Lunedì 15 giugno, alle 18, a Bitonto, il chiostro adiacente la chiesa di san Domenico, per tanto tempo circondato da transenne arrugginite e impalcature un po’ trasandate, e da anni interdetto per motivi di sicurezza, tornerà finalmente a nuova vita.
Completamente riqualificato e rivalutato. La struttura di via Ambrosi è pronta a essere un altro tassello di quell’importante puzzle chiamato tessuto sociale.
Nelle intenzioni, infatti, i locali che si trovano al pianoterra saranno utilizzati come un “Salone del gusto” di prodotti tipici, realizzati da donne residenti nel centro e versanti in uno stato di disagio sociale.
Tutte le attrezzature e gli arredi saranno gestiti da un consorzio di cooperative, vincitore dell’apposito bando di gara indetto più di qualche mese fa.
Il chiostro vero e proprio, invece, diventerà una ludoteca, dove i bambini del quartiere potranno cimentarsi in laboratori per giocattoli.
Chiaro, allora, l’intento: dare riscatto e ruolo sociale a chi, per diversi motivi, non ha avuto una vita fortunata e felice.
Lunedì si chiude un percorso.
Lungo, complicato e difficile, realizzato grazie a un finanziamento ottenuto nel 2009, nell’ambito di un programma operativo nazionale sostenuto dal ministero dell’Interno, in collaborazione col dipartimento della Pubblica Sicurezza e l’Autorità di gestione del PON in questione.
«Nel 2009 – racconta il sindaco Michele Abbaticchio, Vicepresidente di Avviso Pubblico – è stato acquistato un finanziamento finalizzato al recupero della struttura. Quando mi sono insediato a Palazzo Gentile, c’era però una lettera di revoca dello stesso, a causa di una serie di complicazioni sui lavori».
Altrimenti detto: il chiostro, a quanto pare, rischiava addirittura di crollare sotto il peso dell’edificio.
«Gli interventi progettati originariamente – prosegue il primo cittadino – sono stati, allora, completamente rivisitati con Luigi Puzziferri (attuale dirigente del servizio dei Lavori pubblici) e il Politecnico di Bari».
Sono stati necessari, allora, lavori per consolidare la struttura ed evitare un lunghissimo contenzioso con la ditta appaltatrice. Interventi che sono riusciti a salvare l’immobile e a ridarne nuova vita e ruolo sociale.
Da lunedì ci sarà un’altra scelta. Il gusto della legalità.