronti degli amministratori locali, approvato lo scorso 3 maggio dalla Commissione Giustizia del Senato e ora all’esame dell’Assemblea di Palazzo Madama, prevede anche nuove circostanze aggravanti, così come previsto dall’art. 3 del disegno di legge.

Il nuovo articolo 339-bis del codice penale, infatti, in aggiunta alle aggravanti già previste (uso di armi o da parte di più persone riunite), prevede un’ulteriore aggravante delle pene, da un terzo alla metà, se gli atti di intimidazione (lesione, diffamazione, violenza privata, minaccia, danneggiamento) sono commessi ai danni di un componente di un corpo politico, amministrativo o giudiziario a causa dell’adempimento del mandato, delle funzioni o del servizio.

La FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ordine dei Giornalisti hanno stigmatizzato il contenuto dell’articolo, sostenendo che le nuove aggravanti possono applicarsi ai giornalisti, i quali rischierebbero il carcere e pene fino a 9 anni di reclusione.

Avviso Pubblico sottolinea che l’applicazione delle aggravanti ai soli casi di atti ritorsivi risulta già esplicitata nel titolo del nuovo art. 339 bis.

“Auspichiamo che ogni possibile difetto di interpretazione della norma venga superato – ha dichiarato Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico e Sindaco di Grugliasco – Per consentire l’approvazione in tempi brevi di una legge necessaria per la tutela degli amministratori locali minacciati dalla criminalità, senza limitare in alcun modo la libertà di stampa e il diritto/dovere dei giornalisti ad informare. Vanno salvaguardati tanto il diritto alla libera espressione, quanto

l’onorabilità delle persone, raggiungendo un necessario punto di equilibrio. Senza dare l’impressione che chi fa politica sia diverso dagli altri cittadini. Questo violerebbe l’articolo 3 della Costituzione che vuole tutti i cittadini uguali davanti alla legge”.

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